“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
corriere della sera, dalla libia sostegno a israele
«Ex-brigatista Francesco Giordano nel corteo di Milano: regge striscione anti-Israele», titola il sito della Repubblica. Ma il giornale fondato da Eugenio Scalfari contraddice sé stesso: com’è scritto nel testo sottostante, «Giordano era un membro della Brigata XXVIII Marzo, ritenuta responsabile dell’assassinio del giornalista Walter Tobagi nel 1980» (e anche del ferimento di Guido Passalacqua, cronista della Repubblica).
Nello stesso errore incorre il Tg1 delle 13.30, che definisce Giordano brigatista rosso. Incappano nello sfondone anche i siti del Corriere della Sera, del Giornale («Ex br» nel titolo, per subito smentirsi nel sommario: «Ha fatto parte della Brigata XXVIII marzo»), del Sole 24 Ore, del giornalista Nicola Porro e l’agenzia di stampa La Presse.
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la stampa, ragazze torturate senza tutela
Titolo a tutta pagina sulla Stampa: «Migranti, nel mirino la stretta sui minori / “Troppe ragazze torturate senza tutela”». Meglio torturarle con opportuna tutela?
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Su Libero, Hoara Borselli intervista Vittorio Feltri, che di quel giornale è stato fondatore e direttore, oggi direttore editoriale del Giornale. E gli mette in bocca la seguente frase riferita a Nino Nutrizio, fondatore e direttore della Notte: «Ancora prima di assumermi mi disse questa cosa: “Tu collabori da due anni con il Corriere di Bergamo e non ti hanno ancora assunto. Mi viene il sospetto che sei cretino”».
hoara borselli 4
Feltri non può avere pronunciato una simile scemenza, per il semplice motivo che il giornale al quale collaborava era L’Eco di Bergamo, non l’edizione locale (all’epoca inesistente) del Corriere della Sera. Né Nutrizio poteva concludere la frase nel modo riportato. Conoscendo l’italiano come pochi, disse: «Mi viene il sospetto che tu sia cretino».
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Titolo dalla Gazzetta di Reggio: «Scontro tra morto e camion / Ferito un uomo di 60 anni». Illeso il morto.
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Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Ore 19:50 – Il Parlamento libico: “Sostegno al popolo di Israele”». Perbacco, s’è capovolto il mondo! Ah, no: il testo spiega che «la Camera dei Rappresentanti libica (HOR) con sede a Bengasi “ha riaffermato il suo pieno sostegno al popolo palestinese nella sua lotta per liberare e ripristinare l’indipendenza della propria patria”».
il giornale, giordano ex br
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Il Fatto Quotidiano denuncia la cancellazione da Wikipedia della pagina riguardante Elena Basile, opinionista al centro di vivaci polemiche per le sue posizioni su Hamas e sulle stragi compiute in Israele:
«Già, perché le tante polemiche contro l’ex ambasciatrice e firma del Fatto, linciata su molti giornali solo per aver osato criticare l’operato del governo di Israele, hanno avuto un ricasco pure nella comunità dell’enciclopedia online».
la stampa, versetti e occhio sbagliati
A parte che Basile non è «mai pervenuta al grado apicale della carriera, come un utilizzo improprio del titolo di ambasciatrice farebbe presumere», come si legge in una nota del Sindacato nazionale dipendenti ministero Affari esteri («si è infatti dimessa dalla carriera diplomatica con il grado di ministro plenipotenziario, e sebbene, dopo aver servito a Tananarive, Toronto, Budapest e Lisbona, abbia svolto nel corso della sua carriera anche le funzioni pro tempore di capo missione in Svezia e Belgio, non è mai stata promossa al grado di ambasciatrice», puntualizza il documento), segnaliamo al quotidiano diretto da Marco Travaglio che ricasco ha solo due significati: il primo, in disuso, è «ciò che ricasca, pende» e «panneggio, drappeggio: i ricaschi di una tenda»; il secondo, in romanesco, «stare a ricasco di qualcuno, vivere alle sue spalle» (Lo Zingarelli 2024). Ignoriamo se Basile viva sulle spalle di qualcuno, ma, nel dubbio, chi la fa scrivere avrebbe dovuto usare il sostantivo ricaduta, che ha il significato di «conseguenza indiretta, ripercussione».
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la repubblica, giordano ex brigatista
Il sito della Stampa annuncia che Salman Rushdie sta scrivendo «un libro sull’agguato che gli è costato un occhio: “Knife” uscirà nell’aprile 2024».
E lo presenta come autore di «Figli della Mezzanotte e Versetti Satanici». Benché quelli del Corano si chiamino versetti, il secondo romanzo s’intitola The Satanic Verses, nella traduzione italiana I Versi Satanici, non Versetti Satanici. E benché a corredo della notizia compaia una foto dello scrittore anglo-indiano accecato, si legge che «ha perso la vista dall’occhio sinistro». No, guardate meglio: è il destro. Si conferma che alla Stampa vanno a occhio.
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i versi satanici, copertina
Dal sito della Rai: «Una ventina di animalisti ha manifestato a Bereguardo, nel pavese, chiedendo che non venisse effettuata la tradizionale corsa degli asini in programma per la sagra di San Zeno».
Tralasciando che si doveva scrivere «nel Pavese» (i nomi derivati da un luogo geografico richiedono la maiuscola, e specialmente questo, per distinguerlo dal pavese, grande scudo rettangolare usato dalle milizie medievali, e dal gran pavese, gran gala di bandiere innalzato dalle navi), la notizia si conclude così: «Per evitare che la situazione degenerasse, le forze dell’ordine hanno fatto salire gli attivisti sulle pattuglie.
La corsa degli asini a quel punto ha potuto svolgersi regolarmente, seppure in ritardo rispetto al programma». Diremmo che la competenza della Rai in materia di asini è ancora una volta accertata.
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Di Giannino Piana, morto a 84 anni, «protagonista della teologia morale italiana», Alberto Melloni, docente universitario di storia del cristianesimo e delle Chiese, annota sul Corriere della Sera che era «presidente dell’associazione dei teologi morali con Damiano Mongillo, Carlo Molari, Enrico Chiavacci». In realtà il primo si chiamava Dalmazio, nome di origine latina che indica la provenienza dalla Dalmazia.