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    LE BORSE CREDONO A UN ACCORDO SUL FISCAL CLIFF, MILANO +3% - SPREAD 354 - MA LE AZIENDE USA COMINCIANO A TAGLIARE GLI INVESTIMENTI, E OBAMA CHIAMA DI CORSA BUFFETT, COOK, DIMON - SQUINZI: VERA RIPRESA SOLO DAL 2015 - FIAT INDUSTRIAL, OFFERTA DEFINITIVA PER FUSIONE CON CNH - AUMENTA LA RACCOLTA DEI FONDI - SOROS PUNTA SU LINKEDIN - SOPAF, ESCE MAGNONI, ENTRANO I LIQUIDATORI - DISSEQUESTRATE QUOTE LIBICHE IN FIAT…


     
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    1 - BORSA: EUROPA CREDE AD ACCORDO SU FISCAL CLIFF USA, MILANO VOLA A +3%
    Radiocor - L'ottimismo sui negoziati per evitare il fiscal cliff negli Usa e l'attesa del meeting europeo di domani con il tema Grecia sul tavolo mettono le ali gli indici continentali. Milano e Parigi guadagnano il 3%, Francoforte il 2,5%. A Piazza Affari, dove il Ftse Mib (penalizzato da stacchi cedola pari allo 0,2%) ha guadagnato il 3,05%, il ruolo di protagonista lo ha avuto StMicroelectronics (+7,9%) grazie al migliorato giudizio di Ubs.

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    Tra i bancari spicca il +5,6% di Bper, mentre Mediaset si risolleva dai minimi storici guadagnando il 5,3%. La possibile offerta della giapponese Nidec su Ansaldo Energia sostiene Finmeccanica (+4,8%). In rosso Atlantia (-1,8%) e Terna (0,9%). Fiat Industrial sale del 2,7% dopo aver annunciato un miglioramento sostanziale delle condizioni per la fusione in Cnh (+5% a WalL Street). Sul mercato valutario, euro in risalita sopra quota 1,28 dollari (1,2805 da 1,2755). Petrolio in rialzo di 2 punti percentuali a 88,85 dollari al barile.

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    2 - SPREAD BTP-BUND CHIUDE A 354 PUNTI
    (ANSA) - Lo spread Btp-Bund chiude a 354 punti base con il rendimento del Btp sotto al 4,90%. Il differenziale tra i decennali di Spagna e Germania termina a 454 punti base con il tasso dei Bonos al 5,89%.

    3 - SQUINZI, VERA RIPRESA RAGIONEVOLE SOLO PER 2015
    (ANSA) - "Penso che una vera ripresa ce la dobbiamo ragionevolmente aspettare solo per il 2015". Lo ha affermato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine della 6/a Convention delle Imprese organizzata a Pescara dall'Unione degli industriali abruzzese.

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    Rispondendo alle domande dei cronisti Squinzi ha detto di non credere che la ripresa sia possibile nel 2013: "Se guardo le nude cifre - ha spiegato - non ci credo perché il Centro studi di Confindustria parla di meno 2,4 quest'anno e di meno 0,6 per l'anno prossimo con un auspicabile cambiamento di tendenza nella seconda parte dell' anno, quando ritorneremo a vedere dei numeri con il segno più".

    4 - BANKITALIA:CRISI PESA SU BANCHE,RISTRUTTURARE ANCORA
    (ANSA) - La crisi ha effetti negativi sulla redditività delle banche su cui pesa, tra l'altro,bassa domanda di credito, elevati livelli di rischio creditizio e fiscalità gravosa.E' emerso nell'incontro tra il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e le grandi banche.E'stata espressa la necessità di proseguire con decisione nei processi di ristrutturazione.

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    5 - FITCH, SENZA ACCORDO FISCAL CLIFF NUOVA RECESSIONE USA
    (ANSA) - Il 'fiscal cliff' può causare una seconda recessione negli Stati Uniti, spingendo il tasso di disoccupazione sopra il 10% e riducendo il pil fino a due punti percentuali. Lo afferma l'agenzia di rating Fitch, sottolineando di non attendersi che il Congresso lasci entrare in vigore i tagli automatici alla spesa e l'aumento delle tasse, consapevole degli ampi effetti che questo potrebbe avere.

