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    LE FAUCI DELLA VERITÀ – ORA CHE IL VIROLOGO AMERICANO CREDE ALLE ORIGINI NON NATURALI DEL COVID, TUTTI I PECORONI SI ACCODANO ALLA SUA VERSIONE: TRUMP FU UNO DEI PRIMI A SOSTENERE LA TEORIA, MA VENNE SPERNACCHIATO – STESSA SORTE È TOCCATA A LUC MONTAIGNER, PREMIO NOBEL PER LA MEDICINA, SEPPELLITO DA CRITICHE FEROCI DOPO AVER DETTO CHE IL CORONAVIRUS ERA FRUTTO DI “UN ERRORE UMANO DEGLI SCIENZIATI CINESI” - ORA CHE IL VELO DELL'ANTITRUMPISMO MILITANTE È CADUTO, LA STAMPA MONDIALE…


     
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    Maurizio Tortorella per "la Verità"

    TRUMP TRUMP

     

    «Il Covid ha un' origine naturale? Io non ne sono convinto. E sono favorevole a indagini approfondite per scoprire quanto è veramente accaduto in Cina».

     

    Se alcuni mesi fa parole come queste fossero uscite dalla bocca di un Donald Trump, l' orrido usurpatore della Casa Bianca, o da quella del suo segretario di Stato, Mike Pompeo, sarebbero state immediatamente tacciate come propaganda, falsità, complottismo.

     

    CINA VS TRUMP CINA VS TRUMP

    Ora, invece, la sconcertante verità viene pronunciata da un ex avversario di Trump, e cioè Anthony Fauci, direttore dell' Istituto nazionale di malattie infettive e scelto dal buon Joe Biden come consigliere per la lotta al Covid.

     

    Così il sospetto che la pandemia abbia origini diverse dal pipistrello o dal pangolino, e che il virus che ha massacrato il mondo possa essere partito dal misterioso laboratorio cinese di Wuhan, magari a causa di un' inconfessabile esperimento di guerra biologica, di colpo diventa più che legittimo. Quasi plausibile. Perfino probabile.

    anthony fauci anthony fauci

     

    Sono i miracoli prodotti dall' appartenenza al fronte progressista. Ieri anche Repubblica, che sulle origini del virus per oltre un anno ha deliberatamente ignorato ogni illazione che potesse attribuire la minima responsabilità a Pechino, ha rilanciato l' allarme di Fauci.

     

    E ha titolato: «Nuovi sospetti sul laboratorio di Wuhan». L' aggettivo «nuovi» deve aver disorientato i poveri lettori del quotidiano: mai, in oltre un anno di pandemia, era stata data loro la possibilità d' immaginare un qualche sospetto sull' origine del Covid. Pipistrelli e pangolini, tutt' al più.

     

    Sulle pagine di Repubblica, del resto, anche l' espressione trumpiana del «virus cinese» è stata sempre trattata con il disprezzo che si riserva al razzismo deteriore.

     

    il modellino del covid 19 in 3d di anthony fauci il modellino del covid 19 in 3d di anthony fauci

    Ma oggi Fauci punta il dito contro la Cina, e così finalmente diventa credibile anche un' altra verità (che i nostri lettori conoscono da tempo): e cioè che già nel novembre 2019 almeno tre ricercatori dell' Istituto di virologia di Wuhan si erano ammalati di una strana polmonite bilaterale virale, i cui sintomi erano «compatibili con quelli del Covid».

     

    A sostenerlo, citando un rapporto dell'intelligence statunitense, è oggi il Wall Street Journal che, malizioso, ha ricordato anche come Pechino avesse dichiarato il primo caso di contagio del «nuovo tipo di coronavirus» soltanto l' 8 dicembre 2019. Che cosa era accaduto nel laboratorio di Wuhan? Forse il regime di Xi Jinping nasconde qualcosa?

     

    laboratorio di wuhan laboratorio di wuhan

    Ora che il velo dell' antitrumpismo militante è caduto, la stampa mondiale - anche quella più progressista - scopre questa parte di verità.

     

    Scopre anche che 18 virologi e scienziati di fama hanno rivolto un appello all' Organizzazione mondiale della sanità perché «indaghi più approfonditamente sulle origini del Covid».

