Ettore Boffano per il “Fatto quotidiano” - Estratti
gianni agnelli
Dov’è conservato oggi quello che potrebbe costituire il più grande museo privato d’Italia, messo assieme da Gianni Agnelli? Almeno 636 opere il cui valore supererebbe il miliardo di euro. Ma soprattutto, che cosa sa davvero di quel tesoro – e della sua collocazione attuale – il nostro ministero della Cultura, che avrebbe diritto a porlo sotto tutela rispetto a eventuali trasferimenti o vendite all’estero?
Una prima risposta potrebbe arrivare proprio questa mattina a Milano quando, nel Palazzo di Giustizia, il gip deciderà se archiviare o prorogare le indagini, affidate al pm Eugenio Fusco, sulla presunta sparizione di opere appartenute al “signor Fiat”. La procura ha aperto l’inchiesta dopo un esposto di Margherita Agnelli per “il furto e la ricettazione” di alcuni quadri che la figlia dell’Avvocato sostiene essere di sua proprietà e che non avrebbe ritrovato, dopo la morte della madre Marella, in tre dimore passate nel suo pieno possesso: l’attico romano davanti al Quirinale, la residenza torinese di Villa Frescot e quella storica di Villar Perosa.
gianni agnelli al matrimonio della figlia margherita con alain elkann
Nuovi elementi su questa vicenda saranno invece svelati durante la prossima puntata di Report, in onda domenica 15 ottobre su Rai3, con un servizio di Manuele Bonaccorsi e Federco Marconi che hanno ricostruito da documenti inediti il tesoro artistico di colui che fu l’uomo più potente d’Italia, finito nello scontro dinastico tra la moglie Marella (e con lei i nipoti John, Lapo e Ginevra Elkann) e la figlia Margherita.
Non si tratta di opere qualsiasi: la Melanconia di una strada di Giorgio De Chirico (valore almeno 30 milioni), due Balthus (la Chambre e il Nude Profile), e poi Monet, Sargent, Gèrôme, Indiana, Bacon, Balla (La scala degli addii).
LA CHAMBRE BALTHUS
“Diverse dozzine di quadri” ha sostenuto, in un’intervista al Fatto e a Report, Andrea Galli, l’investigatore privato svizzero che da anni lavora per Margherita Agnelli.E proprio su indicazione di Galli, la Procura di Milano nel maggio 2022, aveva ottenuto una rogatoria in Svizzera, come rivelato nell’agosto scorso dal Corriere della Sera. Solo nel luglio 2022, però, i gendarmi del Canton Ticino sono entrati nel Punto Franco di Chiasso, uno dei depositi svizzeri sottratti alle regole doganali e spesso utilizzati per far transitare opere d’arte in modo riservato. Il blitz era finito con un buco nell’acqua.
ginevra john lapo elkann
(...) Insomma: che i figli non vogliano far sapere alla madre dove si trovino le opere d’arte probabilmente ereditate dalla nonna Marella è comprensibile. Che non lo sappiano gli uffici pubblici deputati alla tutela dei beni culturali – e dunque i cittadini italiani – è invece incredibile. Se i quadri, siano essi nella disponibilità dei fratelli Elkann o della madre, fossero all’estero e senza che il ministero ne fosse a conoscenza, sarebbe una gravissima perdita per l’Italia.
E che cosa aspetta dunque il ministro sovranista Sangiuliano ad accertare come stanno davvero le cose e a difendere “il patrimonio storico e artistico della Nazione”, come recita la Costituzione?
la lista delle opere d arte di gianni agnelli gianni agnelli al matrimoni della figlia margherita con alain elkann