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    LA GUERRA TRA FRATELLI D’ITALIA E LEGA SI SPOSTA IN PISTA - COME SI E' ARRIVATI AL RITIRO DELLA CANDIDATURA DI ROMA PER I MONDIALI DI ATLETICA DEL 2027? COME DAGO DIXIT, IL DUPLEX ABODI-MELONI NON HA MAI VISTO DI BUON OCCHIO LA RASSEGNA PERCHÉ STEFANO MEI, PRESIDENTE FIDAL, È CONSIDERATO UN SALVINIANO DI FERRO – IL MINISTRO DELLO SPORT INCOLPA LA FIDAL: “QUANDO CHIEDI DENARO PUBBLICO NON LO PUOI FARE CON UN APPROCCIO DA BAR. ABBIAMO CHIESTO LO SCORSO NOVEMBRE ALLA FEDERAZIONE UN BUSINESS PLAN CHE È ARRIVATO SOLO IL 24 GENNAIO” – LA BORDATA ALL’ASSESSORE ONORATO - STEFANO MEI: "SONO INCAVOLATO PER L'ATLETICO E DELUSO PER IL NOSTRO PAESE"


     
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    DAGONEWS

    https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/dagonews-retroscena-ritiro-candidatura-roma-mondiali-386495.htm

     

     

    (ANSA) "Sono incavolato per l'atletica e deluso per il nostro Paese". Lo ha detto il presidente della Fidal, Stefano Mei, in una lunga intervista all'ANSA il giorno dopo la rinuncia forzata alla candidatura di Roma ai mondiali di atletica del 2027. 

     

    ABODI

    Estratti dell’articolo di Marco Bonarrigo per corriere.it

    andrea abodi andrea abodi

     

    «Quando chiedi denaro pubblico per organizzare un evento sportivo non lo puoi fare con un approccio da bar. Non puoi pensare che basti una bella presentazione che genera entusiasmo popolare perché arrivi subito il Governo e ti finanzi. Se chi voleva il Mondiale di Atletica a Roma avesse avuto un approccio rispettoso delle istituzioni e delle procedure e si fosse mosso per tempo non saremmo arrivati a questo punto».

     

    STEFANO MEI STEFANO MEI

    Il ministro dello sport Andrea Abodi respinge al mittente le accuse di non aver sostenuto una candidatura per cui, usando il linguaggio dell’atletica, l’Italia non è nemmeno scesa in pista: a poche ore dalla sfida con Pechino per l’assegnazione dei Mondiali 2027, ieri a Glasgow la Fidal ha ritirato la candidatura «per l’assenza dei requisiti minimi di partecipazione al confronto».

     

    Figuraccia annunciatissima: la settimana scorsa Abodi aveva avvertito il presidente Mei che «in assenza di una specifica autorizzazione normativa la formalizzazione degli impegni di spesa richiesti non è tecnicamente possibile». I Mondiali si svolgeranno a Pechino, per il 2029 c’è la candidatura forte dell’India.

     

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    «Il governo ha fatto il possibile — chiarisce Abodi — chiedendo nuovamente lo scorso novembre alla Fidal un business plan che sarebbe servito ben prima, ma che è arrivato solo il 24 gennaio. Con tutta la buona volontà è risultato impossibile trovare garanzie pubbliche per coprire gli 85 milioni di euro richiesti».

     

    STEFANO MEI STEFANO MEI

    Il ministro ha poi duramente ripreso l’assessore allo sport capitolino Alessandro Onorato («Il suo tono stupisce: a 100 giorni dagli Europei di atletica attendiamo ancora di conoscere il contributo di Roma Capitale all’evento») e precisato che «un grande avvenimento sportivo è motivo di soddisfazione, ma presuppone un metodo all’altezza degli impegni economici che devono essere assunti. Quando si tratta di garanzie per decine e decine di milioni di euro non è più solo un tema sportivo, ma di gestione d’impresa con cautele e valutazioni e non approcci approssimativi ed emotivi».

     

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    Gli indizi sul possibile fallimento della candidatura circolavano già da tempo e non erano legati solo al mancato finanziamento pubblico. Due mesi fa, dopo una serie di richiami da parte di una preoccupata federazione continentale, Sport & Salute era intervenuta con un commissariamento soft sul comitato organizzatore degli Europei di Roma del prossimo giugno, in forte ritardo sulle tabelle di marcia: non esattamente un buon biglietto da visita per un evento infinitamente meno complicato di un Mondiale.

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    «A ottobre, novembre e dicembre — spiega Abodi — eravamo in significativa difficoltà per gli Europei, in una condizione quasi impresentabile. Ci abbiamo messo una pezza. Ma come potevamo pensare di organizzare un Mondiale che costa dieci volte tanto senza porre in sicurezza quello che ci attende a giugno e con Roma Capitale che non ha ancora definito il contributo economico? È bello andare alle sfilate, alle inaugurazioni e ai concerti, ma poi non si possono fare dichiarazioni irresponsabili».

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