    6 - USA; PAURA FISCAL CLIFF, AZIENDE TAGLIANO INVESTIMENTI
    (ANSA) - Le aziende americane rivedono i propri piani di investimento, tagliandosi al ritmo maggiore dalla recessione causata dalla crisi del 2008. La metà delle 40 maggiori società quotate ha annunciato che ridurrà i piani di investimento capitale quest'anno o il prossimo. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando che gli investimenti delle aziende in apparecchiature e software sono rimasti fermi nel terzo trimestre per la prima volta dall'inizio del 2009.

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    Il rallentamento o lo slittamento dei piani di investimento punta a difendere gli utili in un contesto di indebolimento della domanda e crescente incertezza: l'incertezza sulle elezioni negli Stati Uniti e sulle politiche di bilancio sono fra i motivi della revisione dei piani. Gli occhi sono tutti sul fiscal cliff. Il presidente americano Barack Obama ha chiamato nel corso del week end alcuni amministratori delegati di grandi aziende, da Warren Buffett all'amministratore delegato di JPMorgan Jamie Dimon, passando per l'amministratore delegato di Apple Tim Cook.

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    7 - USA; CORSA INVESTITORI PER EVITARE TASSE PIU' ALTE
    (ANSA) - Corsa degli investitori per evitare un possibile aumento delle tasse nel caso in cui non sarà raggiunto un accordo in Congresso sul fiscal cliff. E gli effetti delle loro decisioni si sentono sul mercato e sull'economia in senso più ampio. Lo riporta il New York Times, sottolineando che la revisione dei propri portafogli da parte degli azionisti è uno dei motivi alla base delle recenti forti vendite sui titoli Apple e Amazon. "Gli investitori di solito incassano i profitti dei loro investimenti e fine anno, ma quest'anno vendere sembra la strategia più appropriata" aggiunge il New York Times.

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    8 - PRODUTTIVITA': CGIL, NO AD ACCORDO SEPARATO, CONFRONTO PROSEGUA
    Radiocor - La Cgil auspica di 'poter proseguire il confronto' sulla produttivita', 'evitando cosi' di far precipitare la situazione in un accordo sindac ale separato, che continuiamo anche oggi a ritenere non sia positivo per nessuno'. Lo scrive il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso in una lettera inviata alle strutture della Cgil. 'La decisione di inviare un testo conclusivo del negoziato riteniamo sia un errore e per quel che riguarda la Cgil si ribadisce la volonta' di proseguire tenacemente la ricerca e si sottolinea che tutte le materie li' indicate debbono tradursi in accordi nei singoli settori delle categorie.

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    Ulteriore ragione - dice ancora la Camusso - per determinare regole democratiche, perche' tutto cio' non infici i rinnovi contrattuali aperti e perche' non si determini, in nome e per conto del Governo, una nuova stagione di divisione'.

    9 - FIAT INDUSTRIAL: OFFERTA DEFINITIVA PER FUSIONE CNH, MIGLIORA DEL 25,6%
    Radiocor - Fiat Industrial ha presentato 'la sua migliore offerta definitiva allo Special Committee del cda di Cnh Global N.V. relativamente all'integrazione strategica' di Fiat Industrial con la societa' americana. Lo comunica Fiat Industrial, precisando che questa proposta finale che prevede la distribuzione di un dividendo straordinario di 10 dollari per azione da erogarsi per la dalla fusione e se possibile prima della fine dell'anno 'rappresenta un miglioramento del 25,6% rispetto al valore implicito dell'offerta iniziale'.

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    Inoltre, se questa nuova offerta 'non sara' accettata, Fiat Industrial intende andare avanti con altri aspetti della proposta operazione, inclusa la fusione con una societa' di nuova costituzione con sede in Olanda e le cui azioni saranno quotate presso le borse di New York e di Milano'.

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    10 - FIAT: CORTE D'APPELLO DISSEQUESTRA LE QUOTE DEL FONDO LIBICO LAFICO
    Radiocor - La Corte d'Appello di Roma ha accolto l'istanza di dissequestro delle quote detenute dal fondo libico Lafico in Italia, tra cui le partecipazioni nel gruppo Fiat. Lo riferisce a Radiocor Fabrizio Carbonetti, dell'omonimo studio legale che assiste Lafico. Il 13 novembre il Procuratore generale aveva dato parere favorevole allo scongelamento delle partecipazioni detenute dal fondo.

