Marco Zatterin per “La Stampa”
ELSA FORNERO
Un elettore su tre è indeciso a tutto. «Gli italiani stanno riflettendo», concede rapida Elsa Fornero, ben disposta a colorare di politica il suo cappello di economista. Vede profilarsi come tutti un'affermazione della Destra e immagina i "machi" della coalizione di Giorgia Meloni fare una grande fatica a ingoiare il rospo della sua premiership.
Invita comunque ad attendere il voto, a non dare nulla per scontato, e pensa a chi non ha ancora scelto. Molti nutrivano una grande fiducia in Draghi, spiega, e dopo i fatti di luglio «non hanno capito perché alcuni partiti lo hanno mandato a casa».
Ora succede qualcosa di molto chiaro, dice: «Pensano bene a cosa fare, ascoltano e ragionano. E alla fine andranno a votare, anche se il numero degli astenuti sarà più alto dell'auspicabile».
giorgia meloni su chi PH MASSIMO SESTINI
L'astensionismo è una punizione che il Parlamento merita?
«E' un segnale di sfiducia in una politica che, ogni volta che c'era da compiere scelte lungimiranti e magari impopolari, se l'è data a gambe sventolando teorie complottistiche. Gli elettori lo hanno capito.
Pensano che i politici siano bravi solo quando c'è da distribuire qualcosa, magari aumentando il debito. Ma se i problemi sono reali - dal Covid al gas- non trovano le giuste soluzioni. La delusione è inevitabile».
elsa fornero piange
Giorgia Meloni ha invocato l'unità contro il caro gas. Sembrava quasi Draghi.
«Sente odore di governo, si considera vicina alla meta. Siccome sa che i problemi del paese sono tanti, cerca di essere più prudente di alcuni che, anche della sua alleanza, prudenti non sono. A cominciare da Berlusconi che si ripresenta con promesse fatte vent' anni fa».
Meloni parla molto di sé, di maternità e famiglia. È una carta per la vittoria?
«In tutto il mondo le donne che governano affermano il diritto di essere donne e mamme a ogni effetto. Meloni ha adottato un modello diverso dalla classica donna della destra, tutta patria e famiglia. Mi sembra un altro segno di acume politico».
È persino trattenuta sullo scostamento di bilancio. A destra, è una notizia.
«Certo. Guarda lontano e ci riporta a discorsi un po' più lungimiranti ai quali non eravamo abituati. Lo dico anche se mi sento distante da Giorgia Meloni, ma va riconosciuto che in campagna elettorale sta evitando gli errori, il video sullo stupro, grave, è uno di pochi.
Ha impostato un percorso al termine del quale si vede presidente del consiglio, prima donna in Italia. sa che essere al governo comporta responsabilità, che i mercati contano e possono determinare uno stato di emergenza finanziaria in men che non si dica. Meloni lo sa bene e agisce con prudenza».
Professoressa, è tentata dal melonismo?
Mario Monti Elsa Fornero
«No, no. Riconosco uno stile di campagna elettorale superiore agli alleati di destra. Detto questo, certo non la voterò. Ci sono molte ragioni per non essere nel suo campo».
Mettiamo che la destra vinca. Le sembra che possano restare compatta, viste le divergenze fra i tre leader?
«Anzitutto, per il forte machismo da cui la destra è caratterizzata, Meloni premier sarebbe un grosso rospo da ingoiare. Sulla compattezza, osservo che, secondo i sondaggi, il suo partito ha il doppio della Lega».
Il discorso sul fascismo di Meloni è chiuso?
giorgia meloni su chi - PH MASSIMO SESTINI
«Il dibattito sul fascismo non potrà mai essere chiuso. Dobbiamo giudicarla sulle cose che fa e sulle persone di cui si contorna. Se lei sarà capace di dimostrare che il fascismo è alle spalle del paese, beh, questo sarà un passo avanti. Nel caso, dovremmo riconoscere a Meloni una capacità politica che molti alleati non hanno».
