Uski Audino per “La Stampa”
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Brividi a Berlino. Chi credeva che sarebbe stato il giorno del taglio del nastro per la coalizione Semaforo (Spd, Verdi e Liberali), arrivata al suo primo giorno di colloqui preliminari, ha sbagliato i conti. Mentre i giornalisti in attesa davanti alla Fiera di Berlino aspettavano che i tre segretari generali dei rispettivi partiti - Lars Klingbeil, Micael Kellner e Volker Wissing - si presentassero ai microfoni dopo 6 ore di colloqui per dire in sostanza «buoni colloqui» e «siamo ottimisti», sui media si sono rincorse le voci del passo indietro del presidente della Cdu Armin Laschet.
A quel punto la fibrillazione si è spostata all'Adenauer Haus, sede dei cristiano-democratici, dove era stata annunciata un'imprevista conferenza stampa. Sorprendendo tutti Laschet non ha pronunciato la fatidica frase «mi ritiro» né «mi dimetterò», ma per dirla con il collega di partito Friedrich Merz: «Ha aperto la strada a un nuovo inizio per la Cdu».
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La coalizione Giamaica (Cdu-Csu, Verdi e Liberali) resta ancora a suo parere l'opzione migliore, nel caso i negoziati attuali dovessero fallire, ma ha ricordato che questo progetto non è vincolato alla sua persona.
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«Non si tratta di Armin Laschet», ma del futuro governo del Paese. Quindi si è detto pronto a «una nuova formazione della Cdu» da attuare «coinvolgendo la base» e anche in modo «non convenzionale» con una serie di appuntamenti e un congresso di partito. La Cdu dunque si prepara alla nuova successione. u. aud.
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