1 - CSM, LA RIFORMA TARGATA CARTABIA AGITA DI MATTEO E LE TOGHE ROSSE
Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa”
marta cartabia foto di bacco (3)
L'attesa riforma del Consiglio superiore della magistratura è stata presentata alla maggioranza. Incontri bilaterali, niente testo scritto, esposizione di Marta Cartabia seguita da osservazioni dei partiti che hanno riempito il quaderno della ministra. Il tema principale è il sistema elettorale del Csm.
Decisivo per gli equilibri interni (correnti) ed esterni (politica). La prova era ed è improba, sia tecnicamente che politicamente. Dissociandosi dalla sua commissione di esperti, la ministra propone un sistema maggioritario e tendenzialmente bi-correntizio. Destra-sinistra, o di qua o di là. Su 16 seggi togati del Csm, 14 vengono messi in palio a coppie, in collegi grandi (almeno cinque regioni).
SEBASTIANO ARDITA NINO DI MATTEO
Ogni elettore esprime un voto e ogni collegio elegge due consiglieri, i più votati tra i candidati che si presentano individualmente. I restanti due seggi vengono assegnati con un meccanismo di riequilibrio per minoranze, sia politiche che di genere, ipotizzando anche il sorteggio. L'effetto è la polarizzazione sulle due correnti egemoni: la progressista Area e la conservatrice Magistratura Indipendente, che nel frattempo ha prosciugato gran parte del corpo e dell'anima della centristra Unicost (un tempo palamariana).
piercamillo davigo
Minacciate di estinzione, a meno di generose desistenze o acrobazie elettoralistiche, le rimanenti correntine: la stessa Unicost, Autonomia&Indipendenza ormai orfana di Davigo, Magistratura Democratica sganciatasi recentemente da Area in un riflesso identitario. E, più in generale, tutti i gruppi minori e meno organizzati, come i neonati 101 vicini ai pm antimafia Di Matteo e Ardita.
Non a caso sono loro, ancor prima di leggere una bozza su cui peraltro il Csm fornirà un parere, i primi a insorgere contro «una riforma che rappresenta il trionfo del correntismo». Se non «il sistema che sublima e istituzionalizza il metodo Ferri-Palamara, delegando il governo della magistratura ai gruppi di potere», come sostiene Magistratura Democratica.
ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE
La bozza Cartabia, che dovrebbe andare in Consiglio dei ministri prima di Natale, assorbe buona parte di quella Bonafede, presentata nella preistoria del governo gialloverde e mai sbocciata. Per il resto: vietato ai magistrati candidarsi alle elezioni nella stessa città; meno incarichi fuori ruolo; più coinvolgimento degli avvocati nei consigli giudiziari; accesso ai concorsi di magistratura con la laurea. Farà discutere il Csm voto segreto al Csm sulle nomine, in deroga al generale principio di trasparenza nei concorsi pubblici.
2 - PIANO CARTABIA SUL CSM PARTE LA TRATTATIVA SUL SISTEMA ELETTORALE
cartabia mattarella
Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
L'obiettivo è aumentare l'imprevedibilità dell'esito del voto e diminuire il controllo di candidati e eletti da parte delle correnti. Gli strumenti per raggiungerlo sono un nuovo sistema elettorale del Consiglio superiore della magistratura e nuove regole per il suo funzionamento. Quali saranno è ancora un'incognita.
La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha esposto ieri le sue proposte ai rappresentanti dei partiti, dopo averne già parlato con magistrati e avvocati; ma su alcuni punti lei stessa ha messo in campo ipotesi alternative, in attesa di pareri e suggerimenti delle forze politiche.
mario draghi marta cartabia 1
Con l'idea di far approvare entro Natale dal Consiglio dei ministri il testo da portare in Parlamento, e sperare che lì non sorgano problemi. È lo stesso metodo utilizzato per la riforma del processo penale, quando il percorso si rivelò più accidentato del previsto; stavolta la Guardasigilli conta di procedere più spedita, pur consapevole che non mancheranno difficoltà.
