Massimo Gramellini per il "Corriere della Sera"
Anziano in terapia intensiva 3
Lo confesso, sono un divoratore seriale di storie no vax. Mi incuriosisce scoprire fino a che punto possa spingersi il narcisismo, uno dei tanti virus della nostra epoca da cui non mi considero immune. Se deve paragonarsi a qualche perseguitato del passato, il no vax mica tira in ballo un martire minore, ma come minimo Gesù. Se viene scoperto mentre porge all'infermiera un braccio di silicone, prima cerca di farsela complice e poi ammanta la furbata di motivazioni altruistiche: il suo intento non era eludere le regole, ma provocare, lanciare un segnale...
TERAPIA INTENSIVA CORONAVIRUS
Il meglio di sé lo dà quando purtroppo finisce in terapia intensiva. C'è quello che si sveglia dal coma e accusa l'anestesista di sequestro di persona. Quello che strappa la mascherina al medico. O quell'altro, intubato, che con l'ultimo filo di voce rimastogli redarguisce l'infermiera che si sta avvicinando con una siringa di calmante: «Non si azzardi a farmi il vaccino!»
CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA
È come se fosse saltato uno degli ultimi schemi di buona educazione che davamo per scontati, forse perché era un insegnamento che ci veniva «inoculato» durante l'infanzia: ringraziare chi ti sta facendo un piacere, tanto più se quel piacere coincide con la vita. Prometto solennemente che d'ora in poi diventerò un divoratore seriale delle storie dei veri perseguitati, che non sono i no vax, ma i medici e gli infermieri che sgobbano per salvarli, con orari spesso inversamente proporzionali agli stipendi e senza neanche la mancia di un sorriso.