Massimiliano Lenzi per "Il Tempo"
maria de filippi con le notti bianche di dostoevskij
"Le notti bianche" di Fedor Dostoevskij che diventano un hashtag di successo su Twitter, con Emma Marrone ed Elisa che postano sui social network dei selfie che le mostrano immerse nella lettura e con il libro che il giorno dopo entra nella top 5 di iTunes. Quando si dice il potere della televisione e dei nuovi media che diventano letteratura.
È bastato che ad "Amici", su Canale 5, il format ideato e condotto da Maria De Filippi, lo scrittore Roberto Saviano incentrasse il suo intervento su Dostoevskij e "Le notti bianche" perché l'interesse per l'autore russo diventasse un cult. A parte che Saviano è sicuramente più efficace come divulgatore di letteratura, in televisione, che come monologhista civile (che noia!), la moda di Dostoevskij (dopo il passaggio in tv) apre la necessità di una riflessione sul rapporto tra letteratura e televisione.
le notti bianche di dostoevskij ad amici
Partiamo dal contenitore, il programma della De Filippi. L'ultima puntata, con 4.714.000 telespettatori e il 23.28% di share, ha segnato l'ennesima vittoria in prima serata di "Amici" con il picco della serata raggiunto appunto da Roberto Saviano durante la lettura de "Le notti bianche" di Fedor Dostoevskij. Vero è che l'intervento dello scrittore è stato inserito in una scaletta dove i momenti emotivi del programma erano al massimo, ma il fatto che la letteratura abbia mantenuto grandi ascolti è sicuramente un dato interessante.
maria de filippi roberto saviano ad amici
Detto del contenitore, generalista ed aperto ad un pubblico di diverse età, vediamo il contenuto. L'Auditel ormai da tempo ci dice che programmi di cultura, sui libri, che parlano solo di libri non raggiungono mai un grande pubblico ma restano di nicchia. Il loro effetto, quindi, su una editoria in crisi e sulla vendita dei libri diventa di per sé poco incisivo. Perché, quindi, l'effetto Dostoevskij prodotto da "Amici" è un caso di contaminazione tra alto e basso (nel senso culturale) da studiare?
Ma perché il pubblico di quel programma è generalista, quindi non già selezionato, targetizzato, per la letteratura ma semmai giovane, variegato. Ecco allora che il ruolo della tv che diventa imprevedibile mettendo in mezzo ad un mare di ragazzi, che sognano il programma della De Filippi, uno scrittore divenuto famoso per un libro su Gomorra che parla di un grande autore russo, beh è sicuramente uno spariglio.
saviano ad amici con le notti bianche di dostoevskij
Volendo risalire con la memoria alle teche della televisione passata, quella del secolo scorso, viene in mente - nell'anno del suo trentesimo anniversario - la grande contaminazione ironica di Renzo Arbore e di "quelli della notte". Proprio in quel programma, diventato poi con il passare degli anni un cult, venne fuori un tormentone. Un giovane Roberto D'Agostino, non ancora dedito a Dagospia, diede vita all'incoronazione in tv dell'edonismo reaganiano.
selfie con le notti bianche di dostoevskij amici
Del resto erano quegli anni, gli Ottanta, l'era dell'ottimismo e della crescita. E proprio con la liturgia di quell'ottimismo, quel contaminatore (culturale) di D'Agostino ripeteva il proprio omaggio ad un libro, autore Milan Kundera. Titolo: l'insostenibile leggerezza dell'essere. Quel titolo e quell'autore nell'Italia socialista e fiduciosa nel suo presente diverrà un best seller. Non c'erano, all'epoca, ancora i social network e la rete di massa e quindi non troverete dei selfie di D'Agostino o di Arbore. Ma di certo ci saranno le immagini, di quella prima, interessante e stravagante storia tra televisione e letteratura.
emma marrone selfie con le notti bianche di dostoevskij
Ecco allora, che dal piano del contenuto, del contenitore, l'analisi sui libri e sul ruolo della tv si allarga alla funzione della televisione pubblica. Cosa vuol dire servizio pubblico? Vuol dire fare un programma noioso di libri che parla di libri ad un pubblico che già legge? Oppure vuol dire strambare, mettere fantasia, e far leggere Curzio Malaparte a Belen? Ecco, nell'era della velocità e della leggerezza legate alla natura dei nuovi media, tutto si trasforma, a cominciare dalla pedagogia.
selfie con le notti bianche di dostoevskij ROBERTO SAVIANO AD AMICI DI MARIA DE FILIPPI roberto saviano ad amici
Oggi il "Non è mai troppo tardi" del maestro Manzi non se lo guarderebbe nessuno perché il contesto, sociale, economico, di costume, culturale e tecnologico, è mutato. Per far leggere i libri a sempre più italiani, dunque, "famolo strano" (citando una battuta di Carlo Verdone). Perché come ha scritto Kundera, l'individuo "deve prendersi il diritto di sorprendersi".