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    "HO SCOPERTO DI ESSER STATA STUPRATA SOLO DAI VIDEO" – LE TRE DONNE VIOLENTATE DAL NETTURBINO ROMANO UBALDO MANUALI SONO STATE SEDOTTE SUI SOCIAL, INVITATE A BERE QUALCOSA E POI DROGATE - UNA VOLTA INERMI, LUI ABUSAVA DI LORO MENTRE RIPRENDEVA LA SCENA CON IL SUO CELLULARE, DOVE SONO STATE TROVATE DECINE DI FOTO DELLE VITTIME – I VICINI DI CASA DEL 59ENNE “PIACIONE”: “SAPEVA DI ESSERE UN CONQUISTATORE QUASI COMPULSIVO” – L’UOMO L’HA PASSATA LISCIA FINO A QUANDO…


     
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    1 - LA TRAPPOLA DEL NETTURBINO DROGATE, STUPRATE E FILMATE

    Estratto dell'articolo di Raffaella Troili per “il Messaggero”

     

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    L'approccio facile su Facebook, la conoscenza su messenger, quindi gli incontri dal vivo. Uno spritz condito di diazepine poi una volta inermi, lo stupro e a seguire filmati e foto fatti a loro insaputa e mandati agli amici. Così Ubaldo Manuali, netturbino belloccio di 59 anni, l'aveva finora passata liscia.

     

    Fino a quando una delle vittime, stordita, si è presentata all'ospedale San Pietro di Roma nei primi mesi del 2023: grazie a lei, l'uomo è stato arrestato, accusato di violenza sessuale e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti.

     

    Manuali, originario di Riano e dipendente di una ditta comunale di smaltimento rifiuti di Fiano, alle porte di Roma, è stato arrestato dalla polizia di Viterbo al Casilino nei pressi dell'abitazione di una sua attuale compagna. Avrebbe violentato almeno tre donne, tutte intorno ai 40 anni, dopo averle drogate e le ha fotografate con il telefono cellulare, una volta completamente in stato di incoscienza.

     

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    I fatti sono avvenuti a Capranica, Riano e Mazzano Romano, nel periodo compreso tra settembre 2022 e gennaio 2023. Di fatto, nessuna ricordava nulla, ma una volta rintracciate dagli investigatori si sono riconosciute in quelle foto e nei video accompagnati da messaggi inequivocabili trovati nel telefono del netturbino.

     

    Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Viterbo ed eseguito dai poliziotti della squadra mobile di Viterbo e dal Commissariato Flaminio Nuovo della Questura di Roma, scaturisce da un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Tivoli ed iniziata dai poliziotti romani in seguito alla denuncia di una delle vittime.

     

    La donna che si è presentata in ospedale. E che ha scoperto il macabro vaso di Pandora. Romana, del 75, per via dei farmaci assunti non si sentiva bene, era in evidente stato confusionale, dalle analisi i medici hanno confermato quanto lei già temeva: una presunta violenza sessuale. E hanno allertato le forze dell'ordine. Agli investigatori ha raccontato di aver conosciuto su Facebook quell'uomo, dai capelli lunghi, a volte raccolti in un codino, «piacione, ci sapeva fare, lo avevo invitato a casa, dopo esserci frequentati un po'». Dai messaggi virtuali erano passati agli incontri. Come emerso, Manuali somministrava alle vittime sedativi ipnotici (in particolare il Lormetazepan trovato in casa a Riano e nella sua auto).

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    Il suo intento era filmare le donne prive di sensi, in slip, prone o comunque in posizioni equivoche, per questo le drogava. Una volta risaliti a lui e sequestrato il telefonino, gli investigatori hanno ricostruito con foto e messaggi le precedenti violenze, anche gli invii fatti agli amici corredati di commenti ironici e sprezzanti. […]

     

     Una delle tre ha raccontato di essersi ritrovata il giorno dopo a casa con quell'uomo che non aveva invitato, «ero confusa, non sapevo cosa era successo». Altre volte, invece, il netturbino era andato via. «Ma come mai? Siamo usciti e poi mi ritrovo a casa da sola?», ha chiesto un'altra, ignara, al suo aguzzino. Nessuna sapeva di esser stata filmata, né di aver consumato un rapporto sessuale.

     

    «Ma che è successo?», ha scritto una vittima a Manuali. «Ero anche imbarazzata, perché mi sono addormentata. Non lo ho più rivisto».  Tutte si sono fidate di quell'amicizia nata sui social e di quell'uomo affascinante e dai modi gentili. Separato, una figlia, era molto conosciuto sia a Riano che Fiano.

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    «Ho scoperto di esser stata stuprata, se lo avessi saputo avrei denunciato», ha ammesso una di loro. Essendo emersi altri episodi nella Tuscia, la Procura di Tivoli ha inviato per competenza territoriale il fascicolo ai colleghi di Viterbo che hanno richiesto la misura cautelare. E delegato ulteriori atti di indagine alla squadra mobile di Viterbo. Dopo l'interrogatorio di garanzia davanti al gip - nel quale l'indagato ha respinto le accuse e ha parlato di rapporti consensuali - è stata disposta la misura dei domiciliari. È…]

     

    2 - «SONO STATA VIOLENTATA L’HO SCOPERTO DAI VIDEO»

    Estratto dell'articolo Raffaella Troili per “il Messaggero”

     

    «Ho scoperto di esser stata stuprata. Se lo avessi saputo lo avrei denunciato subito». Umiliate, doppiamente, dalla violenza e da quelle immagini: filmate e fotografate stese nude sul letto o in biancheria intima, mentre dormivano, a pancia in giù, indifese e inermi.

