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Una lettera affidata ai social, il giorno prima di morire. Nella speranza che raccontare il suo errore possa spingere altri a non commettere lo stesso. Thomas Macias, camionista 51enne californiano, è morto di coronavirus, contratto presumibilmente a una festa nella quale non ha adottato le precauzioni necessarie per evitare il contagio.
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“Sono uscito un paio di settimane fa”, ha raccontato in un post su Facebook, “a causa della mia stupidità ho messo a rischio mia madre, le mie sorelle e la salute della mia famiglia. È stata un’esperienza molto dolorosa. Non è uno scherzo. Sono stato superficiale, non essere idiota come me. Se devi uscire, metti la mascherina e rispetta il distanziamento sociale. Spero che con l’aiuto di Dio riuscirò a sopravvivere”.
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Thomas aveva partecipato a un barbecue con gli amici a Lake Elsinore, vicino Los Angeles. I sintomi sono cominciati dopo qualche giorno. Uno degli amici presenti alla festa lo ha contattato, gli ha rivelato di avere il coronavirus e di esserne a conoscenza da tempo, da prima di partecipare al barbecue: era asintomatico, non credeva di poter contagiare qualcuno. Con Thomas, che era in sovrappeso e soffriva di diabete, il covid non è stato clemente: è morto in pochi giorni.
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