Carlotta Lombardo, Clarida Salvatori e Fabio Savelli per il "Corriere della Sera"
Medici 3
Ferie congelate per tutti, doppi e tripli turni per medici e infermieri per compensare l'assenza di chi ha contratto il Covid e di chi è sospeso perché non vaccinato. O di chi è finito in quarantena per un contatto diretto con un positivo e non ha ancora completato il ciclo con tre dosi. Il sistema sanitario italiano, già vittima di una atavica carenza del personale, ora si trova in difficoltà a gestire questa nuova emergenza. E così interventi e prestazioni specialistiche slittano ai prossimi mesi, mentre interi reparti vengono riconvertiti per assistere i malati (in crescita) nelle terapie intensive e nei reparti ordinari.
medico sotto stress per il covid
«Abbiamo un esercito di 13 mila infetti», dice Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere. Un dato fortunatamente più basso se raffrontato a quello delle altre ondate anche perché la stragrande maggioranza degli operatori ha già ricevuto la dose booster. Gli unici che possono continuare a lavorare con il sistema della «sorveglianza sanitaria attiva», tamponi ogni giorno, anche in caso di contatto diretto con un positivo.
medico no vax
All'ospedale Careggi di Firenze, però, c'è un focolaio: 270 sanitari positivi su 6 mila. E i medici malati sono tutti a casa. A Roma i camici bianchi contagiati sono 980, con un cluster al Sant' Eugenio: 13 infermieri del Pronto soccorso positivi. Sono stati trasferiti alle urgenze quelli che erano in chirurgia, ma la coperta ora è corta per gli interventi. E proprio nei Pronto soccorso la situazione è drammatica. «Siamo sotto organico del 30-40% perché la pressione sulle urgenze è micidiale e chi può cerca strade professionali alternative», denuncia Anna Maria Ferrari, direttore della Medicina d'Urgenza del Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.
medici e infermieri sotto stress
Neanche il ricambio generazionale è stato assicurato in questi anni e ora si paga il conto: la scarsa attrattiva che la disciplina ha sui giovani laureati viene evidenziata da una Scuola di specialità che registra abbandoni sempre superiori e borse di studio non assegnate.
infermiere stanco per il covid
La copertura dei turni Le aziende sanitarie stanno congelando le ferie in questi giorni di festività, rimandandole ai prossimi mesi. «La carenza cronica di personale si somma all'impatto dei nuovi positivi e alla sospensione di medici e infermieri non vaccinati», segnala Bruno Zuccarelli, alla guida dell'ordine dei medici di Napoli. I sospesi sarebbero circa 26 mila, sanzioni comminate dagli ordini professionali. C'è una pesante penuria di anestesisti, storicamente sotto-organico e necessari nelle terapie intensive. Nicola Draoli, nel comitato direttivo della Fnopi, che rappresenta le professioni infermieristiche, parla di «sistema sanitario sottoposto a oscillazione fortissima. Perché il personale è impegnato anche nel sistema di tracciamento dei tamponi e nella campagna vaccinale con gli hub riaperti per le terze dosi e la linea pediatrica».
stanchezza negli operatori socio sanitari
Lo scenario «Scenario in ulteriore peggioramento». L'alert è partito un po' ovunque negli ultimi giorni dalle direzioni sanitarie dei maggiori ospedali italiani. Allarme trasferito agli assessorati alla Salute delle regioni per il cambiamento di protocollo. Tutte stanno attivando il piano B. Significa ampliamento immediato, in appena 48 ore, dei posti in terapia intensiva e nei reparti ordinari destinati ai pazienti Covid. Il trasferimento di una buona parte del personale medico nei reparti malattie infettive. E, come detto, il congelamento (o lo slittamento) di interventi già calendarizzati, non classificati come «estrema urgenza». La curva epidemiologica non accenna ad arrestarsi e l'alta trasmissibilità della variante Omicron segnala «un lento ma progressivo ingolfamento delle strutture ospedaliere che sottopone il personale a un enorme carico», denuncia Filippo Anelli, presidente dell'Ordine dei Medici.
MEDICI NON VACCINATI
I percorsi sporchi La maggiore complessità sta nei percorsi sanitari da destinare ai pazienti positivi al tampone. Ruggero Razza, assessore alla Salute della regione Sicilia, ritiene necessario «ripensare gli spazi differenziando i percorsi sporchi da quelli puliti». Come farlo è oggetto del confronto dei vertici di questi giorni in gran parte delle aziende sanitarie. «Questa ondata è diversa. L'alta infettabilità di Omicron sta determinando una situazione nuova a cui non siamo preparati», spiega Razza.
MEDICO
Ormai succede ogni giorno: persone che si recano in ospedale per una prestazione medica o un intervento chirurgico risultano positive al tampone pur non in presenza di sintomi. «Vanno gestite all'interno di un percorso diverso da quello dei negativi ma i reparti non sono attrezzati a questa sovrapposizione», ammette Emilio Montaldo, alla guida dell'Ordine dei medici sardo. Tesi condivisa da Enzo Ciconte, che guida il reparto di Cardiologia del maggiore ospedale di Catanzaro.
L'impatto sui ricoveri ordinari di questi giorni potrebbe essere determinato anche da questo effetto indiretto. Cioè si scoprono molti positivi tra chi già ha bisogno di cure mediche e si sottopone a un tampone molecolare. «Oggi i malati in terapia intensiva sono sette ma il grande carico dell'ospedale San Martino riguarda soggetti che hanno altre patologie, sono asintomatici, e finiscono per risultare positivi. Un dato importante di cui tener conto cambiando i criteri della colorazione delle regioni», segnala Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive del Policlinico di Genova. A Brescia e Bari, in due ospedali della rete di Fiaso, sono stati realizzati reparti di emodialisi dedicati ai pazienti con insufficienza renale e al tempo stesso «covizzati».
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Corsie diverse per mettere in una bolla chi non ha contratto il Covid. Uno sforzo necessario per attenuare la paura dei pazienti che procrastinano ulteriormente visite e interventi. L'impatto della curva Agli ospedali San Paolo e San Carlo di Milano 132 posti letto sono assegnati ai ricoveri Covid verdi, alle persone non in condizioni gravi ma bisognose di monitoraggio. «Ieri gli accessi dei positivi sono stati 60 - racconta l'infettivologa Antonella D'Arminio Monforte -. Ora stiamo valutando se liberare altri reparti e stiamo aprendo un reparto di sub-acuti, per chi non ha più la necessità di ossigenoterapia ma non può essere dimesso, in genere persone anziane».
medici ospedali
Le comorbilità di molti pazienti scoperchiano come un vaso di Pandora le carenze del sistema sanitario. Con i medici di base presi d'assalto per consigli su come gestire il decorso e il supporto a intermittenza delle Usca, le unità speciali di continuità assistenziale, che dovrebbero gestire le cure domiciliari.
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