Giuseppe Sarcina per il ''Corriere della Sera''
trump vince in new hampshire con figlia e moglie
Come sempre i fan di Donald Trump si sono messi in fila con ore di anticipo. Il candidato repubblicano chiude la campagna elettorale con cinque comizi. Il principale, alle 8 di sera, orario di prime time in tv, è nella Snhu Arena di Manchester, la città più grande del New Hampshire. Motivo? Una prima risposta viene dalla mappa geopolitica.
Se anche Trump dovesse fare filotto negli Stati in bilico, conquistando Florida, Ohio, Nord Carolina, potrebbe non raggiungere comunque la soglia dei 270 grandi elettori, necessari per vincere. A quel punto si rivelerebbero fondamentali i quattro rappresentanti del New Hampshire e forse anche quello assegnato nel secondo distretto del Maine.
Il popolo del tycoon ci crede. Mentre «The Donald» tuona contro la rivale («Per lo scandalo delle email non avrebbe nemmeno dovuto partecipare alla corsa elettorale») nell' ufficio che fa da cabina di regia a Manchester, Johana Parsing, una funzionaria del partito repubblicano che fa da portavoce, riferisce di una mobilitazione di «migliaia di volontari», coordinati da uno staff di 280 persone a tempo pieno.
trump new hampshire
Cifre impossibili da controllare. Ma i volontari ci sono davvero. Passa un immigrato cinese, sulla quarantina, che non vuole dire neanche come si chiama o che lavoro faccia, però ci tiene a precisare: «Il partito democratico è come il partito comunista cinese: vuole accentrare tutto». Si ferma Bill Donlan, 63 anni, lavorava in un caseificio, racconta che è la prima volta che si impegna in una campagna.
Dall' altra parte di Manchester, nella zona residenziale con le casette chiare e la bandiera piantata nel giardino, in un grande loft con qualche tavolo e gente seduta per terra, i democratici sono in pieno contrattacco.
Almeno una cosa accumuna le due fazioni. Va bene Twitter, benissimo Facebook, ma gli ultimi quattro giorni di volata si fanno all' antica. I volontari passano porta a porta per motivare i simpatizzanti, stanare gli indecisi, coinvolgere gli indifferenti, con una tenacia che sarebbe ammirata persino dai Testimoni di Geova.
donald trump in new hampshire
Qui, in questa terra antica e di confine, il Nordest degli Stati Uniti con 1,3 milioni di abitanti, i pretendenti democratici alla Casa Bianca prevalgono da 12 anni. Ma ora i sondaggi prevedono sostanziale parità: secondo la media realizzata dal sito RealClearPolitics , Hillary Clinton è in vantaggio con lo 0,6%, ma nel paniere ci sono rilevazioni che proiettano «The Donald» anche cinque punti avanti.
Si può trovare una delle spiegazioni nel distretto hi-tech di Manchester: la nuova frontiera industriale. Il «Granite State», come viene soprannominato il New Hampshire, ha aggiunto alle antiche cave di granito le fibre e i chip.
Le sedi larghe e basse di Hitachi, Honeywell, Comcast, si confondono tra grandi aceri, con le foglie rosse e arancioni.
Un' attrazione turistica.
La FairPoint Communications è una grande compagnia di telecomunicazioni fondata più di 100 anni fa in Nord Carolina. Fino a tre anni fa, la filiale di Manchester dava lavoro a circa 3.000 persone. «Adesso siamo 369», commenta Waine, 51 anni, in una pausa sigaretta con il collega Ron, 48 anni. Sono due tecnici informatici che guadagnano circa 40 dollari all' ora.
HILLARY CLINTON E I GIOVANI
«I manager vogliono trasferire tutto nel Sud degli Stati Uniti, forse in Texas o in Louisiana, dove i nostri colleghi vengono pagati 15 dollari all' ora». Waine e Ron sono iscritti ai sindacati, partecipano attivamente agli scioperi, hanno sempre votato per i democratici. «Stavolta, invece, puntiamo su Trump. Hillary Clinton non ha fatto nulla per aiutarci, mai vista qui».
Giusto o sbagliato che sia, ecco quello che sta accadendo anche nel New Hampshire, cioè in uno Stato che ha recuperato il livello di reddito precedente alla grande crisi del 2008 e in cui una famiglia può contare mediamente su 75 mila dollari all' anno, circa ventimila in più rispetto al dato corrispondente degli Stati Uniti.
hillary clinton
Non solo i blue collars , ma anche il personale più qualificato sta entrando nell' ombra della precarietà e dell' insicurezza. Per sommo paradosso, queste persone nella loro vita hanno beneficiato di un sistema di garanzie economiche e sindacali costruito dal partito democratico. E adesso che le difese sembrano non tenere più, chiedono protezione a un repubblicano. O meglio a Donald Trump.