    Oltre allo 0,33% in Fiat Spa e allo 0,33% in Fiat Industrial, Lafico detiene lo 0,008% in Eni e l'1,5% nella Juventus. Inoltre fanno capo a Lafico due immobili, uno a Roma e uno - si tratta di un bosco - a Pantelleria. Rimane sequestrato un albergo a Pantelleria che e' detenuto da una controllata di Lafico.

    Una volta ottenuto il dissequestro - deciso oggi - come aveva preannunciato Carbonetti, sarebbe stato presentato ricorso anche per l'albergo. Le quote dei fondi libici Lafico e Lia detenute in Italia erano state messe sotto sigillo in occasione della dura repressione dei ribelli operata dal regime d i Gheddafi. Recentemente sono state dissequestrate tutte le partecipazioni in mano alla Lia.

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    11 - FONDI: +1,4 MLD RACCOLTA III TRIM,PATRIMONIO SFIORA MILLE MILIARDI
    Radiocor - La raccolta netta dell'industria del risparmio gestito nel terzo trimestre ha totalizzato 1,44 miliardi di euro e alla fine di settembre il patrimonio gestito sfiora i 1.000 miliardi (992 miliardi contro 956 miliardi a giugno). Lo rende noto Assogestioni. Le masse sono equamente ripartite tra Gestioni Collettive (496 miliardi) e Gestioni di Portafoglio (496 miliardi). Le sottoscrizioni si sono concentrate sulle gestioni collettive, per un totale di 3,33 miliardi, in particolare sui fondi aperti (2,97 miliardi). I flussi si condensano in prevalenza sui prodotti Obbligazionari e sui Flessibili.

    Rilevante il risultato dei Fondi di diritto estero che archiviano il trimestre con 5 miliardi di raccolta. Le Gestioni di Portafoglio chiudono invece con deflussi netti per 1,89 miliardi di euro. In positivo, peraltro, l'andamento delle sottoscrizioni per le gestioni di patrimoni previdenziali, con afflussi per 682 milioni.

    Il secondo trimestre si era chiuso con una raccolta negativa per 4, 47 miliardi, quale somma tra i -225 milioni delle gestioni collettive (-1,18 miliardi i fondi aperti e +964 milioni i chiusi) e i -4,2 miliardi delle gestioni di portafoglio. Da inizio anno la raccolta e' negativa per 5,97 miliardi, derivante da un afflusso per +2 miliardi delle gestioni collettive e deflussi per 7,95 miliardi dalle gestioni di portafoglio.

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    12 - RIFIUTI: DA IREN E A2A NESSUNA OFFERTA SU ASSET TORINO
    Radiocor - Si avvia ad andare deserta l'asta indetta dal Comune di Torino sull'80% di Trm (societa' che gestisce il maxi termovalorizzatore in costruzione a Gerbido) e sul 49% di Amiat (nettezza urbana) per complessivi 182 milioni. La scadenza per le offerte vincolanti e' fissata per oggi ma, secondo quanto risulta a Radiocor, ne' Iren ne' A2A presenteranno alcuna proposta. Entrambe le societa' avevano formulato un'offerta non vincolante, ma nelle ultime settimane avevano anche chiesto una proroga al Comune di Torino sui termini per la gara, non accordata dall'amministrazione.

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    13 - SOROS VA IN RETE: PUNTA 141 MILIONI SU LINKEDIN
    M.Sid. per il "Corriere della Sera" - Dove non potè la finanza poterono i social network? George Soros, vero guru accreditato di un tocco magico che non si vedeva dai tempi di re Mida, ieri ha acquistato attraverso il suo fondo Soros Fund Management - che già possiede quote Facebook - 1,2 milioni di azioni LinkedIn, valutate 141,5 milioni di dollari. Ora, nell'impossibilità di telefonare direttamente al grande finanziere per chiederglielo, si potrebbe speculare che Soros stia tentando di buttarsi alle spalle lo smacco Facebook.

