Franca Giansoldati per il Messaggero
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Il partito della Chiesa in uscita, delle periferie e dei migranti, si è assicurato la maggioranza. Tecnicamente parlando, il sesto concistoro che Francesco ha comunicato ieri mattina sarebbe potuto sembrare un annuncio come un altro, se non fosse che l'imminente infornata di cardinali, fissata per il 5 ottobre, segnerà inevitabilmente un passaggio non trascurabile.
Con i 13 nuovi ingressi - di cui 10 elettori - la parte predominante dei votanti si è fatta più omogenea e questo elemento anticipa i pesi e i contrappesi che si metteranno in funzione in un eventuale Conclave, quando sarà. Non che il Papa abbia intenzione di dimettersi, non ci pensa minimamente, ma il debutto di altri 10 votanti assai simili finisce per spostare l'ago della bilancia e cambiare un po' le cose. E non solo numericamente.
IL CORPO ELETTORALE
Con le new entry il corpo elettorale risulta così composto: 19 i votanti creati da Giovanni Paolo II, 42 quelli di Benedetto XVI e 67 di Francesco. I concistori sono necessari ogni due o tre anni, quando sorge la necessità di raggiungere nuovamente la soglia prestabilita dei 120 votanti (con meno di 80 anni) come è imposto dalle norme.
PAPA FRANCESCO MESSA PER I MIGRANTI
Una indicazione che tutti i pontefici, da Paolo VI in poi, hanno rispettato. Sicché anche stavolta l'annuncio del rinnovo del Collegio Cardinalizio non avrebbe tanto peso in sé se non segnasse la formazione di un partito sempre più omogeneo da un punto di vista programmatico e pastorale. In questi sei anni Bergoglio ha scelto con cura i cardinali pensando alla Chiesa in uscita, coraggiosa, globale e persino un po' destrutturata che sta costruendo.
papa francesco
Una Chiesa sicuramente poco romanocentrica. A volte i nomi indicati hanno stupito per creatività. Non sono mancati i preti di strada, i predicatori poco conosciuti, i monsignori di secondo piano nelle diocesi e in curia e persino gli outsider ripescati dopo essere stati allontanati da Roma perché non allineati con il mainstream dei pontificati precedenti. Francesco ha fatto saltare tutto aprendo strade inedite. I parametri che un tempo prevalevano e che tenevano conto anche dell'impegno nel governo centrale ormai vengono ignorati.
Monsignor Zuppi
L'esempio più eclatante riguarda monsignor Rino Fisichella che nonostante abbia creato il Giubileo della Misericordia persino stavolta ha ricevuto dal Papa l'ennesima umiliazione con l'esclusione dalla lista. In passato il suo nome sarebbe stato incluso, ma con Papa Francesco le regole sono mutate.
LE SCELTE
mons rino fisichella
In compenso le tre persone di curia scelte sono un gesuita cecoslovacco, padre Michel Czerny, che affianca il Papa sulla linea dei migranti e nella difesa del creato, il Bibliotecario teologo, padre Josè Mendoza, e padre Angel Ayuso Guixot, presidente del pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e artefice dei ponti con l'Islam. Verrà creato cardinale anche l'arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Zuppi, l'unico italiano nella lista.
Miguel Angel Ayuso Guixot
Completano il quadro gli arcivescovi stranieri. Premiati un cubano, un indonesiano, un congolese, il gesuita lussemburghese Jean-Claude Höllerich, che guida gli episcopati europei e che ha scritto per la Civiltà Cattolica un saggio contro i populismi e le destre, l'arcivescovo di Rabat in Marocco e l'arcivescovo del Guatemala. Il Collegio Cardinalizio si fa sempre più internazionale: pesano le voci dell'Asia e dell'America Latina. Ormai persino tra i cardinali l'Europa è il fanalino di coda che segnala il crepuscolo del cristianesimo.
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