Marcello Sorgi per la Stampa
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Parla al capo dello Stato, formalmente capo anche della magistratura, prima che al governo e al ministro della Giustizia Nordio, il documento del sindacato dei magistrati Anm che segue lo scontro con Palazzo Chigi sui casi Santanchè e Delmastro, considerati un'apertura della campagna elettorale di opposizione per le Europee del 2024. Denuncia una «politica muscolare», una mancanza di ascolto e di «umiltà», nel momento in cui si intende realizzare una riforma costituzionale come quella della separazione delle carriere dei magistrati tra pm e giudici.
E invoca, seppure non esplicitamente, una mediazione, ciò che Mattarella dovrà valutare se e come fare, considerando che sarebbe il terzo o il quarto presidente della Repubblica a dover intervenire nel corpo a corpo tra poteri dello Stato.
SANTALUCIA ANM
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Va detto che dietro il tono sommesso del documento dell'Anm c'è un argine chiaro eretto contro il progetto riformatore di Nordio: un sostanziale "alt" all'ipotesi di separazione delle carriere che era stata accantonata con il primo "pacchetto giustizia", il cui piatto forte era solo l'abolizione dell'abuso d'ufficio, e che stando a quel che sostiene Nordio potrebbe presto essere ripresa. Si vedrà adesso se l'iniziale accantonamento del tema più controverso per i giudici fosse già stato frutto di una silenziosa - e chissà se ripetibile - mediazione del Quirinale
GIUSEPPE SANTALUCIA giorgia meloni sergio mattarella