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    LABRIOLA HA CONVINTO IL CDA, MA NON I MERCATI: SECONDA GIORNATACCIA CONSECUTIVA PER IL TITOLO DI TIM A PIAZZA AFFARI, IN CALO ANCHE OGGI A 0,41 EURO – IERI IL DG (E FUTURO AD) HA PRESENTATO IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE DELLA SOCIETÀ CHE PREVEDE LO SCORPORO TRA RETE (NETCO) E SERVIZI (SERVICECO). NELLA PRIMA DOVREBBERO CONFLUIRE SPARKLE E TELSY, E LA MAGGIOR PARTE DEI DIPENDENTI - L'OFFERTA DI KKR SEMBRA PIÙ LONTANA


     
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    1 - TIM: IN BORSA PEGGIORA A CEDE IL 4,5%

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    (ANSA) – Tim peggiora in Borsa e cede il 4,5% a 0,404 euro, dopo un avvio già in terreno negativo. Nei giorni scorsi il titolo ha segnato delle performance negative dopo i report degli analisti di Exane e Barclays. Ieri si è svolta una riunione durante la quale il Dg Labriola ha presentato le linee guida del nuovo piano industriale

     

     

    2 - BORSA: MILANO PROSEGUE PIATTA, MALE TIM -2,7%

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    (ANSA) - La Borsa di Milano (-0,07%) accelera e tenta di allinearsi agli altri listini europei. A Piazza Affari corrono Moncler (+3,8%) con i titoli legati al petrolio. Lo spread tra Btp e Bund scende a 133 punti base, con il rendimento del decennale italiano che si attesta all'1,33%.

     

    Performance negativa per Tim (-2,7%), dopo la riunione durante la quale il Dg Labriola ha illustrato la cornice del nuovo piano industriale. Male anche le banche con Unicredit (-0,7%), Intesa (-0,5%) e Banco Bpm (-0,3%).

     

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    Piatta Carige (+0,06%) a 0,77 euro, vicina al prezzo che sarà lanciata da Bper (+0,7%) per rilevare il 20% dopo l'acquisizione della quota dell'80% dal Fitd. In flessione Generali (-0,7%), dopo il consiglio d'amministrazione della vigilia. Male anche Mfe con le azioni di tipo A che cedono l'1,4% e quelle di tipo B -1,9%. Avanzano Saipem (+2,5%), Tenaris (+1,5%) e Eni (+0,9%), con l'aumento del prezzo del petrolio. In rialzo anche Leonardo (+1,8%), Iveco (+1,4%) e Ferrari (+1,4%).

     

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    3 - IL PIANO LABRIOLA CONVINCE IL CDA TIM L'OFFERTA DI KKR ADESSO È PIÙ LONTANA

    Francesco Spini per "La Stampa"

     

    Soffre in Borsa, dove il titolo scivola ancora del 3%, ma trova una prima importante schiarita sul piano. Giornata a due facce per Tim e per il suo nuovo numero uno Pietro Labriola. In una riunione non ufficiale del consiglio durata quattro ore e mezza il direttore generale, che venerdì sarà cooptato in cda come ad, ha illustrato la cornice e le caratteristiche essenziali del piano industriale che - oltre a un rilancio commerciale e più efficienza - avrà il suo snodo cruciale nella scissione proporzionale di Tim.

     

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    Il gruppo sarà diviso tra la società dedicata alla rete (NetCo), dove confluirebbero anche Sparkle e Telsy, e una dedicata ai servizi (ServiceCo), di cui farebbero parte anche Tim Brasil, il business del cloud, Olivetti e TimVision.

     

    L'obiettivo è creare valore per tutti gli azionisti. La società della rete sarà concepita nella logica di un'aggregazione con Open Fiber, finendo così sotto l'egida di Cdp, già socio in entrambi i soggetti. La società di servizi, invece, si candiderebbe a divenire un perno del futuro consolidamento del settore. Il disegno, insomma, si delinea.

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    La società di rete potrebbe sobbarcarsi il grosso dei dipendenti (nella ServiceCo andrebbero al massimo 12.500 dei 40 mila totali in Italia, secondo alcuni calcoli) e del debito, viste le metriche che danno a NetCo la possibilità, sulla carta, di sobbarcarsi un debito fino a 4-5 volte l'ebitda, che nel business wholesale di Tim è di circa 4 miliardi.

     

    La relazione, condensata in 150 pagine, sarebbe stata accolta con favore dai consiglieri, e parole di apprezzamento sarebbero giunte anche dal rappresentante di Cdp, il presidente Giovanni Gorno Tempini.

     

    Il consiglio - in vista del cda del 26 gennaio che approverà le linee guida, per dare disco verde globale il 2 marzo - appare favorevole al piano nato sotto l'impulso del primo azionista Vivendi e alternativo rispetto a quello del fondo Kkr.

     

    luigi gubitosi luigi gubitosi

    La cui manifestazione di interesse rischia di andare così alle classiche calende greche. Fonti di Tim rimarcano che scadenze, in merito, non ce ne sono. Fretta, neppure. Nessuno si stupirebbe se anche al cda del 26 gennaio la richiesta di due diligence del fondo americano andasse ancora inevasa. E se il fondo lanciasse nel mentre l'Opa a 50,5 centesimi? Sull'ipotesi c'è l'altolà del governo.

     

    «Strano leggere che Kkr pensi ad un'Opa non amichevole senza approvazione del board di Tim, oltretutto in piena elezione del Presidente della Repubblica. Parliamo di un asset strategico» che «va preservato», ha detto la vice ministra dell'Economia, Laura Castelli. Meglio che Cdp, Vivendi e Kkr lavorino «per trovare una soluzione ordinata che tuteli gli interessi di tutti nell'interesse del Paese».

     

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    La prospettiva dell'Opa che si allontana, la concorrenza nel fisso annunciata da Iliad, unite al taglio del prezzo obiettivo da parte di Barclays a 27 centesimi fanno soffrire il titolo che in corso di seduta scivola fino a un -5% per chiudere giù del 3,2% a 42,32 centesimi.

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    Pietro Labriola DI TIM Pietro Labriola DI TIM

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