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    TOGA! TOGA! TOGA! LE PORTE GIREVOLI SONO STATE CHIUSE – DAI PALETTI PER CHI FA POLITICA (I MAGISTRATI NON POTRANNO PIÙ CORRERE NELLE REGIONI DOVE HANNO LAVORATO NEGLI ULTIMI TRE ANNI) AL FRENO ALLE CORRENTI: ECCO COSA CAMBIERÀ PER LE TOGHE CON LA RIFORMA DRAGHI-CARTABIA - NUOVO SISTEMA ELETTORALE PER IL CSM E ARRIVANO LE PAGELLE


     
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    GIOVANNI BIANCONI per il Corriere della Sera

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    Da un lato c'è l'intento di svincolare l'organo di autogoverno dalle spartizioni correntizie e mettere un freno al carrierismo dei magistrati; dall'altro si prova a impedire ogni tipo di commistione (anche solo d'immagine) tra toghe e potere politico, a livello nazionale e locale. Sono i due ambiziosi obiettivi della riforma targata Draghi-Cartabia, a cui ha lavorato la ministra della Giustizia e ha messo il sigillo il premier (dopo apposite correzioni), e che ora prende la strada del Parlamento. Che non sarà facile, ma il primo scoglio del Consiglio dei ministri è stato superato.

     

    Un primo passo «per accompagnare la magistratura in un percorso di recupero della piena fiducia e credibilità» indicato dal presidente della Repubblica al momento del suo reinsediamento, come sottolinea Cartabia. Come si voterà Rispetto all'ipotesi iniziale - un sistema maggioritario con collegi binominali - c'è il correttivo di una quota proporzionale. Il Csm tornerà ad essere composto da 30 consiglieri eletti, 20 dai magistrati e 10 dal Parlamento (più i tre di diritto).

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    I togati si distribuiranno fra 2 giudici di Cassazione, 13 di merito e 5 pubblici ministeri. I 2 della Cassazione, 8 giudici di tribunale e corte d'appello e 4 pm verranno eletti con il sistema maggioritario nei diversi collegi (in ciascuno devono esserci almeno sei candidati; se non ci si arriva saranno integrati con il sorteggio). Il quinto pm sarà il terzo più votato nel totale dei vari collegi, da individuare attraverso un calcolo ponderato che terrà conto dei bacini elettorali, mentre i rimanenti cinque saranno scelti tra i giudici di merito con un sistema di voto proporzionale su base nazionale.

     

    marta cartabia mario draghi. marta cartabia mario draghi.

    Un particolare considerato dai promotori molto significativo è che non ci saranno liste di candidati, ma ogni aspirante consigliere potrà presentarsi individualmente, senza bisogno di un numero di firme a sostegno della proposta. Per i cinque seggi da assegnare col sistema proporzionale i candidati potranno collegarsi tra loro, indicando la scelta alla pubblicazione delle candidature. Indipendenza e nomine

     

    La nuova legge prevederà che «all'interno del Csm i componenti svolgono le loro funzioni in piena indipendenza e imparzialità; i magistrati eletti si distinguono tra loro solo per categoria di appartenenza». Una sottolineatura per indicare che gli eletti togati non devono rispondere alle correnti d'appartenenza, come pure i laici ai partiti che li indicano al Parlamento al momento del voto. Il depotenziamento del potere delle correnti viene perseguito anche con un'altra norma, che rende tassativo il rispetto del criterio cronologico delle sede vacanti per assegnare gli incarichi direttivi e semi-direttivi; questo significa che ogni ufficio dovrà essere assegnato singolarmente rispettando i tempi della scopertura senza attendere il turno di altri per procedere alle cosiddette «nomine a pacchetto», cioè spartite tra i diversi gruppi.

    MARTA CARTABIA MARIO DRAGHI MARTA CARTABIA MARIO DRAGHI

     

    Le stesse nomine dovranno essere fatte tenendo conto di criteri più rigidi di quelli che lo stesso Csm si è dato finora: audizioni dei candidati obbligatorie, acquisizione dei pareri dei Consigli dell'Ordine degli avvocati, valorizzazione del merito e delle attitudini rispetto a ogni singolo incarico, senza dare alcun peso al criterio dell'anzianità se non come parametro «residuale» a parità di tutti gli altri.

     

    Sulle valutazioni dei magistrati vengono introdotte delle «pagelle» (discreto, buono, ottimo) che diano conto delle capacità organizzative del proprio lavoro. E viene introdotto nei consigli giudiziari il diritto di voto anche all'avvocatura, ma con il filtro di una delibera del Consiglio dell'ordine, per evitare possibili rivalse di un singolo legale su un magistrato che ha trattato un suo processo. Porte girevoli L'annosa questione delle «porte girevoli» tra politica e giustizia viene risolta con il divieto di tornare a svolgere funzioni giurisdizionali per tutti gli eletti in Parlamento o nei Consigli regionali o comunali, o che ricoprano cariche di governo nazionale o locali: ministri, sottosegretari, presidenti di Regione, sindaci, assessori. Il posto di lavoro sarà conservato presso il ministero della Giustizia o altre amministrazioni.

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    L'equiparazione tra cariche elettive e su chiamata ha fatto rientrare le tensioni delle ultime ore, anche se non si applicherà (com' era previsto già dalla riforma Bonafede sulla quale questa va a inserirsi) a chi attualmente ricopre quei ruoli. Limiti anche al momento dell'entrata in politica: i magistrati non potranno più correre nelle regioni dove hanno lavorato negli ultimi tre anni. Per i candidati non eletti, al pari di chi ricopre incarichi apicali come capo di gabinetto o segretario generale per almeno un anno, il ritorno alle funzioni giurisdizionali sarà possibile solo dopo tre anni di «limbo» in altri uffici.

     

     

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