Maria Rosa Tomasello per “La Stampa”
RACHELE SCARPA
È vero, non di solo pane vive l'uomo. Ma sostenere che bisogna «interrompere quel circolo vizioso per cui il lavoro è l'unico mezzo di sostentamento» rischia, in tempi di elezioni, di trasformarsi in un gigantesco boomerang: anche se la frase risale a un anno prima ed è stata, non senza perfidia, ripescata e postata su Twitter, ricordando ai candidati che è impossibile sfuggire al temibile setaccio della rete.
Autrice della dichiarazione è Rachele Scarpa, giovane candidata del Pd in Veneto, bacchettata dall'economista di Italia Viva Luigi Marattin. «C'era una volta il partito del lavoro» scrive Marattin, evocando rendite e sussidi. «E in quel caso, chi produce il reddito necessario per creare il sussidio?» domanda.
«Tanti di noi giovani, pur lavorando, rimangono poveri. Immaginare forme di sostegno al reddito universale non deve essere un tabù» replica lei, lanciando una stoccata all'avversario: «Magari lo capisce meno chi ha sempre difeso la precarietà chiamandola flessibilità».
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Ha le sue ragioni Scarpa, già finita nella bufera per alcuni post su Israele, ma in un Paese in cui alcuni imprenditori considerano difficile assumere un barista, sarebbe meglio rivendicare salari giusti e contratti regolari. Anche per non prestare il fianco a chi, come fa il leghista Andrea Ostellari, non si fa sfuggire l'occasione: «I soldi non crescono sugli alberi, in Veneto siamo abituati a rimboccarci le maniche, non a chiedere mance». Piccoli Pd crescono? Può darsi, ma hanno molto da imparare.
2 - LA «GOLDEN GIRL» DEL PD VUOLE FAR SOLDI SENZA LAVORARE
Francesco M. Del Vigo per “il Giornale”
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Rachele Scarpa deve sapere qualcosa che noi non sappiamo. Deve essere venuta a conoscenza di uno stratagemma, un trucco tramite il quale si possono far soldi senza aver a che fare con quel plebeo e pedestre impiccio chiamato lavoro. Altrimenti, le sue dichiarazioni di qualche anno fa ripescate dalla rete, sono del tutto inspiegabili.
Partiamo dal principio: largo ai giovani! Rachele Scarpa è uno dei candidati under 35 tanto sbandierati da Enrico Letta, ed è la stessa Rachele Scarpa - purtroppo per lei non è un caso di omonimia - che aveva definito lo Stato d'Israele un «regime di apartheid». Boiata coerente con quella dell'altro giovanissimo candidato dem che aveva sostenuto, salvo poi scusarsi, che fosse più facile credere agli Ufo che alla legittimità del sopraccitato Stato.
Questa volta la piddina è passata dalla politica estera direttamente all'economia, con risultati parimenti sconfortanti. «Dobbiamo interrompere quel circolo vizioso per cui il lavoro è l'unico mezzo di sostentamento», spiega piuttosto convintamente in un filmato che ha fatto il giro di social, siti web e tv scatenando un putiferio di polemiche. Lei si difende dicendo che è un vecchio video, roba di anni fa. Verissimo.
RACHELE SCARPA
Ma le stupidaggini non diventano intelligenti con il passare del tempo, rimangono sempre stupidaggini. È qualche millennio che l'uomo cerca di sbarcare il lunario senza faticare ma, al momento, pare che nessuno ce l'abbia fatta dignitosamente. Se la Scarpa è in possesso di questo segreto non ce ne tenga in disparte. Ma il vero problema è che non c'è nessuna magia dietro questa teoria, c'è sempre la solita vecchia tara assistenzialista che da anni avvelena il grillismo e che sempre di più ha contagiato il Partito Democratico. L'idea che il lavoro sia una iattura, che sia giusto decrescere stupidamente felici e che si debba sopravvivere con una pioggia di sussidi statali. Il circolo di chi ha un impiego è virtuoso, non vizioso. Se questi sono i giovani, meglio richiamare all'ordine i «vecchi» dal circolo ricreativo. E magari, quello sì, un po' vizioso lo può anche - giustamente - essere.
enrico letta pd enrico letta alla direzione del pd