"Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
STEFANO LORENZETTO
«Morte assistita, via libera al primo articolo», titola Avvenire. Nel servizio, Marco Iasevoli rileva che «regge alla Camera l’asse Pd-M5s-Leu», avendo superato «svariate votazioni a scrutinio segreto», e conclude: «Non sfondano quindi i tentativi del centrodestra di portare la legge sul binario morto». La famosa proprietà di linguaggio.
***
Il coltissimo Mephisto Waltz sul supplemento culturale del Sole 24 Ore commenta l’astensione dal cibo come forma estrema di resistenza e rileva che «il vero inventore della protesta silente» fu Gandhi «con il record di un digiuno di sei mesi».
MAHATMA GANDHI
Poi aggiunge: «Digiuni à gogo si incontrano nella storia: dal sostegno degli indipendentisti irlandesi (Cork MacSwiney morì dopo 7 mesi di astinenza, nel 1920) ai Curdi del Pkk e fino a quelli delle suffragette per il voto alle donne, con parecchi morti prima del più tollerante Cat and Mouse Act».
Ne avesse azzeccata una. Mohandas Karamchand Gandhi digiuna per la prima volta nel 1919. Dopo di lui, per 74 giorni e non per 7 mesi, nel 1920 digiuna Terence MacSwiney, sindaco di Cork, non Cork MacSwiney!
MASSIMO FINI
Ma i digiuni delle suffragette sono precedenti, posto che il Cat and Mouse Act è del 1913. Quindi Gandhi non è l’inventore della protesta silente. Perseverare (negli errori) è diabolico, senza alcun dubbio.
***
«Lo scritto di Habermas e Derrida ebbe vasto eco, soprattutto a sinistra», si legge nell’editoriale di Maurizio Ferrera sul Corriere della Sera. Il gender dilaga.
PARATA DEI TALEBANI A KANDAHAR
***
«In vent’anni non ho sentito una sola voce, tranne la mia, bisogna pur dirlo, levarsi contro l’invasione e l’occupazione dell’Afghanistan non dico, com’è ovvio, dai Paesi occidentali occupanti, fra cui c’era anche l’Italia, ma nemmeno da forze neutrali.
afgani cercano di scappare all aeroporto di kabul
I vari papi che si sono succeduti dal 2007 non hanno mai pronunciato una parola, una sola, sull’Afghanistan», osserva Massimo Fini sul Fatto Quotidiano. Abbonato alle affermazioni apodittiche e ad ascoltare per lo più sé stesso, bisogna pur dirlo, il commentatore anticonformista, che stimiamo fin dai tempi in cui si esercitava sull’Europeo, non è nuovo a cantonate di questo genere.
MAHATMA GANDHI
Gli segnaliamo che il 15 agosto scorso, dopo l’Angelus in piazza San Pietro, papa Francesco pronunciò più di una parola: «Cari fratelli e sorelle, mi unisco all’unanime preoccupazione per la situazione in Afghanistan.
TALEBANI
Vi chiedo di pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo. Solo così la martoriata popolazione di quel Paese – uomini, donne, anziani e bambini – potrà ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco».
papa francesco 3
Trascorsa una domenica, Jorge Mario Bergoglio tornò sull’argomento (Angelus del 29 agosto): «Cari fratelli e sorelle, seguo con grande preoccupazione la situazione in Afghanistan, e partecipo alla sofferenza di quanti piangono per le persone che hanno perso la vita negli attacchi suicidi avvenuti giovedì scorso, e di coloro che cercano aiuto e protezione.
Stefano Lorenzetto
Affido alla misericordia di Dio Onnipotente i defunti e ringrazio chi si sta adoperando per aiutare quella popolazione così provata, in particolare le donne e i bambini». E chiese di «intensificare la preghiera e praticare il digiuno» a favore degli afghani.
Prima di lui, Giovanni Paolo II aveva indetto ad Assisi la Giornata di preghiera per la pace nel mondo (24 gennaio 2002), con l’invito al digiuno e alla preghiera, presentata così dall’Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice: «Dopo i gravissimi attentati terroristici dell’11 settembre negli Stati Uniti d’America, il Santo Padre ha più volte deplorato tali violenze ed espresso preoccupazione per le conseguenze dell’azione militare in corso in Afghanistan.
papa giovanni paolo ii
La Chiesa prega e invita tutti a far sì che l’amore prevalga sull’odio, la pace sulla guerra, la verità sulla menzogna e il perdono sulla vendetta». Lo stesso Giovanni Paolo II, il 28 ottobre 2001, subito dopo l’occupazione del Paese asiatico, aveva detto: «In questo momento affidiamo in special modo alla materna protezione della Vergine Santissima le popolazioni dell’Afghanistan: possano essere risparmiate vite innocenti e vi sia da parte della comunità internazionale un aiuto tempestivo ed efficace per i tanti profughi, esposti a privazioni di ogni genere mentre ci si sta inoltrando nella stagione inclemente».
Papa Wojtyla era intervenuto in precedenza anche contro l’invasione sovietica, in un discorso rivolto ai membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il 9 gennaio 1989: «La ritirata effettiva delle truppe straniere dall’Afghanistan dovrebbe essere il preludio ad una soluzione onorevole che permetta a ciascuna parte interessata di promuovere una nuova tappa nella ricostruzione e nello sviluppo di questo Paese».
***
matteo renzi alla leopolda 2021 1
Dal Sole 24 Ore: «Le analisi organolettiche sull’olio extravergine d’oliva possono anche essere promosse e realizzate da privati, ma devono rispettare le rigide norme e prescrizioni stabilite sia a livello comunitario che nazionale». Ci mancherebbe altro che fosse lecito non rispettare le norme.
***
«Tutto quello che desidera Renzi è qui, in questo piccolo centro congressi vicino piazza di Spagna», scrive Tommaso Rodano sul Fatto Quotidiano. La locuzione prepositiva corretta è vicino a. La preposizione a può essere omessa nelle forme colloquiali: «un supermercato vicino casa» (Lo Zingarelli 2021). Ma Rodano non parla: scrive. Male, si direbbe.