Marco Giusti per Dagospia
alberto barbera
Venezia arriviamo! Preparatevi che stavolta Barbera ha fatto le cose in grande. “Dune” di Denis Villeneuve con Thimothée Chamalet, Zendaya, Oscar Isaacs, “Spencer” di Pablo Larrain con Kirsten Stewart come Lady Diana, “Madres paralelas” di Pedro Almodovar con Penelope Cruz, il film di apertura.
E' STATA LA MANO DI DIO
Ben due film Netflix in concorso alla faccia di Cannes, “E’ stato la mano di Dio” di Paolo Sorrentino che torna al Festival dopo vent’anni con un film privatissimo con Toni Servillo e Teresa Saponangelo che fanno i suoi genitori, e “The Power of the Dog” di Jane Campion con Benedict Cumberbacht, Kirsten Dunst, Jesse Plemons, faida tra fratelli nel Montana degli anni ’20.
zendaya timothee chalamet dune
E, ancora, “The Last Duel”, la guerra dei cent’anni alla maniera di Ridley Scott con Matt Damon, Ben Affleck, Jodie Comer, che dovrà farci scordare la mancanza del suo non ancora terminato “House of Gucci” con Lady Gaga e Adam Driver.
I cinefili più oltranzisti saranno accontentati con “The Card Counter” di Paul Schrader, revenge movie con Oscar Isaacs, Tiffany Haddish, Tye Sheridan, Willem Dafoe, un film che era stato interrotto per Covid l’anno scorso, ma che Schrader voleva terminare a ogni costo urlando che era vecchio e poteva anche essere il suo ultimo film. Ma fortunatamente lo hanno fermato.
freaks out
Ben cinque film italiani in concorso. Oltre a Sorrentino, prodotto da Lorenzo Mieli come “America latina” dei fratelli D’Innocenzo, troviamo anche l’attesissimo fantasy “Freaks Out” di Gabriele Mainetti con Pietro Castellitto, “Il buco” di Michelangelo Frammartino, “Qui rido io” di Mario Martone, la biografia di Eduardo Scarpetta, il padre dei De Filippo, interpretato, guarda un po’, da Toni Servillo. Un film che non può sbagliare.
E' STATA LA MANO DI DIO
Per i cultist boys non scordiamo il fantasy femminista “Mona Lisa and the Blood Moon” dell’americo-iraniana fuori di testa Ama Lily Amirpour, quella di “The Bad Patch”, con Kate Hudson che scappa dal manicomio con strani superpoteri, “Last Night in Soho” thriller londinese diretto da Edgard Wright con la Anya Taylor-Joy di “The Queen’s Gambit”, Thomasin McKenzie, Terence Stamp e Diana Rigg, credo al suo ultimo film, e “Halloween Kills” di David Gordon Green con Jamie Lee Curtis, giurata alla Mostra.
Mettiamoci anche “Competencia official” del duo Mariano Cohn e Gaston Duprat, quelli di “El cidadadano ilustre”, con Antonio Banderas e Penelope Cruz. Più attuale Stephane Brizé con il militante “Un autre monde” con Vincent Lindon sindacalista. Un solo film russo in concorso, “Reflection” di Valentyn Vasyanovych.
the card counter
Poi “The Lost Daughter” di Maggie Gyllenhall tratto da un romanzo di Elena Ferrante, con Olivia Colman, Jessie Buckley, Dakota Johnson, Ed Harris e la nostra Alba Rohrwacher, “L’evenement” di Audrey Diwan, storia di un aborto nel 1963, “Sundown” del messicano Michael Franco, “Illusions” di Xavier Giannoli, tratto da Balzac, con Cecile De France, Benjamin Voisin, Gerard Depardieu, Jeanne Balibar, “Les choses umaines” di Yvan Attal con Ben Attal, Suzanne Jounneau, Charlotte Gainsbourg. In concorso ci sono anche il filippino “On the Job: The Missing 8” di Erik Matti, il polacco “Levae No Traces” di Jan P. Matuszyski.
Toni Servillo Qui rido io
C’è spazio anche per due episodi della serie HBO “Scenes from a Marriage”, remake della serie di Ingmar Bergman, qui con Jessica Chastain e Oscar Isaacs e la regia di Hagai Levi. Anche se i posti a sedere saranno sempre al 50%, cioè col distanziamento, non al 100% come a Cannes, e il metodo per prenotare i posti adatto solo ai ventenni, insomma, mi sembra che il Festival, tra film in concorso e fuori concorso, Orizzonti classico e Orizzonti extra sia davvero strapieno e non sarà facile seguire tutto.
lorenzo mieli foto di bacco
Qualcosa magari si poteva lasciare a casa. E la decisione di non prendere neanche un film cinese, magari è legata alla pandemia e alla totale chiusura della Cina.
La grande novità del festival mi sembra la forza produttiva di "The Apartment" di Lorenzo Mieli, che piazza due dei cinque film italiani in concorso. Rai Cinema né ha sempre tre, ma non è più il monopolio degli anni scorsi Netflix alla fine, ha solo due film concorso, credevo che la sua presenza fosse molto più forte. I cinque film italiani in concorso sembrano comunque forti.
qui rido io
Ce ne sono altri, non scelti per il concorso, come “The Peacock’s Paradise” di Laura Bispuri con Dominique Sanda, “Il bambino nascosto” di Roberto Andò con Silvio Orlando, “Ariaferma” di Leonardo Di Costanzo, ancora con Silvio Orlando, “La scuola cattolica” di Stefano Mordini, l’atteso “Atlantide” di Juri Ancarani, sparsi tra i vari Orizzonti.
penelope cruz madres paralelas
Fuori concorso anche documentari, magari interessanti, come “Hallelujah: Leonard Cohen. A Journey, A Song” di Daniel Geller e Dayana Goldforde, su come Leonard Cohen compose “Hallelujah”. Luca Rea, già colonna di Stracult, ha diretto “Django & Django”, una lunga intervista a Quentin Tarantino sugli western di Sergio Corbucci con molto materiale privato di Corbucci stesso sui set. Previsto anche un omaggio a Citto Maselli, un tempo abbonato ufficiale della Mostra con film il più delle volte impossibili.
LE SETTE GIORNATE DI BERGAMO SIMONA VENTURA
Non mi sembra di scorgere nessun film di Elisabetta Sgarbi, ma tra un ritratto di Ezio Bosso e l'ennesimo omaggio a De André trionfa il film più stracult di Venezia "Le sette giornate di Bergamo" diretto da Simona Ventura. Ci siamo.
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