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    “LE DO UNA TESTATA NEL NASO, LE CHIUDO LE NARICI” – DUE DEI SETTE RAGAZZI CHE HANNO STUPRATO LA 19ENNE A PALERMO, DOPO L’ARRESTO DEI PRIMI TRE COMPLICI, STAVANO ORGANIZZANDO UNA SPEDIZIONE PUNITIVA AI DANNI DELLA RAGAZZA – DALLE INTERCETTAZIONI EMERGE L’ASSOLUTA MANCANZA DI RIMORSO DEI GIOVANI, CHE DOPO LA VIOLENZA DI GRUPPO SE NE SONO ANDATI A MANGIARE IN UNA ROSTICCERIA, COME SE NULLA FOSSE, LASCIANDO LA VITTIMA A TERRA IN LACRIME – LA POSSIBILE PREMEDITAZIONE, I VIDEO E LE CHAT: “ERAVAMO CENTO CANI SOPRA UNA GATTA, UNA COSA COSÌ L’AVEVO VISTA SOLO NEI PORNO”


     
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    1. STUPRATA DAL BRANCO CHE DOPO LA DENUNCIA MINACCIA DI PUNIRLA

    Estratto dell’articolo di Anna De Martino per “La Sicilia”

     

    LE IMMAGINI CHE RIPRENDONO I SETTE STUPRATORI CHE CIRCONDANO LA RAGAZZA AL FORO ITALICO DI PALERMO LE IMMAGINI CHE RIPRENDONO I SETTE STUPRATORI CHE CIRCONDANO LA RAGAZZA AL FORO ITALICO DI PALERMO

    Avevano pensato di punire la vittima per farle rimangiare la denuncia di stupro. Si legge anche questo nell’ordinanza del gip di Palermo che ha portato all’arresto di sette giovani, accusati di aver violentato una diciannovenne la notte del 7 luglio scorso in un cantiere abbandonato sulla costa del capoluogo siciliano.

     

    L’idea di una spedizione punitiva era venuta a due dei quattro finiti in manette soltanto venerdì, dopo che altri tre complici erano stati arrestati il 3 agosto. I carabinieri, proprio in questa data, hanno intercettato due degli indagati, fino ad allora a piede libero, Samuele La Grassa ed Elio Arnao, che secondo il giudice coltivavano «una volontà punitiva» nei confronti della persona offesa.

     

    […] I due, convocati in caserma, discutono del rischio che Angelo Flores, il ragazzo che filmò lo stupro, avesse fatto i loro nomi. Su Whatsapp La Grassa scrive: «Ti giuro, stasera mi giro tutta la via Libertà e mi porto la denuncia nella borsetta... gli dico guarda che cosa mi hai fatto e poi gli do una testata nel naso», riporta nel messaggio.

     

    VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO

    […] Dopo lo stupro, il branco ha abbandonato la vittima per strada, prima di andare a mangiare in una rosticceria sul lungomare. […]

     

    2. DOPO LO STUPRO DI GRUPPO VOLEVANO PICCHIARE LA VITTIMA «NON DOVEVA DENUNCIARE»

    Estratto dell’articolo di Lara Sirignano per il “Corriere della Sera”

     

    «Mi ha fatto un nome, Angelo, uno che aveva già provato a violentarla, ma non c’era riuscito perché lei l’aveva rifiutato. So che la seguiva su Instagram. Mi ha detto che quella notte erano in sette, tutti giovani. Non so se li saprebbe identificare o se li ricorda, ma sicuramente Angelo c’era ed è lui che ha architettato tutto».

     

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    Non ha dubbi il fidanzato di Francesca (il nome è di fantasia, ndr ), la 19enne palermitana che, la sera tra il 6 e il 7 luglio, è stata abusata da un gruppo di ragazzi sul lungomare della città. «C’è Angelo dietro quel che è accaduto», ripete ai carabinieri. E lo stupro, ne è certo, era premeditato. Accuse che avrebbero più di un fondamento, secondo gli investigatori.

     

    Angelo conosceva da tempo la vittima e l’avrebbe contattata nel pomeriggio sui social per invitarla a trascorrere insieme la serata. E lei avrebbe accettato presentandosi all’appuntamento con due amici. Una serata d’estate come tante, un gruppo di ventenni che si vedono in un locale nel cuore della movida. E tanto alcol. A raccontarlo è proprio Francesca che ai medici del pronto soccorso, dove arriva dopo lo stupro con un’ambulanza chiamata da alcuni passanti, riferisce tutti i drammatici momenti vissuti: lei, ubriaca e malferma che si allontana con la comitiva verso una zona buia del Foro Italico, gli abusi, le umiliazioni, gli insulti, lo scherno e la violenza di gruppo ripresa col cellulare.

     

    stupro 2 stupro 2

    «Ho afferrato il telefono e ho chiamato il mio ragazzo […] Non sono riuscita a dirgli altro se non che mi trovavo al Foro Italico e che avevo bisogno di un’ambulanza. A quel punto mi sono accasciata a terra con il cellulare in mano. Ero sonnolenta, sentivo un gran bisogno di dormire. Sono stata raggiunta da qualcuno che ha chiuso la chiamata e mi ha fatta alzare in piedi. Poi mi hanno riportata da Angelo, che era rimasto in disparte. Gli ho chiesto di chiamare aiuto, ma lui ha risposto che non lo avrebbe fatto perché non voleva che fossero coinvolte le forze dell’ordine. Se ne sono andati…»

     

    VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO

    Una denuncia lucida che porta ai primi quattro fermi. I tre del branco ancora liberi […]a quel punto cominciano ad avere paura. Sanno che la ragazza ha parlato e pensano di vendicarsi. Angelo è già in carcere e ha cominciato a fare i nomi degli altri, tentando di limitare le sue responsabilità e dicendo di non aver partecipato alla violenza, ma di essersi limitato a guardare. I complici — tra loro c’è un minorenne — sanno di non avere scampo e vogliono vendicarsi di Francesca.

     

    «Ti giuro stasera mi giro tutta la via Libertà e mi porto la denuncia nella borsetta… le dico guarda che cosa mi hai fatto e poi le do una testata nel naso… le chiudo la narici con una testata», dice uno di loro registrato dalle «cimici» dei carabinieri.

    stupri stupri

     

    Parole […]  emblematiche di «una chiara volontà punitiva verso la ragazza, col fine di colpevolizzarla per la denuncia sporta». E dalle intercettazioni telefoniche che li incastrano vengono fuori anche tutta la spregiudicatezza e l’assoluta mancanza di rimorso degli indagati che, dopo gli abusi, vanno in rosticceria a mangiare come se nulla fosse, lasciando la giovane a terra in lacrime.

     

    VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO

    Un’indifferente brutalità raccontata dalle videocamere piazzate sul lungomare, le stesse che li avevano ripresi mentre raggiungevano il luogo dello stupro tenendo Francesca per le braccia, e che, dopo gli abusi, li filmano mentre vanno a cena. […]

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