La preghiera islamica e il sermone dell’imam che inneggia alla jihad palestinese nella sede delle facoltà umanistiche dell’Università di Torino, durante l’occupazione. È tutto normale? pic.twitter.com/vR7ICPosFR
— Marco Fattorini (@MarcoFattorini) May 23, 2024
RETTORE POLITO E BERNINI CHIEDONO DIFFIDA ATTIVITÀ IMAM
annamaria bernini
(ANSA) - TORINO, 24 MAG - Il Rettore del Politecnico di Torino Stefano Paolo Corgnati, "in pieno coordinamento con la ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, venuto a conoscenza dell'annuncio di svolgimento della preghiera islamica del venerdì presso la sede centrale del Politecnico, ha immediatamente provveduto a inviare richiesta al Prefetto e al Questore di Torino di diffida dallo svolgere funzioni e attività presso le sedi dell'Ateneo nei confronti delle autorità religiose eventualmente coinvolte". Lo comunica. in una nota, il Politecnico.
"Il rettore e la ministra ribadiscono con forza i principi di indipendenza e laicità delle istituzioni universitarie", conclude la nota diffusa dal Politecnico di Torino. L'incontro di preghiera dell'imam Brahim Baya è previsto oggi alle 13,15, in corso Duca degli Abruzzi, 24, sede dell'ateneo.
Estratto dell’articolo di Giovanna Favro per www.lastampa.it
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Polemica all’università di Torino dopo che è stato diffuso un video su una preghiera musulmana guidata venerdì scorso dall’imam Brahim Baya a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche occupata da vari giorni da collettivi e studenti Pro-Palestina.
Sulla preghiera dell’imam è arrivata a Torino una telefonata di fuoco della ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha chiesto spiegazioni al rettore Stefano Geuna. […]
Palazzo Nuovo trasformato per 40 minuti in moschea? Nella storia dell’università di Torino, non era mai accaduto nulla di simile. Anni fa, del resto, l’università aveva respinto la richiesta di un gruppo di studenti cattolici di creare una piccola cappella negli spazi dell’ateneo, proprio in nome della assoluta laicità dell’istituzione.
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Chiamato a chiarire dalla massima autorità universitaria, il rettore s’è lavato le mani dell’accaduto. Durante la conversazione, infatti, il “Magnifico” ha precisato che «il fatto è avvenuto in situazione di occupazione da parte di studenti, i quali impediscono da giorni l’accesso a docenti e personale universitario; quindi sotto la piena responsabilità degli occupanti». […]
Dunque perché l’imam? Gli studenti rispondono: «Si tratta di una persona singola che aveva esigenza di pregare. Non c’è nulla di male». E aggiungono: «La narrativa della ministra Bernini è islamofoba. Sono discorsi ridicoli e assurdi che ci dipingono come facinorosi.
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Noi rispettiamo tutte le religioni. Una ragazza cristiana ha espresso un disagio circa le bestemmie e abbiamo accolto la sua richiesta». Diversa la dichiarazione dello stesso imam Brahim Baya del coordinamento Torino per Gaza, che ha parlato non certo di una singola persona: «È stato un momento di preghiera dedicato solo ai musulmani».
In ogni caso, il video di circa mezz’ora postato dallo stesso imam su youtube non lascia dubbi sull’accaduto. Sono stati stesi i tappeti e i teli per la preghiera filmata e poi finita su Youtube e sui social con il titolo «Cosa ci insegna la Palestina? Sermone del venerdì».
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Una trentina i fedeli musulmani che vi hanno partecipato. Ma, secondo alcuni, il problema non è solo la laicità dell’ateneo, perché sarebbe andata in scena «un’incitazione alla guerra santa, pronunciata negli spazi all’università»:
«È stato recitato un sermone in cui si inneggia alla Jihad anche in Italia», hanno denunciato alcuni professori al ministero dell’Università chiedendo l’intervento della responsabile del dicastero, Anna Maria Bernini. Nella segnalazione al Mur, i professori denunciano che nel sermone, in italiano e in arabo, si sarebbe apertamente celebrata la «guerra santa». […]
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All’università è intanto cessata l’occupazione degli uffici del rettorato. «Accogliamo con soddisfazione il segnale di disponibilità dato dalla protesta Pro Palestina che ha interrotto l’occupazione del Rettorato» commenta l’università.
Una nota che segue il duro comunicato di ieri in cui il rettore Stefano Geuna denunciava l’impossibilità di dialogo con i ragazzi che da giorni occupano Palazzo Nuovo, ma anche gli uffici del Rettorato di via Po, compresa la sala in cui si svolgono le sedute del Senato accademico e del Consiglio d’amministrazione, paralizzando di fatto l’attività istituzionale dell’ateneo.
Ora il rettore scrive che «Il dialogo continua, alla ricerca di una soluzione che debba coniugare l’esigenza di funzionalità degli spazi istituzionali e la loro piena agibilità, la ripresa delle regolari attività didattiche in presenza laddove negate con l’altrettanto giusta e necessaria libertà di espressione e di manifestazione democratica del pensiero». […]
UNIVERSITÀ DI TORINO: AMBROGIO (FDI), SGOMBERO UNICA SOLUZIONE
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(ANSA) - "Se qualcuno pensa che la laicità delle istituzioni universitarie sia un concetto astratto, inviolabile per alcuni e sacrificabile per altri, si sbaglia di grosso: quanto accaduto a Torino, dove l'Università occupata è stata trasformata in una moschea, con tanto di inno alla jihad e preghiera islamica, è semplicemente intollerabile. Quando un'occupazione arriva a veicolare la guerra santa, anche per evitare il concreto rischio di proselitismo, lo sgombero è l'unica soluzione".
Ad affermarlo in una nota è Paola Ambrogio, senatore di Fratelli d'Italia. "Qui non è in gioco il principio di tolleranza - continua Roberto Ravello, dirigente regionale di Fratelli d'Italia - ma la completa disgregazione di valori al centro della nostra società. Se passa il messaggio per cui un'occupazione può impedire l'accesso a studenti, docenti e personale universitario e può, invece, consentire ad un imam di inneggiare alla jihad e all'antisemitismo, è la fine della società per come la conosciamo.
Intere generazioni hanno lottato per la libertà, non saranno certo collettivi, anarchici e antagonisti, ma nemmeno l'Islam radicale, a mettere in discussione ciò che il coraggio e il sacrificio ci hanno donato. E' un concetto troppo prezioso per essere immolato sull'altare dell'integrazione".