Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”
LUIGI SPINA
Vacilla la tregua che era stata cucita nel Consiglio superiore della magistratura dopo la pubblicazione degli atti dell' inchiesta di Perugia, che documentano incontri tra membri del Csm, magistrati e politici nei giorni in cui si discutevano le nomine nei più importanti uffici giudiziari, Procura di Roma in primis. Martedì nella riunione straordinaria del plenum tutti i consiglieri togati e laici «sgomenti e amareggiati» avevano condiviso un documento che denunciava comportamenti dei colleghi da cui «prendere con nettezza le distanze».
Dei cinque membri del Csm coinvolti, Luigi Spina (Unicost, indagato a Perugia) si è dimesso. Gli altri (Corrado Cartoni, Antonio Lepre e Paolo Criscuoli di Magistratura Indipendente; Gianluigi Morlini di Unicost) in quanto non indagati si erano autosospesi.
Una formula ambigua - ed estranea all' ordinamento - che aveva evitato una cruenta resa dei conti.
Paolo Criscuoli
L'indomani da affollate e rabbiose assemblee di toghe (soprattutto giovani) in tutte le principali città e dalla riunione dell' Associazione nazionale magistrati, il sindacato a cui aderisce il 90% della categoria, era emersa una linea più dura, con la richiesta di dimissioni immediate.
Ma negli ultimi giorni l'aria è cambiata. Il segnale è stata la svolta «garantista» della sezione di Cassazione di Magistratura Indipendente, che ha espresso «solidarietà e fiducia» ai tre colleghi, denunciando «una faziosa campagna di stampa» e invitandoli a non mollare. Anche perché, in caso di dimissioni, il Csm vedrebbe ribaltata la sua composizione, con l' assegnazione dei 4 seggi ad Area (corrente progressista) e Autonomia e Indipendenza (corrente di Davigo), che alle elezioni erano risultate minoritarie.
Corrado Cartoni
Ieri mattina il vicepresidente del Csm David Ermini ha convocato nuovamente gli autosospesi. In un colloquio definito da un testimone «franco ma civile» ha chiesto na decisione rapida nel segno della «responsabilità istituzionale».
Usciti dal Csm, i tre magistrati di Magistratura Indipendente si sono difesi in un' assemblea nazionale della corrente molto partecipata, con 200 presenti. L' ordine del giorno (rinnovo cariche) è stato accantonato e per tutto il giorno si è parlato solo del «caso Csm». Cartoni, Lepre e Criscuoli hanno confermato di aver incontrato Luca Lotti (deputato Pd ed ex ministro), ma in circostanze casuali.
Antonio Lepre
Avevano in realtà appuntamento con Cosimo Ferri (magistrato della stessa corrente ma in aspettativa perché eletto deputato Pd), con cui hanno una lunga consuetudine.
Stando a un partecipante all' assemblea, la loro difesa è stata «umanamente convincente». Hanno ammesso «l' inopportunità di alcuni comportamenti», ma precisando che «l' incontro con Lotti non era programmato» e non hanno «contrattato con lui nomine giudiziarie».
COSIMO FERRI
Alla fine l' assemblea ha approvato un documento in cui rifiuta «giudizi sommari», «rinnova la fiducia» ai tre, esclude dimissioni e li invita a ritirare l' autosospensione.
Nella discussione è stato evocato il ruolo di Ferri, rimasto leader di fatto della corrente anche dopo il passaggio in politica. Il documento proclama «l' impegno a evitare ogni contatto con qualunque esponente politico estraneo al Csm, ancorché magistrato».
Documento votato all' unanimità tranne l' astensione «tecnica» di Pasquale Grasso, presidente dell' Anm. La cui posizione da oggi è ancora più difficile. Magistratura Indipendente ritrova l' unità che la magistratura perde.