Leonardo Martinelli per "La Stampa"
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È stata una giornata convulsa ieri a Parigi dal punto di vista politico. Il premier Edouard Philippe si è dimesso ed Emmanuel Macron lo ha sostituito tambur battente con Jean Castex. Nei prossimi giorni il presidente dovrà decidere la nuova compagine del governo: chi resterà, chi partirà? Jean-Baptiste Djebbari è il segretario di Stato ai Trasporti (è una qualifica ministeriale in Francia, anche se sotto la tutela della ministra della Transizione ecologica, Elisabeth Borne).
Trentotto anni, l'uomo Tav a Parigi (è lui a occuparsi dell'alta velocità tra Lione e Torino), Djebbari ha letto l'intervista data da Grégory Doucet a «La Stampa», dove il nuovo sindaco di Lione ha bocciato il progetto e chiesto di fermarlo. Ebbene, ieri sera il segretario di Stato ci ha tenuto a inviargli indirettamente una risposta, ribadendo che Parigi andrà avanti: quel progetto, «disponibile sia per i viaggiatori che per le merci, è profondamente europeo e necessario alla transizione ecologica, in cui si è impegnato il governo francese».
jean baptiste djebbari
Quella nota inviata a «La Stampa» è stato uno degli ultimi contatti di Djebbari con un giornalista, prima di attendere l'esito del rimpasto. Sarà confermato? Macronista di ferro e specialista del settore (è un ex pilota aereo), dovrebbe restare al suo dicastero. In ogni caso, come specifica, «il nostro Stato ha già confermato il suo impegno a realizzare questa nuova linea nella legge sull'orientamento delle mobilità, pubblicata nella Gazzetta ufficiale il 26 dicembre 2019».
gregory doucet
Insomma, indipendentemente da chi sarà il ministro, si va avanti. Aggiunge: «Il traffico stradale ha ripercussioni significative e nefaste nelle valli alpine dell'Arve e della Maurienne, particolarmente sensibili all'inquinamento dell'aria, che è la terza causa di mortalità in Francia».
E il progetto diventa ancora più necessario nel dopo coronavirus. «Nel contesto della ricostruzione economica dopo la crisi sanitaria, che dovrà essere ecologica e solidale - spiega -, il presidente della Repubblica ha ricordato il suo attaccamento a rendere i trasporti meno inquinanti. E così quello ferroviario, un modo pulito di viaggiare, dovrà ritrovare il suo posto, in particolare nella dimensione del trasporto merci che attraversa le Alpi». Per Djebbari, «la linea storica Lione-Torino, aperta nel 1871, non risponde agli obiettivi di una linea efficace.
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Parecchie restrizioni alla circolazione dei treni sono state imposte nel tunnel, per assicurare la sicurezza, e un auditing su questo punto è in corso». Conclude il segretario di Stato: «La nuova linea Lione-Torino è un progetto strategico, che avrà benefici ambientali certi in quelle valli e renderà più sicuri i flussi di trasporto tra Francia e Italia, spostando i traffici, che poggiano quasi esclusivamente sulla strada, verso la ferrovia, con un'offerta competitiva ed efficace».
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