Francesco Persili per Dagospia
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«Sbagliato dare tutte le colpe a Rudi Garcia. La stagione non è ancora compromessa. Ma per vincere lo scudetto la Roma ha bisogno di Benatia e…di Totti». Alla Festa dello Sport della Luiss, l’ex difensore giallorosso Fabio Petruzzi, oggi allenatore della squadra di Prima categoria dell’università romana, parla con Dagospia del momento no della Magica.
PALLOTTA
«Le responsabilità vanno divise tra società, allenatore e giocatori. Sono stati fatti degli errori in sede di mercato estivo ad iniziare dalla valutazione sbagliata sui recuperi di Castan e Strootman. Keita, poi, non è più quello di tanti anni fa e anche Maicon fatica a star dietro agli avversari…».
Mentre la società di concerto col tecnico cancella il giorno di riposo alla squadra, la piazza è in subbuglio e si interroga su Garcia. E’ lui l’allenatore giusto per nutrire ambizioni di vertice oppure dopo Ranieri e Luis Enrique (che col Leicester e il Barcellona guidano rispettivamente Premier e Liga) è l’ennesimo capro espiatorio di un ambiente che divora tutto e tutti? Il trittico Torino-Bate-Napoli viene descritto come il banco di prova decisivo per monsieur Rudi.
GARCIA_SABATINI
«Ora sta alla squadra dimostrare che c’è voglia di reagire – dirà in serata la compagna del tecnico e giornalista di Roma Tv, Francesca Brienza a Tiki Taka - La Roma non è inferiore alle altre pretendenti al titolo ma deve avere più convinzione». A minare le certezze quei 33 gol subiti in 19 partite. «La crescita del progetto tecnico si è arrestata l’anno scorso - spiega Petruzzi - Anche in questa stagione la Roma mostra grandissime lacune nella costruzione del gioco e nella fase difensiva. Se vuoi lottare per lo scudetto ed essere competitivo in Champions non ti puoi permettere di subire due gol a partita».
PETRUZZI
Sul banco degli imputati ci sono anche i calciatori. Un gruppo che prende due euro-scoppole in due anni e si affloscia nei momenti di difficoltà denuncia evidenti limiti di personalità. «Quando affronti Bayern e Barcellona una batosta si può mettere in conto ma in campo bisogna dare di più», sostiene l’ex difensore della Roma di Mazzone e Zeman che invoca una presenza più assidua di Pallotta a Trigoria: «Serve un presidente alla Dino Viola, alla Franco Sensi, alla De Laurentiis. Una figura carismatica che nei momenti difficili sia vicino fisicamente alla squadra e faccia sentire la sua voce…».
SENSI TOTTI
Ma niente è perduto. Il Napoli capolista è distante solo 4 punti. «La Roma può lottare per lo scudetto fino in fondo – la convinzione di Petruzzi - Per farlo ha bisogno di un solo acquisto: Benatia. E del ritorno di Totti. A 39 anni, gli bastano 20 minuti per fare la differenza…»
2. ROMA E GARCIA, RESA DEI CONTI TRA PAURA E ACCUSE AL MERCATO
Matteo Pinci e Enrico Sisti per “la Repubblica”
Abbiamo paura e non abbiamo un capo». A volte bastano le parole di una voce importante dello spogliatoio della Roma per inquadrare il problema, una delle tante spine di questa rosa che perso il suo profumo.
PAURA, GRUPPO, PERSONALITÀ
BENATIA
Una crisi d’identità, che da tecnica è diventata umana. Esibizioni intermittenti, vittorie esaltanti ma compulsive (Fiorentina, Lazio), svariate prestazioni sotto anestetico. La paura è tanta ed è figlia delle indecorose imbarcate. Secondo i dirigenti ora i calciatori temerebbero la giocata: si lavano pilatescamente mani e piedi. Prima si aiutavano, ora preferiscono dire: «Sbrigatela tu».
Il blocco mentale (collettivo) si aggiunge ad uno scollamento dell’intesa di gruppo. Fino a prova contraria, in campo non c’è un leader in grado di trascinare la squadra nei momenti di difficoltà: l’ultimo era stato Strootman, che da solo è lecito supporre nascondesse i limiti della panchina nel conferire carattere e struttura alla squadra in campo.
DISORGANIZZAZIONE TATTICA
garcia barcellona roma
Tra loro i giallorossi ne parlano, ma non per risolverla, quanto perché la considerano un discorso chiuso. E’ capitato che abbiano chiesto all’allenatore: «Mister, possiamo lavorare sulle diagonali? ». La risposta è stata no, se anche con l’Atalanta la linea della difesa giallorossa sembrava un elettrocardiogramma. Di chi è la colpa? Poco di Rüdiger, molto di Garcia, molto dei suoi “tattici”, di Bompard e Fichaux. La Roma di Pallotta si preoccupa di affidare il sito ufficiale a un esperto inglese ma sorvola sulla propria difesa. Il risultato è che i calciatori si aiutano alla buona, improvvisano. Il sito funziona.
LA PALUDE SOCIETARIA
Maicon
A luglio la dirigenza ha scelto di continuare con Garcia, limitandosi a “commissariarlo” attraverso una struttura guidata dal neo preparatore Norman. E anche adesso, di fronte agli scricchiolii di una possibile, imminente frana, evitano il cambio perché nessuno ha il potere per decidere, senza Pallotta, che è in arrivo ma non si vede a Roma dal 16 giugno, e forse perché non c’è una vera alternativa. A giugno dicono arrivi Conte (nonostante la chiusura ribadita anche ieri da Tavecchio). Forse nemmeno gli ottavi salveranno Garcia?
ROSA RIDOTTA ALL’OSSO
Campagne acquisti mirate alle plusvalenze, giocatori acquistati che non piacciono all’allenatore, rosa ridotta all’osso, non si contano più di 16 effettivi “graditi” al tecnico, ormai con la lingua di fuori, e minutaggi grotteschi garantiti a giovanissimi e malvisti. Fatali a metà stagione gli infortuni da gamba non più elastica o gli errori da stanchezza estrema (Digne con l’Atalanta). E Gervinho torna indispensabile (con lui 2,4 punti a partita, senza di lui 1 punto a partita). Non dovrebbe mai esserlo. Lui è un di più. Come Salah. Inevitabile tornare sul mercato, due o tre giocatori di livello.
GARCIA BRIENZA
IL FLOP DELLA COMUNICAZIONE
La Roma ha smesso di credere in se stessa quando Garcia annunciò, alla fine dello scorso anno: «Vinceremo lo scudetto». Avrebbero dovuto impedirglelo. Dopo Barcellona: «Prendere un gol o sei è uguale». Avrebbero dovuto impedirglielo. Ma a parte lo stadio, e i soldi degli ottavi, alla proprietà cosa interessa davvero?
totti de rossi benatia pjanic
PALLOTTA GARCIA CAPELLO SPALLETTI ANCELOTTI