È caduto un pezzo di marmolada davanti a me
— Ste? (@steverganii) July 3, 2022
Sto caldo non va bene pic.twitter.com/cCVg1G6oVd
1. MARMOLADA, MAURO CORONA: «TRAGEDIA IMPREVEDIBILE, DA LÌ SONO PASSATO QUARANTA VOLTE»
Michela Nicolussi Moro per corrieredelveneto.corriere.it
A seguire con apprensione la tragedia della Marmolada c’è anche Mauro Corona, alpinista, scrittore, scultore ligneo ma soprattutto amante della montagna. Ha scalato numerose vette italiane ed estere, aprendo oltre 300 vie di arrampicata sulle Dolomiti friulane.
marmolada dopo il crollo del blocco di ghiaccio 2
«Conosco molto bene il tracciato travolto dal crollo di un pezzo di ghiacciaio — rivela — l’ho attraversato almeno quaranta volte, anche con gli sci, con le pelli di foca e i ramponi è bellissimo. Il ghiacciaio ormai è un po’ impolverato e sporco, ma quanto è accaduto non si poteva prevedere. Sabato scorso quel percorso era ancora più affollato e nell’estate 2021, pur con le stesse condizioni climatiche, non era emersa alcuna avvisaglia di ciò sarebbe potuto succedere».
Cosa si è «tecnicamente» verificato?
«Il ghiacciaio, stressato dal caldo eccessivo, ha ceduto e se ne è staccata una parte, che non sarà l’ultima. Un altro pezzo è pericolante e impedisce ai soccorritori di salire a cercare i dispersi. É una situazione da film dell’orrore, mi fa paura pensare che ci siano sopravvissuti ma non si riescano a portare in salvo perché potrebbe venire giù un altro pezzo di ghiacciaio. Penso a quelle trenta macchine vuote lasciate dalle persone di cui ora non si sa più nulla: e parliamo di due o tre per auto. É atroce».
blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 5
L’ennesima testimonianza della distruzione dell’ecosistema ad opera dell’uomo?
«Sì, abbiamo fatto le cicale per anni e adesso la terra ci presenta il conto. In montagna ci sono anche le rocce che si sgretolano, bisogna cambiare radicalmente il modo di affrontarla, abbandonando i vecchi, dolci, ricordi di un tempo. E questo vale per tutto, la natura si sta ribellando allo sfruttamento totale dell’uomo, l’abbiamo visto con Vaia, con la siccità, con le alluvioni».
Partiamo dalla montagna: come cambiare il modo di avvicinarsi?
«Non si può più andare sotto qualcosa che sovrasta le nostre teste, sia un ghiacciaio sia una roccia. Bisogna rinunciare a determinati tracciati, per esempio io adesso non andrei più sull’Adamello (a cavallo tra Lombardia e Trentino Alto Adige, in Val Camonica, è il più vasto ghiacciaio delle Alpi italiane, ndr), perché fa troppo caldo e potrebbe crollare. E poi bisogna essere più prudenti».
blocco di ghiaccio si stacca dalla marmolada 2
Affidarsi sempre agli esperti, anche per i tragitti più semplici?
«Sì, l’italiano ha un po’ la mania del fai da te, ma in montagna è pericoloso. Si deve usare cautela, rivolgersi alle guide alpine per decidere il percorso da affrontare. Magari si sceglie un tratto a rischio di caduta pietre, ed è frequente, e un esperto ti può consigliare il casco, per esempio. Bisognerebbe produrre e distribuire dappertutto, nelle scuole, negli uffici turistici, nei Comuni, un libriccino scritto dalle guide alpine con le modalità di accedere alla montagna nel terzo millennio».
Si parla di numero chiuso in montagna. Il Trentino Alto Adige ha già sperimentato una sorta di Ztl sul Passo Sella e al Lago Braies. Che ne pensa?
«Sono contrario, è una dittatura intollerabile, non è giusto che sia privilegiato chi può pagare, la montagna dev’essere di tutti. Il numero chiuso può andare bene sulle Tre Cime di Lavaredo, dove già devi versare un pedaggio (20 euro per la moto, 30 per l’auto, 60/120 per pullman e autobus, ndr). Anzi, io li farei andare a piedi».
Corona, lei che ama la natura, ci vive in mezzo da 70 anni, abbraccia gli alberi, è arrabbiato?
MAURO CORONA
«Ma sì che sono arrabbiato. C’è un nichilismo da terzo millennio, un’anarchia che porta la gente a dire: io me la godo, sto bene, sfrutto tutto quello che posso, faccio i soldi e chi se ne frega di chi viene dopo di me. Non abbiamo fatto progetti per le generazioni future, le persone usano e gettano la terra, la natura, l’ecosistema, pensando: tanto quando sono morto, che mi importa del resto. Se anche si cominciasse oggi a cambiare registro, ci vorrebbero almeno vent’anni per assistere ai primi miglioramenti, perché ormai c’è lo sfacelo».
Il primo segnale, però ignorato da chi decide i destini della Terra, è stato il cambiamento climatico.
mauro corona
«Esatto, parlo per l’Italia: siamo passati da un mite clima mediterraneo al clima tropicale. Io abito a 400 metri d’altezza e in questi giorni il termometro ha raggiunto i 39 gradi. Ogni sera c’è un violento temporale, c’è la grandine, la tempesta Vaia tornerà. Abbiamo voluto scaldare l’ambiente all’inverosimile e adesso tornare indietro è difficile. Anche perché non gliene frega niente a nessuno».
2. IDENTIFICATE QUATTRO DELLE OTTO VITTIME
Sono Filippo Bari, guida alpina, Tommaso Carollo, Paolo Dani, Davide Miotti, quattro delle otto vittime identificate e formalmente riconosciute dai parenti. I nomi delle altre 4 vittime al momento non sono stati resi noti.
LO SCARPONE RITROVATO DI GUNTHER MESSNER simon messner 8 reinhold messner 9 reinhold gunther messner 7