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    DEGRADO CAPITALE – RICORDATE AL SINDACO GUALTIERI CHE LA ZONA DELLA STAZIONE TERMINI A ROMA LA SERA DIVENTA TERRA DI NESSUNO E I COMMERCIANTI HANNO PAURA – IL GESTORE DI UN BAR IN VIA GIOLITTI: “DEVO CHIUDERE ALLE 17, PERCHÉ DOPO QUELL’ORA QUI C’È IL CAOS, È MOLTO PERICOLOSO” – E LA MATTINA, PER PULIRE, I NEGOZIANTI DEVONO FARE DA SOLI PERCHÉ NON POSSONO ASPETTARE L'AMA, CHE ARRIVA CON COMODO, SE ARRIVA… – VIDEO


     
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    Camilla Palladino per https://roma.corriere.it

     

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    «Devo chiudere alle 17, perché dopo quell’ora qui c’è il caos, è molto pericoloso. Cercare di lavorare è inutile». Giancarlo Barletta, 75 anni, gestisce insieme alla figlia un bar in via Giolitti, alla Ferrovie Laziali, e descrive la situazione che si crea nella zona dell a Stazione Termini dal tardo pomeriggio. Una terra di nessuno. Specialmente la sera, e in particolar modo in quella strada. «Sono 35 anni che sono qui, conosco il quartiere, lavorare è sempre più difficile», racconta Barletta.

     

    Davanti alla sua attività si apre il sottopasso Turbigo, due carreggiate divise da colonne quadrate con cumuli di rifiuti e giacigli di fortuna. Lì le persone senza fissa dimora dormono a un passo dalle macchine che sfrecciano.

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    «Durante la notte c’è il degrado e ogni mattina trovo sporco, non posso aspettare l’Ama», dice ancora Barletta. «Quindi – chiarisce – mi occupo personalmente della pulizia del tratto di strada davanti al mio bar». Una pratica comune con il negozio di dischi accanto.

     

    «Abbiamo dovuto chiamare una persona che ci desse una mano a tenere pulito fuori perché altrimenti non riusciremmo a lavorare», dice la proprietaria, Lucia Giordano, 74 anni. La sua è un’attività storica, è lì dal 1967 «e negli anni – ricorda – la situazione è peggiorata». Il negozio chiude alle 19: «Non ho paura ma quello che vedo sotto a quel tunnel mi stringe il cuore».

     

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    Intorno alle attività che si raggiungono salendo le scalette di via Giolitti, la situazione è ancora più fuori controllo. La denuncia arriva da un altro commerciante, Raman Matiur, 42 anni, che lavora in un negozio di elettronica. «Là fuori vendono di tutto, anche quello che non si potrebbe: dalle droghe alle schede telefoniche irregolari», sostiene Matiur che, tra le altre cose, vende anche le tessere per i cellulari. «Prima se vendevo una media di 15 al giorno – sottolinea – oggi ne hanno comprate due». E poi conferma, anche lui: «Qui, dopo le 17, lavorare è insostenibile».

     

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    E il degrado nella zona è diffuso: dagli accampamenti in via Marsala, alla tendopoli all’ombra delle mura lungo viale Pretoriano. Qui lo sgombero era programmato per il primo settembre. Poi è stato rimandato ma, assicura l’amministrazione del Municipio I a guida Pd, avverrà a giorni. Subito dopo verrà convocata l’Ama per la pulizia dell’area.

     

    L’emergenza igienico-sanitario si estende fino alle tende vicino a piazza della Repubblica, nei giardini compresi tra via Luigi Einaudi e via delle Terme di Diocleziano. Eppure dei fari di speranza e civiltà esistono. Ne è un esempio la Casa dei diritti sociali, l’associazione di volontariato che nella sede di via Giolitti organizza lezioni di italiano per stranieri e al piano superiore ha uno sportello per spiegare a chi è in difficoltà dove trovare cibo e alloggio.

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