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    IL CALIFFO NON MANGIA LA COLOMBA - LE TRUPPE DI ASSAD RICONQUISTANO PALMIRA, PER LA SECONDA VOLTA IN UN ANNO - ORA IL REGIME SIRIANO E PUTIN DEVONO DECIDERE SE CONTINUARE VERSO IL CONFINE IRACHENO OPPURE PUNTARE SU RAQQA, DOVE STANNO CONVERGENDO I GUERRIGLIERI CURDI APPOGGIATI DAGLI USA E I RIBELLI SOSTENUTI DALLA TURCHIA


     
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    Giordano Stabile per “la Stampa”

    IMMAGINI DAL SATELLITE PALMIRA IMMAGINI DAL SATELLITE PALMIRA

     

    L'esercito siriano ha ripreso il Castello di Palmira e si prepara all' assalto finale alla città. La liberazione del gioiello archeologico della Siria, per la seconda volta nel giro di un anno, è imminente. In due anni Palmira è passata di mano quattro volte ed è diventato un obiettivo simbolico quanto strategico. Gli islamisti hanno devastato i templi, i capolavori ellenistici, ucciso nella piazza principale l'archeologo siriano più celebre, Khaled al-Asaad. Una volontà di distruzione iconoclasta in nome di un islam, «puro», salafita, intollerante che vuole cancellare anche le tracce di altri culti e credi religiosi.

     

    quel che resta di palmira quel che resta di palmira

    Per il regime il controllo di Palmira significa invece dimostrare che solo Bashar al-Assad è in grado di sconfiggere l'Isis in Siria. Gli islamisti hanno preso per la prima volta Palmira nel maggio del 2015 e dall'agosto hanno cominciato il sistematico saccheggio delle antiche rovine. Siriani, Hezbollah libanesi e Spetsnaz russi l'hanno riconquista alla fine di marzo del 2016. Un grande concerto della filarmonica del teatro Mariinskij celebrò la vittoria, con intervento in diretta, da un megaschermo nel Teatro romano, di Vladimir Putin.

     

    selfie siriano a palmira selfie siriano a palmira

    Ora non sarebbe più possibile. All' inizio di dicembre, mentre Assad impegnava le sue migliori forze per riconquistare Aleppo, gli uomini del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi hanno riconquistato la città. E subito hanno cominciato a distruggere quello che restava nel sito archeologico, a cominciare proprio dal proscenio del Teatro. Immagini riprese da un drone russo hanno confermato la devastazione.

     

    L'Isis aveva impiegato nell' offensiva 4 mila uomini, tank e blindati fatti affluire dalla provincia irachena dell' Anbar, sotto la guida del «ministro della guerra», il tagiko Gulmurod Khalimov. Ma poi ha dovuto richiamare parte dei combattenti per rinforzare le difese a Raqqa, e lo stesso Khalimov è stato spedito a Mosul.

     

    museo di palmira museo di palmira

    Mosca e Damasco hanno così potuto concentrare di nuovo le forze sulla direttrice Homs-Palmira, con truppe speciali e massiccio sostegno dell'aviazione. Sono avanzati lungo la strada che attraversa il deserto e spazzato via una dopo l'altra le linee di difesa jihadiste. Dopo Palmira, però, dovranno decidere che cosa fare. Possono continuare verso Deir ez-Zour e il confine iracheno. Oppure dirigersi verso Raqqa, dove stanno convergendo i guerriglieri curdi appoggiati dagli Usa e i ribelli sostenuti dalla Turchia.

     

    isis distrugge l arco di palmira 3 isis distrugge l arco di palmira 3

    La riconquista di Palmira e l'attacco a Raqqa ridarebbero prestigio al regime, ma restano le macchie ad Aleppo. La commissione d' inchiesta dell' Onu ha denunciato ieri «crimini di guerra» commessi da «tutte le parti in causa». Bombardamenti governativi e russi, anche su ospedali, che hanno causato centinaia di vittime, bombe al cloro lanciate dagli elicotteri dell' esercito di Assad. Ma anche bombardamenti indiscriminati con mortai e civili usati come scudi umani dai ribelli.

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