1 - "PRIMA VEDERE CAMMELLO" BASILICATA, FDI E FI NEI GUAI PER GLI AFFARI NELLA SANITÀ
Esrtatto dell’articolo di Dario Del Porto per “la Repubblica”
francesco piro
C'è una frase che spiega molte cose dell'inchiesta che scuote la Basilicata e la giunta regionale di centrodestra guidata da Vito Bardi: «Prima vedere cammello», dice l'influente capogruppo di Forza Italia Francesco Piro trattando l'adesione di una candidatura alle Comunali di Lagonegro del 2020, appuntamento amministrativo trasformato in un suk di «ingerenze illecite, favoritismi nelle nomine, trasferimenti, assunzioni in sanità o società» pur di far eleggere sindaca Maria Di Lascio.
vito bardi
Ora Piro è in carcere e Di Lascio ai domiciliari, ma il terremoto giudiziario fa tremare tutto il sistema di potere della destra lucana, mentre ombre si affacciano sulla gestione della sanità e sull'affare da 70 milioni per il nuovo ospedale di Lagonegro. Il governatore Bardi è sotto inchiesta, i suoi uffici in Regione sono stati perquisiti.
[…] Nelle carte, Piro appare come un politico spregiudicato, che alludeva ai natali calabresi della moglie per vantare relazioni la criminalità organizzata: «È di Rosarno. Sanno da dove arriva...». A settembre, Piro correva per il Senato e la sindaca Di Lascio aveva addirittura pensato di far oscurare il segnale del cellulare in una zona dove gli elettori non volevano sostenerlo: un disservizio creato ad hoc per poi risolvere il problema e accreditarsi. Ma il tecnico interpellato si rifiuta: «Non sospendiamo niente, non sono elementi da utilizzare in campagna elettorale».
MARIA DI LASCIO
2 - E IL POLITICO MINACCIAVA: «BASTA UN MESSAGGIO AI MIEI AMICI CALABRESI»
Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”
Tra l'estate e l'autunno del 2020, quando l'Italia intera, ma soprattutto il Mezzogiorno, aveva già dovuto fare tragicamente i conti con una sanità disastrata e inadeguata ad affrontare una emergenza come la pandemia da Covid 19, in Basilicata un gruppo di amministratori locali utilizzava quella sanità come terreno sul quale scambiare favori politico-elettorali. Voti in cambio di assunzioni, trasferimenti, incarichi.
È questo ciò che emerge dalla lettura delle 375 pagine dell'ordinanza con la quale il gip di Potenza ha parzialmente accolto le richieste della Procura disponendo l'arresto del capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Francesco Piro e del sindaco di Lagonegro Maria Di Lascio.
francesco cupparo
Piro è al centro di quasi tutti gli episodi oggetto di indagine. È uno che lascia intendere di avere amicizie nella criminalità organizzata calabrese. In una intercettazione lo si sente dire a un amico: «Mia moglie è di Rosarno, io basta che mando un messaggio: "Potete venire". Poi me ne vado in galera come Cristo comanda». È lui il principale sponsor della lista Insieme con Maria Di Lascio , e si impegna per costruirle una squadra vincente. Lo dice in una conversazione del 10 agosto intercettata dagli inquirenti. «In questo momento per me è primario Lagonegro.
Dal 21 settembre (il giorno successivo alle elezioni comunali del 2020, ndr ) e per i prossimi cinque anni non me ne fotterà più niente».
GIANNI ROSA GIORGIA MELONI
L'attenzione per le sorti politiche della cittadina in cima alla Valle del Noce hanno un motivo preciso: «Oltre alla gestione dei posti in sanità, emergono gli interessi relativi al progetto per la realizzazione del nuovo ospedale di Lagonegro, con annesse questioni dell'affidamento dei lavori, gestione del bar, esproprio dei terreni per la realizzazione del parcheggio», scrive il gip.
E aggiunge: «Risulta dalle indagini che le condotte compendiate nei capi di imputazione non costituiscono episodi isolati e relativi a una situazione contingente (ossia l'elezione del sindaco di Lagonegro nel 2020) ma al contrario sono manifestazione di un sistema, di un modus operandi strutturale da parte dei politici coinvolti. Per convincere ogni possibile candidato c'è sempre una offerta mirata.
francesco piro
All'ortopedico Luigi Alagia, per esempio, Piro prospetta il primariato dell'unità operativa dell'ospedale di Lagonegro. E sa di poter contare sull'appoggio del direttore generale dell'Azienda ospedaliera, Giuseppe Spera, che ha preso il posto di Massimo Barresi, manager non allineato e fatto fuori dopo una guerra di carte bollate sulla quale lo stesso Piro interviene cercando di condizionare il lavoro dell'avvocato della Regione che assiste Barresi. E poi c'è il presidente della giunta regionale Vito Bardi.
Una raccomandazione in favore di un aspirante finanziere (Bardi fu vicecomandante generale), un ruolo nel siluramento di Barresi e quattro tamponi molecolari in un mese, tra marzo e aprile 2020 senza alcun sintomo di Covid. Stessa cosa anche assessori e manager della sanità. «Come fossero beni in loro privata disponibilità - scrive il gip - mentre si trattava di beni pubblici disponibili sul territorio nazionale e in Basilicata in misura ridotta e in numero limitato e contingentato».
rocco leone giorgia meloni FRANCESCO PIRO SILVIO BERLUSCONI rocco leone 1