Estratto dell'articolo di Alessandro Mantovani per “Il Fatto Quotidiano”
abusi su minori
Il maestro pedofilo ha pagato e sta pagando. L’arresto. Una condanna definitiva a cinque anni: uno l’ha fatto in carcere, poi i domiciliari. 75 mila euro di risarcimento, in parte in piccole rate, divisi tra le tre famiglie che l’avevano denunciato per le bambine palpeggiate in classe. Bambine di sei e sette anni. Prima e seconda elementare. E ora il problema non è più quel maestro di musica, ma la scuola.
La scuola cattolica che si gira dall’altra parte. “Non hanno mai risposto alle lettere dei genitori”, dichiara l’avvocato Guglielmo Mursia, che adesso assiste le famiglie con la collega Sandra Londei e vuole fare causa al Vaticano. “Per responsabilità morale – dice – che secondo il diritto canonico è imprescrittibile”. La direttrice, suor Loredana Brettone, non ci crede davvero neanche dopo dodici anni e le sentenze:
abusi su minori
“Sì, ho sentito che è stato condannato, ma io ho sempre pensato che non era possibile, ero scettica. Era una persona gentile, rispettosa. Ci sembrava una diceria, per questo ci siamo ritirate e non abbiamo più avuto contatti con nessuno”, ha detto ieri al Fatto Quotidiano la religiosa, tuttora responsabile dell’Istituto Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore, una scuola paritaria dell’infanzia e primaria nel quartiere Portuense di Roma, meno di cento bambini. Apprezzata anche perché bilingue.
abusi sessuali sui bambini
“Con i pasti pagavamo 200-250 euro al mese”, racconta ancora il padre di una vittima dei palpeggiamenti. I fatti risalgono al 2013, la condanna è definitiva dal 2023. In sede civile, racconta l’avvocato Mursia, si accordano con i legali del maestro per 25 mila euro a famiglia, 10 mila subito e il resto a rate di 500 euro al mese. Ma la scuola non risponde e i legali delle famiglie si rivolgono al Vicariato, senza risultati, chiedendo un’assunzione di responsabilità.
E ora alla Diocesi di Roma e alla Santa Sede: “L’Istituto scolastico – scrivono – ha omesso di prestare alle minori e alle famiglie il benché minimo appoggio morale e/o materiale.”