E i rivali? Letta fatica a tenere insieme la sinistra.
«La sinistra ha molte contraddizioni al proprio interno. Fatica a trovare un messaggio forte ed univoco che non sia quello, pur molto importante, dell'antifascismo. La destra parla di immigrati, confini nazionali, senso della famiglia quasi esclusivamente tradizionale, e così rappresenta una visione di società agli antipodi della sinistra.
giorgia meloni con la madre e la sorella
Bisognerebbe rispondere con forza, costruendo sui valori di uguaglianza, progresso, partecipazione e integrazione.
Bisognerebbe spiegare ad esempio che abbiamo bisogno di immigrati, è una questione demografica. Invece si fanno discorsi più ampi, ma al tempo stesso più vaghi. Poi si svelano le contraddizioni interne e le ricette faticano a raggiungere un elettorato comprensibilmente scontento».
A Mirafiori non votano a sinistra perché il Pd difende la legge Fornero. Lo sa, vero?
«La sinistra ha mostrato responsabilità col suo voto alla riforma delle pensioni. Anche Berlusconi ha capito che occorreva farlo. Se però si fosse poi scelto un percorso da paese politicamente più civile e, dopo aver accettato una riforma scritta in 15 giorni, si fosse trovato un accordo sugli aggiustamenti sempre necessari (nessuna riforma nasce perfetta) invece che demonizzare la legge e chi la ha firmato, sarebbe stata vicenda ben diversa.
SILVIO BERLUSCONI MATTEO SALVINI
La sinistra non ha provato abbastanza a adattare la legge e fare tutte le correzioni necessarie. È disposta a comprendere, però non riesce a parlare con il suo elettorato di riferimento che è in difficoltà». Calenda sta raggiungendo Forza Italia. «E' il segnale che il centro esiste. E che vuole seguire il percorso di riforma, e di posizionamento geopolitico, indicato da Draghi.
Calenda si posiziona chiaramente lì. È una via che già il governo Monti aveva tentato di imboccare. Forse non ci siamo spiegati bene ed andata come è andata. Ora, col Pnrr e il ravvedimento politico europeo, l'Unione ci è venuta incontro. Ha fatto molto. Calenda esprime quella posizione. Invita alle riforme, a spiegare che, senza cambiamenti importanti, resteremo al palo. Mentre troppi cittadini sono in situazione di grave disagio o di povertà».
I sondaggi dicono che Meloni ha doppiato la Lega. Cos' è successo dal 2019?
BERLUSCONI SALVINI MELONI
«Il metodo di comunicazione di Salvini, il suo comportarsi da spaccone, ha fatto il suo tempo. Ha le leve del comando del partito, ma molti in casa leghista auspicano più ragionevolezza, ad esempio sulla linea di Giorgetti. Se uno perde molti voti, qualche ragione c'è.
Farebbe bene a chiederselo anche lui invece che agitare simboli religiosi come se l'aiuto gli dovesse venire dal cielo».
Conte ha abbattuto Draghi ma è in recupero. Che dice?
«C'è una parte di sinistra che crede alle sue promesse. C'è chi teme la cancellazione del reddito di cittadinanza, chi credeva nei bonus e nei ristori. Quella di Conte non è una ricetta per la crescita, ma è redistribuiva e basata sul debito. Fa spesso riferimento al disavanzo, come se fosse indolore.
berlusconi salvini
Una politica redistributiva serve, ma bisogna vedere chi paga, se no per aiutare qualcuno finisce che lo si danneggia. Le politiche di Conte rifiutano i vincoli e le considerazioni».
E Berlusconi?
«C'è una stagione per ogni cosa. Quella di Berlusconi-riferimento per lo scenario italiano mi pare finita. Senza rimpianti».
meme su elsa fornero elsa fornero a otto e mezzo SALVINI MELONI BERLUSCONI VILLA GRANDE SALVINI BERLUSCONI VILLA GRANDE SALVINI BERLUSCONI RIUNIONE CENTRODESTRA elsa fornero