Stefano Lorenzetto
Pulci di notte di Stefano Lorenzetto, da “Anteprima. La spremuta di giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
Altro exploit del corrispondente Rai dal Regno Unito, Stefano Tura, quello secondo cui «gli scienziati dell’University College hospital di Londra hanno iniziato la sperimentazione di un farmaco anticorporale per il Covid-19» (così al Tg1 delle ore 20). Stavolta al Tg3 delle ore 12 parla della «nuova variante del Covid-19 che rende il virus 70 volte più veloce nella trasmissione».
STEFANO TURA
Se ciò fosse vero, significherebbe che la variante inglese ha il 7.000 per cento di velocità in più. In realtà, rispetto al ceppo predominante, il virus ha una maggiore capacità di trasmissione che è stata quantificata dal primo ministro inglese Boris Johnson nel 70 per cento. Tura si è sbagliato «solo» di 100 volte.
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angelo bagnasco 1
Alla fine dell’intervista natalizia rilasciata a Claudio Tito della Repubblica, il cardinale Angelo Bagnasco svolazza dal passato al futuro con la fattiva collaborazione del giornalista, il quale riporta la seguente risposta senza avvedersi dell’errore che vi è contenuto: «Ogni Pontefice è sempre stato libero di rinunciare al papato. Il gesto del Papa Emerito, Benedetto XIX, ha un grande significato per se stesso».
Archiviato prematuramente Benedetto XVI, nel futuro della Chiesa ci attendono dunque, secondo il porporato, almeno tre pontefici di nome Benedetto eletti dopo Francesco: XVII, XVIII e, appunto, XIX, che secondo l’ex presidente della Cei rinuncerà, come ha fatto Ratzinger.
angelo bagnasco
Ma «il futuro è nella mani di Dio e nella collaborazione prudente degli uomini», conclude il cardinale Bagnasco. Soprattutto se gli uomini, e nella fattispecie intervistatore e intervistato, rileggessero i testi e correggessero i refusi.
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Il sito del Mattino di Napoli lancia la notizia del terremoto in provincia di Verona con un titolo assai sobrio: «Come l’Apocalisse». Non essendosi grazie al cielo registrati né morti, né feriti, né crolli, né danni di sorta, ci si chiede come il quotidiano napoletano annuncerà l’inizio dell’Apocalisse vera profetizzata da Giovanni: «E vi fu un violento terremoto. Il sole divenne nero come un sacco di crine, la luna diventò tutta simile a sangue, le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra, come un albero di fichi, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i frutti non ancora maturi». (6, 12-13).
giulietta zoccola e romeo cornuto striscione
A meno che il catastrofico titolo non fosse altro che una banale prosecuzione con altri mezzi dello storico striscione «Giulietta è ‘na zoccola e Romeo ‘o cornuto» apparso nel 1996 allo stadio San Paolo di Napoli.
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giovanni angelo becciu papa francesco bergoglio
Titolo del Fatto Quotidiano: «La Rivoluzione d’Ottobre va guardata a occhi aperti». Grazie per il suggerimento. Di solito guardiamo ogni cosa a occhi chiusi.
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«“Non sappia la destra quella che fa la sinistra”, afferma il Vangelo», esordisce Maria Antonietta Calabrò sull’Huffpost, infilando un refuso già alla quinta parola. L’articolo riguarda il presepe «da Guerre stellari» allestito in piazza San Pietro, «“benedetto” dalla Fondazione della Banca Tercas (con tanto di dichiarazioni della sua presidente), che non è una banca qualsiasi, ma è la banca per la cui acquisizione (che ha provocato conseguenze sulla Popolare di Bari) si era speso il finanziere Torzi arrestato dal Vaticano per il palazzo di Londra».
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Il pezzo si conclude con un attacco al cardinale Angelo Becciu, una variazione sul tema dell’incipit: «Anche qui: “Non sappia la destra cosa fa la sinistra”. Ma anche in questo caso sembra che non si trattasse di opere di religione». Peccato che Calabrò, a dispetto dei suoi trascorsi nel settimanale ciellino Il Sabato, con scarsa fantasia faccia entrambe le volte confusione fra le mani evangeliche, invertendole: «Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra» (Matteo 6, 3).
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PRESEPE SAN PIETRO
Dalla Repubblica: «Emilia Romagna. Record di consensi l’85 per cento dice sì», recita il titolo. Testo: «Il 95% di medici e infermieri, e fino a otto operatori su dieci delle strutture per anziani, dice sì al vaccino anti-Covid». Contentone ai sì vax e contentino ai no vax. Tutti (quasi) contenti, meno i lettori, che non sanno quale delle due percentuali sia esatta.
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Titolo di prima pagina da Avvenire: «Strage di donne nel Mediterraneo: (quattro incinte)». Chissà a che servono i due punti prima della parentesi.
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Come ogni domenica, La Stampa pubblica la rubrica settimanale di Alain Elkann, padre del suo editore, nonché presidente di Fca, John Elkann. L’intervistato è Alvise Casellati, direttore d’orchestra, figlio di Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato. Il quale, essendo nato a Padova, risponde alle domande nella nostra lingua. Alla fine del dialogo compare tuttavia la dicitura «traduzione di Carla Reschia». Si conferma così un antico sospetto: quello che Alain Elkann non sappia scrivere in italiano.
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Ci risiamo. Il pastore Eugenio Bernardini, già moderatore della Tavola valdese, nella rubrica Il Vangelo della domenica sul Fatto quotidiano, commenta un versetto del libro dei Proverbi e un altro della Lettera di Giacomo, che Martin Lutero definì «di paglia», cioè di poco valore. E il Vangelo? Urge cambiare il titolo della rubrica.