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    Il tempo ci dirà se la società di Mark Zuckerberg potrà mai tornare vicino alle quotazioni dell'esordio e a quei 100 miliardi di capitalizzazione che sembravano certi solo pochi giorni prima dell'Ipo. Nel frattempo, però, le cose stanno andando diversamente. Soros aveva investito 10,6 milioni di dollari acquistando 341 mila titoli Facebook nel secondo trimestre dell'anno. Il che vuole dire che ha acquistato sopra i 31 dollari azioni che ieri erano a 23.

    Perde circa un terzo. Non vogliamo dire che anche LinkedIn è un titolo a rischio: non ci sono elementi per capire se quella dei social network è una bolla. Ma se anche per LinkedIn dovesse ripetersi il film Facebook, Soros potrebbe scivolare in un momento di imbarazzo. In ogni caso poco male: per lui sono noccioline. E può sempre tornare a fare affari nel suo mondo meno hi-tech.

    Ps: per non sbagliare ha già iniziato. Ha infatti comprato 15,2 milioni di titoli di American International Group, valutati 499,1 milioni di dollari, oltre a ulteriori opzioni su 250.000 azioni della compagnia specializzata in polizze sulla vita e salvata dal governo americano nel 2008 con un maxi prestito da oltre 180 miliardi di dollari. Soros ha infine comprato 979.000 titoli di JPMorgan Chase e 1,5 milioni azioni di Citigroup. Regola sacra: diversificare. Prendiamo appunti.

    14 - MAGNONI ESCE DI SCENA, IN SOPAF I LIQUIDATORI
    F.Ch. per il "Corriere della Sera" - «Per me si tratta di una batosta sul piano economico e morale». Giorgio Magnoni esce di scena dalla gestione di Sopaf, la holding che aveva acquisito da Jody Vender nel 2005 e che da ottobre è in liquidazione. Ieri l'assemblea ha nominato i liquidatori, che subentrano al consiglio di amministrazione e che il 26 novembre dovranno portare in tribunale le carte del concordato e del piano di liquidazione.

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    «Una fine così non me la aspettavo», dice Magnoni, che di Sopaf è vicepresidente oltre che maggiore azionista attraverso Acqua Blu, «la situazione è precipitata con Banca Network: la perdita di 140 milioni è stata troppo. Ma gli asset di Sopaf sono buoni». Le partecipazioni, in Italia e all'estero, non sono cambiate rispetto a quelle che risultano dal bilancio 2011 che ieri la società ha rivisto tenendo conto del mutato contesto: la perdita netta della spa sale a 100,1 milioni, il patrimonio netto è negativo per 49,8 milioni.

    Da lunedì i tre liquidatori saranno al lavoro per quantificare gli asset. Il collegio, composto da Claudio Testa (presidente) e Lorena Ponti (Testa & Associati) e dall'avvocato torinese Paolo Jorio, è stato proposto da Acqua Blu, anch'essa in liquidazione. In assemblea era presente il 35% del capitale: si sono palesati il fondo estero Florida Retirement System, che ha votato contro, e l'1199 Healthcare Employees Pension, che si è astenuto.

    15 - MPS, DUE VOLUMI PER RACCONTARE LA SUA STORIA
    F.Mas. per il "Corriere della Sera" - Una storia lunga oltre 500 anni, quella di Mps, compendiata in due volumi-strenna. La scelta è del Monte dei Paschi, che ha commissionato la scrittura della storia della banca fin dalle origini, quando venne fondato nel 1472 come «Monte Pio» per volontà del Comune. L'opera sarà presentata il 27 novembre a Siena dal presidente Alessandro Profumo e dall'amministratore delegato Fabrizio Viola.

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    La scansione dei due libri abbraccia due finestre temporali significative: il primo volume, scritto da Giuliano Catoni, arriva fino alla grande crisi del 1929; il secondo, che uscirà l'anno prossimo ed è firmato da Pier Francesco Asso e Sebastiano Nerozzi (entrambi i volumi sono curati da Roberto Barzanti) racconterà il Novecento, fino al 1995. Per le vicende più recenti - la privatizzazione, il controllo della Fondazione, le avventure di Banca 121 e Antonveneta - ci sarà tempo: non è storia, ma cronaca.

     

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