LUCA PALAMARA
Si tratta di trovare la solita «strada percorribile» da una maggioranza sempre pronta a dividersi in materia di giustizia. Sistema elettorale Il principale nodo da sciogliere resta il sistema elettorale dell'organo di autogoverno dei giudici, che nel 2018 permise di assegnare i quattro posti da pubblico ministero prima ancora del voto, quando si presentarono 4 candidati, uno per ogni corrente.
david ermini sergio mattarella al csm
Cartabia ipotizza un sistema maggioritario con correttivi per aumentare il peso delle minoranze e garantire la parità di genere: turno unico per collegi binominali (elezione dei primi due classificati) con alcuni seggi riservati ai migliori terzi; «modello Champions League», l'ha definito il deputato Enrico Costa di Azione.
Lasciando invariato il numero di 16 componenti togati si voterebbe con un collegio unico nazionale per i 2 posti di Cassazione, 2 per 4 posti da pm, e 4 per 10 giudici di merito; le candidature dovranno essere almeno 6 per ogni collegio, il triplo dei posti da assegnare; laddove non ci fossero si rimedierebbe con il sorteggio tra i magistrati disponibili. Numeri da cambiare (in proporzione) se si riportassero i togati a 20, com' era prima dell'ultima riforma, e il sorteggio colmerebbe le lacune sulla parità di genere.
enrico costa
Primi malumori
A parte la complessità del meccanismo, c'è già chi storce il naso. Forza Italia, per bocca del capogruppo in commissione Pierantonio Zanettin, ritiene che «la soluzione proposta favorisce il bipolarismo e mortifica i gruppi minori», e insiste per il sorteggio «temperato».
Ma ci sono problemi di costituzionalità difficilmente superabili. Nemmeno i Cinque Stelle sembrano soddisfatti, e dall'interno del Csm i due togati Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo parlano di «trionfo del correntismo che farà sparire ogni possibile opposizione allo strapotere dei gruppi organizzati». Cioè l'opposto degli obiettivi che si intendono perseguire.
Pierantonio Zanettin
Incarichi direttivi
Per le nomine ai vertici degli uffici giudiziari sarà obbligatorio seguire l'ordine cronologico, in modo da evitare le nomine «a pacchetto»; obbligatoria anche l'audizione dei candidati dopo una prima selezione fatta in base ai curricula , con diritto di voto agli avvocati nei giudizi dei consigli giudiziari (organismi territoriali di valutazione).
Si prevede inoltre l'introduzione di alcuni criteri di valutazione tra cui anche (non solo) l'anzianità di servizio. Sulle nomine inciderebbero pure le modifiche alle verifiche di professionalità, a cui dovrebbero partecipare avvocati e professori universitari.
Toghe in politica
Regole più stringenti vengono proposte per i magistrati che scelgono l'attività politica, allo scopo di impedire che svolgano contemporaneamente incarichi elettivi (anche negli enti locali) e funzioni giudiziarie.
marta cartabia foto di bacco (1)
Non sarebbe più possibile quindi una situazione come quella di Catello Maresca, consigliere comunale a Napoli (dove faceva il pm) e giudice a Campobasso; ma casi come il suo verrebbero impediti anche all'atto d'ingresso in politica, giacché sarà vietato candidarsi nei luoghi in cui i magistrati hanno lavorato negli ultimi tre anni.
E alla fine del mandato è previsto un periodo di «quarantena» lontano dall'attività giudiziaria prima di tornare a indossare la toga. La riforma dovrebbe anche ridurre il limite dei magistrati da mandare fuori ruolo (oggi fissato a 200, pressoché raggiunto) con una specifica previsione degli incarichi extragiudiziari che si possono ricoprire. Modifiche anche all'accesso in magistratura, con la possibilità di sostenere gli esami subito dopo la laurea , aumento delle prove scritte e riduzione di quelle orali.