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    DISOCCUPATI PER SCELTA – LA "YOLO ECONOMY" È SBARCATA IN ITALIA: SONO IN AUMENTO IL NUMERO DI TRENTENNI E QUARANTENNI CHE MOLLANO IL LAVORO PER SCELTA – SECONDO UN’INDAGINE DELL'ASSOCIAZIONE PER LA DIREZIONE DEL PERSONALE, SU UN CAMPIONE DI 600 AZIENDE, SEI SU DIECI SONO STATE TOCCATE DALLE DIMISSIONI DI MASSA – MA NON SARÀ CHE I GIOVANI SI SONO ROTTI LE PALLE DI AMBIENTI TOSSICI E STIPENDI DA FAME? - IL CONTROCANTO DI FRANCESCO SEGHEZZI, PRESIDENTE DI ADAPT: "DIPINGERE UNO SCENARIO AMERICANO NON HA RISCONTRI"


     
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    Giacomo Susca per "il Giornale"

     

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    Trentenni e quarantenni che mollano il lavoro per scelta, anche di punto in bianco, cogliendo di sorpresa le stesse aziende. Tra le eredità finora più sottovalutate della pandemia c'è il fenomeno delle dimissioni volontarie, come emerge dall'indagine svolta dall'Associazione per la Direzione del personale (Aidp) su un campione di circa 600 aziende italiane. Sei su dieci sono coinvolte in questa tendenza, che riguarda per il 70% la fascia d'età che va dai 26 ai 35 anni, seguita dai 36-45enni.

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    Altro che prepensionamenti e incentivi all'uscita, si tratta di giovani impiegati (82%) con 1-5 annidi anzianità aziendale e che vivono al Nord (79%). L'idea romantica e naïf del «mollo tutto e apro un chiringuito», per intenderci, porta fuori strada. All'origine della decisione di lasciare il posto a tempo indeterminato c'è la ricerca di condizioni più favorevoli (per il 47%), insieme all'aspirazione ad un maggior equilibrio tra vita privata e professionale (41%) o a maggiori opportunità di carriera (38%), sullo sfondo di una ripresa generale del mercato occupazionale (48%).

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    Il che sarebbe pure una buona notizia, dopo anni di congiuntura sfavorevole e un sistema ingessato da sbocchi limitati e precariato. Secondo i dati di Bankitalia-ministero del Lavoro, le cessazioni di rapporti di lavoro registrate nei primi dieci mesi del 2021 sono state 777mila, in netto aumento rispetto al periodo pre-Covid. Quella che negli Usa chiamano Great resignation, l'era delle dimissioni di massa, è diventata «una novità improvvisa e inconfutabile» anche da noi.

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    Aidp certifica che per il 59% delle aziende l'impatto delle dimissioni è stato superiore di almeno il 15% rispetto agli anni precedenti e per una su tre l'aumento è stato del 30%. Ci sono poi aspetti etici ed emotivi da non sottovalutare. Una realtà su quattro ha indicato come decisiva la ricerca di un «nuovo senso» della vita, mentre il 20% degli abbandoni è dovuto a un clima di lavoro percepito come negativo. Dal punto di vista dei direttori del personale, l'occasione è preziosa per una riflessione profonda sull'organizzazione interna.

     

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    Matilde Marandola, presidente Aidp e fractional people director di Camomilla Italia, spiega: «Una risorsa non va soltanto cercata e individuata, ma trattenuta ascoltandone i bisogni. Perdere una persona su cui si è investito è sempre un problema. Due annidi pandemia e smart working hanno insegnato anche alle imprese più piccole che nel lavoro il benessere è l'elemento chiave, tanto quanto meritocrazia e motivazioni».

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