ZUCKERBERG CON LA FIGLIA
Franco Vanni per “la Repubblica”
Prima la foto timida di un piedino. Poi l’immagine della nuca del piccolo. Quindi, finalmente, il sorrisone. E piovono i like di amici e follower. Pubblicare immagini dei propri figli, con o senza filtri di privacy, è tanto diffuso da sembrare naturale. La legge, entro certi limiti, lo tollera.
Almeno fino a quando l’amore finisce, mamma toglie il “mi piace” alla foto pubblicata da papà, e si rivolge all’avvocato chiedendo che l’immagine sia fatta sparire. «Non esagero a dire che la pubblicazione di foto dei figli sui social network è citata ormai in migliaia di cause di separazione. La questione viene sollevata per sottolineare l’inaffidabilità dell’ex.
O per chiedere l’affidamento del minore », dice l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione matrimonialisti italiani.
Gassani porta l’esempio di un padre che nell’agosto 2014 pubblicò immagini del figlio di quattro anni in barca. Il 12 settembre, su istanza della madre, un’ordinanza del Tribunale di Varese lo costrinse a fare sparire undici foto, «pubblicate senza autorizzazione dell’ex coniuge, necessaria per legge».
PADRI SEPARATI FIGLI NEGATI
Vale a dire, per il combinato dell’articolo 10 del codice civile sull’abuso dell’immagine altrui e del 316, che affida la responsabilità del minore a entrambi i genitori. Ma il giudice si spinse oltre. La pubblicazione dimostrava «l’immaturità di fondo» del padre. Il provvedimento ha fatto scuola e istanze simili sono state presentate in tutta Italia.
Nella maggioranza dei casi, assicurano i matrimonialisti, per ottenere la rimozione delle foto non serve il Tribunale. «Una persona ragionevole si adegua dopo la prima diffida della controparte», dice l’avvocato Cinzia Calabrese, presidente di Aiaf Lombardia.
FOTO FIGLI SOCIAL
E riferisce di un padre milanese che lo scorso giugno ha pubblicato su Facebook foto di sé con la nuova compagna, il proprio figlio di cinque anni e la figlia di lei. Didascalia: “happy family”. Ma la felicità è durata giusto il tempo che l’ex moglie vedesse la foto. La lettera dell’avvocato lo ha convinto a escludere i bambini dall’inquadratura.
Nelle separazioni problematiche, l’uso dei social network può essere segnalato al Tribunale per i minorenni. È il caso riferito dal presidente nazionale Aiaf, Alessandro Sartori. Nel Vicentino una donna è stata lasciata dal compagno nigeriano. Nel mondo reale, l’uomo non vede né cerca la figlia da Natale 2015. Sui social network, invece, spaccia per attuali vecchie foto con la bambina.
Una circostanza che la madre ha fatto pesare nel chiedere per lui la decadenza dalla responsabilità genitoriale. E si è rivolta alla Procura una donna il cui ex marito si rifiutava di togliere da Facebook immagini della famiglia unita, la cui esposizione per lei era diventata insopportabile. «La denuncia risale al 2014, la bimba aveva sette anni. Il procedimento è aperto», dice Caterina Mirto, avvocato a Palermo.
WANDA NARA MAXI LOPEZ
Fin qui, le pretese dei genitori. Ma una domanda fa discutere i giuristi: da adulti, i bambini di oggi cosa diranno del fatto che mamma e papà abbiano reso pubblico l’album della loro infanzia? La legislazione francese sulla privacy fa riferimento all’«obbligo di responsabilità di ciascun genitore nei confronti dell’immagine dei figli». E prevede fino a un anno di detenzione o 35mila euro di multa per chi pubblichi immagini di bambini, figli compresi, senza consenso.
Un consenso problematico, trattandosi di minori. «I nostri figli non sono nostri, nel senso di proprietà — dice Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale per i minorenni di Bologna — la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, ratificata dall’Italia nel 1991, stabilisce che nella vita privata del fanciullo non si possa interferire arbitrariamente ».
In attesa di sapere cosa ne penseranno i diretti interessati, una volta maggiorenni, diversi Paesi hanno introdotto sanzioni pesanti per chi pubblica immagini senza l’ok dell’altro genitore. Wanda Nara è stata costretta da un Tribunale argentino a pagare 137mila euro per aver diffuso foto dei figli avuti con l’ex Maxi Lopez, oggi attaccante del Torino.
A ispirare la legislazione argentina sono gli studi — l’ultimo dell’Office of the children’s safety commissioner in Australia — secondo cui metà delle immagini pedopornografiche è frutto di manipolazione di foto messe in rete dai genitori. Ma è difficile che simili allarmi possano frenare la diffusione delle foto di bambini sui social network. Lo stesso fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, lo scorso 24 gennaio pubblicò l’immagine del primo bagnetto della figlia. Tre milioni di like e, per ora, nessuna protesta da parte della piccola Max.
MAXI LOPEZ WANDA NARA ICARDI 7