
DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E…
DAGOREPORT
Dal "Daily Mail"
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Domani, 19 aprile, ricorre il settantesimo anniversario della Rivolta del ghetto di Varsavia, che è passata alla storia come il più grande atto di ribellione da parte degli ebrei contro i nazisti e come una delle più efferate stragi della Seconda Guerra Mondiale.
Non serve ricordare quanto e in che modo la Polonia, e in particolare le popolazione ebraica, abbia subito la dominazione nazista. Basti pensare che è stata la prima nazione a essere attaccata da Hitler e quella in cui sorsero i maggiori campi di concentramento.
Eppure un sondaggio commissionato dai leader ebrei di Varsavia ha fotografato un dato scioccante, e cioè che fra gli studenti della capitale l'antisemitismo è un fenomeno molto diffuso. Il 60 per cento di loro ha affermato che non sarebbe contento di scoprire che il proprio partner fosse ebreo. Una percentuale che cala (ma non troppo) nel caso in cui la rivelazione riguardasse un membro della famiglia (45%), un vicino (44%) o un compagno di classe (40%).
Gli stessi studenti hanno poi dimostrato di non sapere nulla della Rivolta del ghetto di Varsavia (spesso confusa con la Rivolta di Varsavia del 1944), né quando accadde né cosa effettivamente successe. Anche perché se i ragazzi ne avessero solo un'idea probabilmente sarebbero costretti a ritrattare le proprie affermazioni.
A dare inizio alla ribellione contro i tedeschi, che occupavano il ghetto della città dal 1940, furono circa un migliaio di combattenti della resistenza ebraica, il 19 aprile 1943. Man mano che gli eventi della guerra precipitavano per la Germania, i nazisti decisero di andarci giù pesante e di usare il pugno di ferro per reprimere la rivolta.
Il risultato furono circa 13 mila ebrei uccisi nei modi più brutali. I restanti 56 mila abitanti del ghetto furono deportati nei campi di concentramento, soprattutto in quello di Treblinka. Ma i nazisti non si accontentarono del tributo di vite umane, e vollero con ferocia cancellare anche le ultime tracce dello storico quartiere radendolo al suolo.
Ecco una parte del rapporto che l'ufficiale delle SS Jürgen Stroop, che guidò le truppe tedesche contro la rivolta, presentò ai superiori quando la ribellione fu ufficialmente repressa, il 16 maggio del '43: "180 ebrei, banditi e subumani sono stati distrutti. Il quartiere ebreo di Varsavia non esiste più. L'azione principale è stata terminata alle ore 20:15 con la distruzione della sinagoga di Varsavia... Il numero totale degli ebrei eliminati è di 56.065, includendo sia gli ebrei catturati che quelli del quale lo sterminio può essere provato".
Ebbene, se andate a chiedere oggi agli studenti delle scuole superiori di Varsavia che esito ebbe quella sanguinosa rivolta, il 40 per cento di loro vi risponderanno che fu "un successo".
Il tabloid britannico "Daily Mail" pubblica una serie di immagini impressionanti di quel terribile evento, che ancora oggi hanno l'effetto, probabilmente indelebile, di un pugno nello stomaco.
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