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    L'orrore nell'orrore, a loro insaputa. Le vittime di Ubaldo Manuali, il netturbino 59enne di Riano arrestato a Roma, ricordano poco e niente dello stupro avvenuto mentre erano stordite per via dei cocktail a base di diazepine somministrati loro da quell'uomo conosciuto su Facebook. […]

     

    Una donna non ricordava nulla. «Poi ho visto le immagini, ero io...». Originario di Riano, lavorava a Fiano per una ditta comunale di smaltimento rifiuti. Al momento dell'arresto era ospite di una donna, forse una recente compagna, al Casilino. Ma è a Riano e a Fiano che era conosciuto da tutti proprio per il suo fare sbruffone e "piacione". Non passava inosservato. Anche sui social.

     

     Per questo riusciva ad adescare facilmente su Facebook giovani donne piacenti. «Pian piano era nata un'amicizia virtuale, mi ero fidata», ha raccontato la donna che ha denunciato dopo esser arrivata in stato confusionale in ospedale. E così le altre: «Siamo diventati amici prima in rete, poi ci siamo incontrati di persona». Tutte ricordano poco e niente, nessuna sapeva di esser stata violentata, filmata e fotografata. […]

     

    4 - «GLI PIACEVA MOSTRARSI ANCHE SUI SOCIAL SI VANTAVA CON TUTTI DELLE SUE CONQUISTE»

    Estratto dell'articolo di Chiara Rai per “il Messaggero”

     

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    «La mattina, si vedeva in giro a lavorare per Riano, sorridente, sembrava un attore, faceva il piacione per scherzare e consapevole di essere un conquistatore quasi compulsivo infatti s'impettiva tutto quando vedeva una bella ragazzetta che avrebbe potuto essere sua nipote». […] Quel netturbino con la vocazione del macho che ha detta di molti nella cittadina sulla valle Tiberina, «si atteggia come un ragazzetto che non si arrende all'idea di essere arrivato alla soglia dei sessant'anni».

     

    Lavora da diversi anni nella ditta che gestisce la raccolta dei rifiuti per il comune di Riano. In Municipio lo conoscono tutti e sono rimasti sorpresi dalla notizia dell'arresto, di lui sanno poco tranne quello che chiaramente si nota a occhio nudo: un uomo in forma a cui piace apparire. Così dicono tutti conoscenti: «È un uomo che sembrava più un narciso che la persona di cui si parla ma non rimaniamo sorpresi più di tanto dalla notizia del suo arresto. Dava l'idea di una persona in cerca sempre di nuove occasioni».

     

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    Palestrato col capello lungo e scuro, lo sguardo da tenebroso e la barba non troppo marcata: «Indossa spesso gli occhiali da sole vecchio stile - racconta un suo coetaneo che lo vede in giro - veste con roba che sembra da ricchi ma in realtà, tempo fa si è lamentato che la ditta dove lavorava non gli dava abbastanza soldi e lui era preoccupato perché ha una figlia che frequenta l'università. Certo con i vizi e il tenore che sfoggia non si capisce come faccia ad avere uno stipendio modesto, quando l'hanno arrestato abbiamo pensato che fosse per qualche altro problema». […]

     

    «Noi lo riteniamo esageratamente vanitoso ma da tempo non certo adesso che è stato arrestato con gravissime accuse - dicono alcuni ragazzetti che lo hanno visto in giro - perché sembra come quelle persone in preda alla sindrome di Peter Pan». Negli ultimi tempi in paese si è visto sempre meno.

     

    Qualcuno azzarda a pensar male: «Sembrava sempre più schivo, preoccupato - dicono dei vicini di casa - ma abbiamo pensato avesse fatto qualche scappatella andata male. Da quando si era separato, la sua vita era tutta un'avventura».

     

    2 - IL GARANTE: «I VIDEO CON LE VIOLENZE SUPERANO OGNI LIMITE DI ATROCITÀ»

    Federica Pozzi per  “il Messaggero”

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    Diciannove i tavoli tematici al lavoro, dall'advertising all'intelligenza artificiale, dai diritti umani alla cybersecurity a media e comunicazione. Si è svolto ieri, per il secondo anno, al Museo nazionale etrusco di Villa Giulia, "State of privacy", organizzato con l'Università degli Studi di Roma Tre e l'Università degli Studi di Firenze.

     

    Un confronto e un dialogo tra il Garante della Privacy con tutte le componenti della società civile e la politica, per fare il punto, e sensibilizzare, sul tema sempre più caldo della protezione dei dati personali. […]

     

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    Stanzione ha sottolineato il pericolo rappresentato in questo senso dai social: «Vittime e autori di questo dramma - ha detto - sono i ragazzi che con le nuove tecnologie intessono un rapporto quasi osmotico al punto da voler riprodurre online la propria vita anche a prezzo di quella degli altri come nel caso del bimbo travolto dall'auto in corsa di alcuni YouTuber nella loro ricerca spasmodica di un like in più».

     

    Cosa fare quindi per invertire questa rotta? «Bisogna ricostruire nei giovani una consapevolezza comune degli effetti sulle relazioni della digitalizzazione. Il rapporto impari con la tecnica e la sua potenza geometrica, la persona, soprattutto ma non soltanto minorenne, scopre nuove vulnerabilità per cui può proteggerla solo la consapevolezza, ancor più con la diffusione come si è dimostrato nell'ultimo anno dell'intelligenza artificiale».

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    E ancora, sostiene Stanzione: «Il rischio è che le tecniche divengano sempre più opache mentre le persone sempre più trasparenti secondo l'idea dell'uomo di vetro cara a sistemi tutt'altro che democratici. La protezione dei dati può rappresentare un fattore di corretto indirizzo dell'intelligenza artificiale, non bloccandone lo sviluppo ma impedendone derive incompatibili con il privato della persona».  […]

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