Estratto dell’articolo di Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”
ANTONIO PANZERI
Mentre a maggio l’europarlamentare Andrea Cozzolino era da tre mesi ai domiciliari a Napoli su richiesta del giudice istruttore belga Michel Claise, il magistrato sospendeva il mandato di arresto, emesso e mai eseguito, per il ministro del lavoro del Qatar Ali bin Samikh Al Marri considerato il principale corruttore nell’inchiesta sulle interferenze sul Parlamento europeo di Qatar e Marocco. Cadute le accuse per Al Marri? No, realpolitik.
Il Qatar, infatti, andava ricompensato per aver mediato con l’Iran per la liberazione dell’attivista belga Olivier Vandecasteele arrestato a Teheran per spionaggio. Poco dopo, il celebrato Claise esce dalle indagini per conflitto d’interessi, il mandato viene ritirato definitivamente e il procuratore Raphael Malagnini annuncia che lascerà il fascicolo per fare il revisore dei conti del lavoro. Il paradosso è che, seppure Al Marri rimane indagato, difficilmente sarà processato, a differenza di coloro ai quali avrebbe dato mazzette […]
«Più soldi»
maria arena
«Se ci sei tu allora io raccolgo più soldi», dice Antonio Panzeri, l’ex europarlamentare di Articolo Uno al centro delle indagini (si è pentito e sta scontando un anno ai domiciliari) all’amica Maria Arena in un’intercettazione agli atti.
Nonostante le indagini le assegnino un ruolo di spessore, l’europarlamentare belga S&D non sarà subito coinvolta nel Qatargate, e per questo l’ex vice presidente Eva Kaili accuserà gli inquirenti di averla favorita. Gli indizi su Arena emergeranno solo una volta che Claise avrà lasciato il caso una volta emerso che suo figlio Nicolas è socio di quello di Arena Ugo Lemaire.
ali bin samikh al marri roberta metsola
Anche appalti
Arena in Belgio è un politico di spicco. Con Panzeri è tra i primi a finire sotto la lente dei servizi segreti (Vsse) dai quali è partito il Qatargate e che, nonostante fosse protetta dall’immunità parlamentare, la intercettano ad agosto 2022 mentre con Panzeri parla di «soldi e appalti» e lui le dice: «Se ci sei tu allora io raccolgo più soldi...» (...) «i soldi ci sono, ma io vorrei aumentarli, perché secondo me sei forte per certe cose».
Lo zio ambasciatore
Michel Claise
Arena viene registrata quando dice ad Abderrahim Atmoun, l’ambasciatore di Rabat in Polonia considerato l’altro pagatore di tangenti, che suo figlio Ugo Lemaire, 32 anni, sta per recarsi in Marocco. Il diplomatico risponde che per ogni evenienza Ugo potrà chiamarlo e «dire di avere uno zio ambasciatore». In una nota a Claise sui movimenti del giovane socio di suo figlio, la polizia riporta con precisione le generalità di tutti i compagni di viaggio. Curiosamente, però, quando arriva a Nicolas Claise non è in grado di dare la data di nascita.
L’informativa entra negli atti solo il 19 luglio, a ben 8 mesi dagli arresti e dopo che emerge la storia della società tra i giovani. A casa di Ugo Lemaire vengono scoperti 280 mila euro in contanti, ma né lui né la madre subiranno conseguenze. A differenza di Giorgi e Panzeri che sono stati arrestati per questo come Kaili, dopo che il padre era stato trovato con una valigia con 600 mila euro. È risultato che la donna non ha mai toccato quei soldi che, aveva detto, dovevano essere restituiti a Panzeri.
«Sono un lobbista»
MEME QATARGATE BY MACONDO
Arrestato il 9 dicembre nella tempesta al Parlamento, Panzeri nega di aver dato tangenti per conto di Marocco e Qatar, ma ammette di avere fatto il lobbista senza pagare le tasse sui circa 2,5 milioni che in quattro anni ha incassato in nero dai due Paesi, 600 mila dei quali sono stati trovati a casa sua. Che si tratti di lobbismo lo scrivono anche i servizi segreti nella nota finale in cui non si parla mai di corruzione, accusa che nasce 7 giorni dopo in una nota della polizia.
«Altri nomi»
antonio panzeri con una valigia all hotel steigenberger wiltcher di bruxelles
Al termine dell’interrogatorio, i poliziotti gelano Panzeri rivelandogli che sua moglie e sua figlia sono state arrestate in Italia. Se vuole che escano, deve fare il nome di due persone. Lui cede, coinvolge inizialmente Arena e Marc Tarabella, altro eurodeputato. Agli inquirenti non basta, vogliono «altri nomi». Con una inversione che solleva dubbi sulla genuinità delle sue accuse, che non trovano ancora riscontri, stavolta esclude Arena coinvolgendo Kaili, Cozzolino e Lara Comi (FI). Kaili da mesi protesta e chiede l’intervento del Parlamento per la protezione dell’istituzione dalle intrusioni di Vsse e polizia, ma l’Eurocamera finora non si è certo distinta per il suo coraggio.
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