Giorgio Renzetti e Maria Letizia Riganelli per "il Messaggero"
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Un confronto finito con una pallottola. L'omicidio del professore Dario Angeletti, ucciso martedì scorso a Tarquinia, inizia ad avere contorni precisi: quelli di un delitto che ha come sfondo il legame con una donna.
Ieri è stato eseguito il fermo di Claudio Cesaris, 68 anni, tecnico di laboratorio dell'Università di Pavia in pensione ma non è ancora tutto chiaro. L'uomo è il sospettato numero uno, colui che avrebbe premuto il grilletto e fatto fuoco. Al magistrato che lo ha interrogato ha fornito alcune risposte ma ancora non è chiaro se abbia intenzione di collaborare.
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Cesaris vive a San Martino al Cimino, frazione di Viterbo, solo da pochi mesi. Era in pensione dalla sua attività che si è svolta lontano dall'Università della Tuscia: nessun movente professionale, non un delitto maturato nell'ateneo. Nessuna rivalità scientifica tra lui e Angeletti. A trascinarlo nel Viterbese sarebbe stata una missione: quella di riallacciare i rapporti con una donna.
IL MOVENTE
Lei ha 39 anni, lavora da due come ricercatrice all'Unitus dopo essersi trasferita dal Pavese, stesso (ex) ateneo dell'indagato. Per i suoi impegni lavorativi si è stabilita da un paio di anni a San Martino, stesso borgo a 5 chilometri da Viterbo in cui è poi venuto a vivere Cesaris. E per quest' ultimo Dario Angeletti sarebbe stato dunque un ostacolo.
Claudio Cesaris
Il delitto delle Saline dunque ha un movente passionale. Ma la Procura di Civitavecchia, che indaga sul caso con i carabinieri del nucleo investigativo e del comando provinciale, non svela granché dei primi accertamenti. Angeletti, 50enne docente di Ecologia marina, è stato trovato morto martedì scorso nel primo pomeriggio.
A scoprire il cadavere è stato un passante che ha allertato le forze dell'ordine. Il corpo era riverso sul volante della sua auto, con un ampio foro sulla tempia destra, perché il colpo sembra essere stato esploso all'interno della vettura.
L'INCONTRO
Parole tra due uomini prima dello sparo. Vittima e carnefice si conoscevano, probabilmente si erano dati appuntamento nel parcheggio per parlare. Discutere di quella relazione che, almeno secondo il presunto omicida, non andava bene.
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Parole, forse urla, che in pochi istanti si sono trasformate in un omicidio. Cesaris, secondo l'accusa, avrebbero perso la pazienza ed estratto la pistola. Un colpo solo, da distanza così ravvicinata.
LE IMMAGINI
L'autopsia sul corpo del professore è stata eseguita ieri pomeriggio. Il quadro comunque sembra essere stato già delineato. A piazzare l'indagato sulla scena del crimine sarebbero state le telecamere del parcheggio, anche se hanno inquadrato per pochi istanti la sua autovettura mentre fuggiva.
Claudio Cesaris
Le tracce degli pneumatici rilevate sull'erba del parcheggio dai carabinieri sarebbero compatibili con l'auto dell'indagato. Cesaris è stato accusato ieri all'alba, quando i carabinieri hanno eseguito il fermo ordinato dal pm Alessandro Gentile. Ha avuto un malore ed è stato trasportato in ospedale.
E qui si è seduto davanti agli inquirenti e avrebbe spiegato. E ora è rinchiuso nel reparto detentivo. L'uomo, separato con una figlia, dal 1991 è stato dipendente dell'ateneo di Pavia, dopo la laurea in Scienze ambientali si è occupato come funzionario e tecnico di Eco-etologia. Competenze mai esercitate nell'ateneo viterbese, che pure avrebbe talvolta frequentato.
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Aveva un porto d'armi e aveva eseguito consulenze per le amministrazioni lombarde. Un curriculum senza una pecca. Una vita votata alla professione, che improvvisamente sterza per arrivare nella Tuscia. Per quale motivo? Per la donna? Legame forse non ricambiato, tanto che si è parlato anche di una denuncia per stalking .
IN PAESE
Il tecnico di laboratorio in stato di fermo per la comunità di San Martino è un estraneo. Nemmeno la proprietaria dell'alimentari di fronte alla casa presa in affitto. Però sapeva dove andare e aveva intessuto relazioni con il prof ucciso. L'indagine sull'omicidio del docente non è ancora chiusa. Nelle prossime ore la procura di Civitavecchia potrebbe iscrivere nel registro del indagati altri nomi.