     

    wuhan laboratorio wuhan laboratorio

    Gli scienziati contestano le verifiche condotte dall' Oms lo scorso gennaio, a Wuhan, in una missione farsa dove gli ispettori internazionali sono stati affiancati da «commissari politici» cinesi e sono stati teleguidati in una fugace visita al laboratorio dei misteri. In quelle condizioni, nemmeno Sherlock Holmes avrebbe scoperto nulla. E infatti il rapporto finale dell' Oms ha accreditato la tesi pretesa da Pechino: il Covid ha una «probabile origine animale

     

    LUC MONTAIGNER 2 LUC MONTAIGNER 2

    Chissà. Prima o poi, forse, qualcuno chiederà scusa anche al virologo francese Luc Montagnier, premio Nobel 2008 per la medicina grazie alla scoperta del virus dell' Hiv. Nell' aprile 2020, dall' alto della sua scienza, Montagnier s' era detto «certo» che la diffusione del nuovo coronavirus fosse nata per «un errore umano degli scienziati cinesi», che avevano cercato di «mettere a punto un vaccino contro l' Aids partendo dal coronavirus dei pipistrelli».

    LUC MONTAIGNER LUC MONTAIGNER

     

    Montagnier aveva raccontato di avere «analizzato attentamente la descrizione del genoma del virus», e di aver scoperto che il genoma completo del Covid-19 aveva «al suo interno sequenze di un altro virus, quello dell' Aids». Per lo scienziato, insomma, a Wuhan qualcuno «ha fatto un lavoro da apprendista stregone».

     

    Per quanto proveniente dal genio che 12 anni prima aveva isolato il virus dell' Hiv, l' accusa di Montagnier era stata seppellita da critiche feroci. I media, allineati come birilli, l' avevano trattato come un volgare propalatore di bufale. Alla fine anche il Nobel era stato zittito, come non sarebbe accaduto all' ultimo dei ricercatori, o al più fastidioso dei No vax.

     

    Misteri del giornalismo contemporaneo. Sarebbe bello raccontasse tutto quel che merita di essere raccontato, senza prendere nulla come oro colato. Oggi nessuno, se non i ricercatori di Wuhan, sa che cosa diavolo sia accaduto in quel laboratorio, e che cosa vi si studiasse davvero.

     

    CORONAVIRUS CINA CORONAVIRUS CINA

    Nessuno, se non i vertici del Partito comunista cinese, sa quanto ci sia di vero nella notizia rivelata a metà maggio dalla stampa australiana (e che in Italia solo La Verità ha riferito), e cioè che esistano le prove che almeno dal 2015 i biologi militari cinesi sarebbero stati impegnati su «un nuovo coronavirus da usare in una futura guerra biologica». Quel che si sa è che l' Istituto di virologia di Wuhan lavora alle dipendenze dell' esercito cinese.

     

    Per questo, oggi, Fauci e i 18 scienziati hanno ragione a chiedere «indagini più accurate», per quanto difficili, sulla vera origine del Covid. Esattamente come, prima di loro, aveva fatto l' orrido Trump.

     

    wuhan red cross hospital wuhan red cross hospital

    Qualche attenzione meriterebbe anche un' altra storia, di cui online restano tracce interessanti. Nessuno sa se sia vera: si sa solo che risale al 2005, quindi non è stata inventata oggi. Ma anche per questo è sconcertante. Perché, 15 anni prima che il mondo si accorgesse di un virus di nome Covid, un ministro cinese della Difesa, il generale Chi Haotian, avrebbe rivelato alle più alte gerarchie militari l' esistenza di «ricerche avanzatissime su un nuovo tipo di armi biologiche, basate sull' ingegneria genetica».

    esercito nelle strade in cina esercito nelle strade in cina

     

    Il generale avrebbe parlato di «armi selettive, in grado di uccidere solo razze diverse da quella gialla». È un particolare che oggi fa un certo effetto, visto che da quando è scoppiato il Covid i morti nel mondo sono stati quasi 3,5 milioni, mentre in Cina sono 4.875 in tutto. Chissà che cosa ne direbbe Fauci.

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