Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
HILLARY E BILL ALLA FONDAZIONE CLINTON
Che fine ha fatto la retorica politica americana basata sulla necessità di ridare fiato e certezze a un ceto medio schiacciato da una polarizzazione dei redditi (professionalità creative e nuovi mestieri ben pagati in alto, molti posti di lavoro per servizi poco qualificati e poco pagati in basso, ben poco al centro) che, decennio dopo decennio, si sta facendo sempre più acuta?
Di rilancio della «middle class» parla ancora spesso, nei suoi discorsi, Barack Obama. Ma quell’espressione è assente dai discorsi di tutti i candidati alle presidenziali 2016 fin qui scesi in campo.
hillary clinton in iowa
Il senatore della destra conservatrice Ted Cruz preferisce rivolgersi a «uomini e donne che lavorano duro da un capo all’altro dell’America» mentre un altro senatore repubblicano, Marco Rubio, parla a «milioni e milioni di persone che non sono ricche».
Il governatore del Wisconsin, Scott Walker, sceglie come interlocutori i contribuenti che pagano le tasse e lavorano duro mentre il senatore della destra libertaria e radicale, Rand Paul, dice di voler parlare in modo particolare ai lavoratori dipendenti.
marco rubio
Ritrosia di questi politici, tutti candidati repubblicani, per un termine, «classe», che molti, a destra, associano alla lotta di classe e al socialismo? Non proprio, visto che anche l’unico candidato socialista, il senatore Bernie Sanders, preferisce rivolgersi agli «ordinary americans», alle «famiglie lavoratrici», alla «gente che lavora a tempo pieno». Tutto, pur di evitare l’espressione «middle class».
Che, a dire il vero, viene citata dalla democratica Hillary Clinton ma solo per dire che «dobbiamo impegnarci per far sì che l’espressione ceto medio torni di nuovo a significare qualcosa». Per il resto anche l’ex segretario di Stato ed ex first lady preferisce parlare agli «everyday americans».
Che la classe di mezzo abbia continuato ad assottigliarsi sempre più negli ultimi anni, negli Usa come nel resto dell’Occidente, è una realtà sotto gli occhi di tutti. Chi scrive questo articolo ne è particolarmente consapevole avendo pubblicato una decina d’anni fa (con Edoardo Narduzzi) un libro intitolato «La fine del ceto medio e la nascita della società low cost». Ma l’ambizione della politica di ritornare alle condizioni precedenti, di agire per ricreare uno spazio per lavori con un livello intermedio di reddito, è sempre parsa legittima, anche se difficilmente praticabile.
UN HOT DOG PER OBAMA
Ora, però, sono gli stessi politici a fare un passo indietro e a modificare la loro retorica. Perché? La risposta la dà il New York Times dopo aver consultato un buon numero di sociologi e politologi: l’espressione ceto medio non è più percepita dagli americani come sinonimo di moderato benessere per le famiglie e di ragionevoli certezze sul loro futuro.
L’America convinta che, pur non navigando nell’oro, avrebbe sempre avuto un lavoro stabile e ben retribuito, sufficiente a mantenere la casa e le auto, a pagare il college per i figli, la sanità e a mettere da parte abbastanza per la pensione, non esiste più.
Obama ne parla ancora perché sa che le democrazie occidentali si sono rette dal Dopoguerra soprattutto sulla solidità e stabilità di questo ceto. Il presidente è sincero quando dice che vorrebbe risuscitarlo e non ha vincoli perché non deve essere più eletto. I candidati, invece, cambiano linguaggio perché gli strateghi delle campagne spiegano loro che quell’espressione non è più popolare, rischia addirittura di irritare un’America sfiduciata. Ma soprattutto, a destra come a sinistra, nessuno ha una ricetta credibile per ridare forza alla «middle class».
UN HOT DOG PER OBAMA
I democratici hanno da giocare la carta di un prelievo fiscale più progressivo: con cautela perché in America parlare di tasse è sempre pericoloso. Mentre i repubblicani, che ora promettono un impegno per i poveri, sotto sotto pensano che le risorse per assisterli vadano prese da una spesa sociale che oggi beneficia soprattutto i ceti medi.
BARACK OBAMA E DAVID CAMERON MANGIANO HOT DOG ALLA PARTITA DI BASKET DEL COLLEGE
Sulle cause profonde della polarizzazione dei redditi, poi, la politica si divide tra chi pensa che a rendere il lavoro più incerto oltre che meno retribuito sia stata la globalizzazione delle economie e chi, invece, è convinto che pesi di più il rapido progresso della tecnologia: l’era dei robot che, dopo aver sostituito gli operai alle linee di montaggio, ora «mangiano» anche mestieri complessi e ben retribuiti (è di ieri il robot-anestesista). Ma, sul che fare, di proposte realistiche ne circolano poche .
UN HOT DOG PER OBAMA