1. FRECCERO: “È UN VERO E PROPRIO COLPO DI MANO’’
CAMPO DALL ORTO MAGGIONI freccero
da Il Fattoquotidiano.it: “Con questi direttori Renzi ha la certezza di controllare definitivamente i tre telegiornali, che saranno schierati tutti sul "sì" nel referendum costituzionale. Questi nomi rispondono a una duplice strategia: oltre al referendum, l' obiettivo è spegnere l' incendio divampato con l' operazione trasparenza sugli stipendi dei dirigenti Rai. È un autentico regalo al presidente del Consiglio, che è rimasto molto turbato dalla questione stipendi e da come è deflagrata sulla stampa”.
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“Verdelli non ha mai presentato un piano editoriale! Il piano editoriale si fa per iscritto, poi il documento deve essere consegnato formalmente. Invece di scritto non c' è ancora nulla. Verdelli ha presentato un piano guida, non un piano editoriale. E aveva garantito che le nomine avrebbero rispettato qualità definite esplicitamente nel piano. È tutto falso, è un vero e proprio colpo di mano”.
2. PER SALVARSI I VERTICI RAI TAGLIANO LA BERLINGUER
Marco Gorra per “Libero Quotidiano”
CAMPO DALL'ORTO
Normalizzazione in vista per i telegiornali della Rai. Nonostante sembrasse assodato che alle nomine dei nuovi responsabili delle testate del servizio pubblico si sarebbe messo mano con la dovuta calma dopo l' estate, prende corpo l' ombra del blitz agostano.
Questo il quadro. L' ora X è fissata per mercoledì 3 agosto, ultimo cda prima delle ferie. Ordine del giorno in teoria esaurito con l' ordinaria amministrazione ma in pratica - stando alle immancabili voci di corridoio - pronto per essere arricchito dalla portata principale degli avvicendamenti nei tg. Gli organigrammi sarebbero già definiti: al Tg1 conferma per Mario Orfeo, al Tg2 fuori Marcello Masi e dentro Ida Colucci, al Tg3 fuori Bianca Berlinguer e dentro Antonio Di Bella.
VERDELLI RENZI E CAMPO DALL ORTO ALLA LEOPOLDA
L' ipotesi dell' intervento anticipato sui tg ha scatenato il putiferio che è facile prevedere. Al di là delle obbligatorie barricate da parte dell' opposizione (insorgono Forza Italia e Movimento Cinquetelle), appare rilevante la spaccatura che si delinea in seno al cda stesso. Portabandiera del dissenso è il consigliere Carlo Freccero che - oltre ad avere informato a stretto giro delle indiscrezioni il presidente grillino della Vigilanza Roberto Fico - si schiera apertamente contro l' ipotesi del cambio in corsa, definendola «una decisione ingiusta, scorretta, clamorosa». «Se Berlusconi avesse fatto una cosa del genere, saremmo scesi in piazza», rincara la dose l' ex direttore di Rai2 e Rai4, «ma evidentemente Berlusconi era un dilettante allo sbaraglio».
Ecco, il punto è esattamente questo. Perché questo ventilato turbo-avvicendamento suona troppo come una mossa integralmente politica anche per un' azienda come la Rai dove il puro criterio editoriale viene tradizionalmente temperato da considerazioni di altra natura. In altre parole: la sensazione di trovarsi di fronte ad una partita di giro tra azienda e azionista di riferimento è forte, molto forte.
BIANCA BERLINGUER
Gli addetti ai lavori la spiegano come segue. Il direttore generale Antonio Campo Dall' Orto è all' angolo: non bastasse l' auspicato cambio di verso da imprimere alla Rai che stenta ancora a manifestarsi, le recenti polemiche sui compensi dorati di molti telegiornalisti che non fanno nulla hanno gettato luce pessima sulla nuova stagione del servizio pubblico. Logico che da parte governativa si vada perdendo la pazienza e si invochino drizzoni immediati.
Da cui la necessità di accelerare lo spoil system e di recapitare a Palazzo Chigi la meno gradita delle teste: quella della Berlinguer. Che il Tg3 rappresenti una spina nel fianco per il Pd è d' altronde noto, così come lo è che a Palazzo Chigi farebbero i salti di gioia se si riuscisse a sostituire l' attuale direttore con un successore meno geloso della propria indipendenza.
Antonio Di Bella
E si arriva all' effetto domino. Prima tessera: via la Berlinguer per rimettere in sella Di Bella (bello e pronto anche il pretesto: Bianca, verrà detto, era direttore da sette anni ed il ricambio si imponeva. Peccato che il successore designato ne abbia già fatti otto).
Seconda tessera: via Masi e Colucci promossa, per dare l' idea di un turnover tutto sommato organico e per allontanare il sospetto di stare compiendo un' operazione chirurgica sulla sola terza rete. Terza tessera: conferma per Orfeo, perché il Tg1 resta pur sempre il Tg1 e non è il caso di agire sull' ammiraglia dell' informazione con determinati criteri da elefante a spasso per cristallerie.
RENZI CON ANTONIO CAMPO DALL ORTO ALLA LEOPOLDA
Se il quadro sopra delineato sia destinato a restare un' indiscrezione o a diventare realtà lo diranno i prossimi giorni. Di sicuro c'è che chi potrebbe fare chiarezza immediata in merito ha scelto di trincerarsi dietro il più assoluto dei riserbi. Nonostante le richieste di chiarimenti, infatti, il dg Campo dell' Orto non ha proferito parola in merito, preferendo concentrarsi sul nuovo piano dell' informazione affidato al direttore editoriale Carlo Verdelli e la cui presentazione, assicura, è imminente. Sempre che non arrivino prima le nomine.