Estratti dell'articolo di Paolo Bracalini per “il Giornale”
ROBERTA METSOLA GIORGIA MELONI
Sulla ratifica del Mes la Lega si gioca una carta utile in vista delle elezioni europee della prossima primavera. La posizione ufficiale del partito è sempre stata contraria, e Salvini intende mantenere questa linea per marcare lo spazio politico «euroscettico», lo stesso che ha cavalcato la Meloni nella fase da opposizione al governo Draghi e che le ha fruttato consenso.
«Continuo a ritenere che il Mes non sia uno strumento utile al Paese», ribadisce in serata a Porta a Porta. Ora che la Meloni non è più leader dell’opposizione, ma premier, al lavoro per accreditarsi nelle cancellerie europee come partner affidabile e atlantista, la Lega ha più gioco di lei nella partita Mes.
ROBERTA METSOLA GIORGIA MELONI
C’è però la questione Giorgetti, il leghista «draghiano» che guida il Tesoro con un occhio alla Lega ma con un altro anche alle aspettative di Bruxelles (e del Quirinale). Il parere positivo sul Mef firmato dal suo capo di gabinetto nella lettera alla commissione Esteri è considerato una spia della linea possibilista di Giorgetti, diversamente dal no netto di Salvini.
salvini giorgetti
Chi parla con il ministro del Tesoro assicura invece che Giorgetti sia sulle stesse posizioni di Salvini, e che i giudizi contenuti nel parere dato alla commissione Esteri (che lo aveva chiesto) non sono certo una valutazione politica sull’opportunità di aderire al Mes, ma semplicemente una spiegazione tecnica delle conseguenze che avrebbe il no dell’Italia, in particolare sul debito pubblico.
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Il prossimo appuntamento sarà l’aula, il 30 giugno, ma il tentativo in atto è quello di rinviare.
giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini
La Lega è intenzionata a tenere la barra sul no e rimbalzare la palla alla premier. «Seguiamo la linea Meloni» fanno sapere fonti vicine a Salvini. Come dire: tocca a lei sbrogliare la matassa. La Lega vuole essere di governo e di lotta. «La posizione della Lega è stata sempre molto chiara. Il Mes non va ratificato. Il ministero dell’Economia fa il ministero dell’Economia e dice una cosa ovvia. Un conto è la posizione tecnica, un conto è la politica» conferma il capogruppo leghista Riccardo Molinari. Ma, al di là delle posizioni politiche, rigettare il Mes sarebbe molto difficile per l’Italia. Altro conto è contrattare con l’Europa una serie di modifiche, dopo la ratifica. Cosa che l’Ue si è già detta disponibile a fare. Gli occhi sono puntati su Roma. Il dibattito in corso in Italia sul Mes «è seguito» dalle istituzioni Ue «con attenzione» riferiscono fonti europee, interpellate dall’Ansa.
giorgia meloni