Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
HILLARY CLINTON ALLE NAZIONI UNITE
«L’ho fatto per comodità, e non ho nascosto nulla. Sarebbe stato più intelligente comportarsi diversamente, ma non ci sono state violazioni della sicurezza nazionale». Hillary Clinton spera di aver chiuso con queste parole l’ultimo scandalo che l’ha colpita, perché quando era segretario di Stato aveva usato un server privato per le sue e-mail, invece dell’account ufficiale del governo. I repubblicani però non mollano e chiedono che un arbitro esterno vagli tutte le sue comunicazioni, perché pensano di aver già trovato l’incidente che potrebbe far deragliare l’intera candidatura presidenziale dell’ex First lady.
HILLARY CLINTON
ROTTO IL SILENZIO
Ieri mattina Hillary era andata al convegno annuale dell’Onu dedicato agli «Women’s Empowerment Principles», nella speranza di fare un’uscita prestigiosa che rafforzasse il suo status già solido nell’elettorato femminile. Venti anni fa aveva guidato la delegazione americana alla Conferenza di Pechino, e questa era l’occasione giusta per sottolineare i progressi fatti e quelli ancora da realizzare.
bill hillary clinton
Durante il fine settimana, però, la disputa sulle mail era cresciuta, perché da una parte il presidente Obama aveva evitato di difenderla, e dall’altra diversi alleati democratici avevano chiesto che la Clinton rispondesse di persona alle accuse. I suoi portavoce, così, hanno pensato di organizzare una conferenza stampa improvvisata all’Onu, che non aveva nulla a che vedere con questa vicenda, ma offriva un ambiente abbastanza controllato e una presenza ridotta di giornalisti, per evitare di trasformare il suo intervento in un circo.
bill clinton hillary
Hillary si è difesa dicendo di aver agito «per comodità». Aveva già uno smartphone su cui riceveva le sue mail private, e non voleva aggiungerne un altro per quelle pubbliche. Quindi aveva conservato il proprio account in un server privato costruito nella sua casa, certa di non violare le regole, perché le mail restavano comunque registrate e lei non mandava mai informazioni riservate attraverso la posta elettronica.
Meryl Streep foto con Hillary Clinton
Tempi stretti
Una volta lasciato il governo ha cancellato le sue comunicazioni personali, «tipo quelle per organizzare il matrimonio di Chelsea o il funerale di mia madre, perché tutti vogliono che simili questioni restino private». Le altre, 30.000 mail, le ha consegnate al dipartimento di Stato, che ora le sta rivedendo e ieri ha annunciato che le pubblicherà tutte insieme. Si tratta di 55.000 pagine, che richiedono di essere analizzate per evitare di rivelare segreti di Stato, ma l’intenzione è quella di metterle al più presto sul sito internet del dipartimento.
Hillary Clinton
Hillary spera di aver chiuso così il caso, ma i repubblicani non mollano. Vogliono la nomina di un arbitro terzo che esamini tutte le mail, nella speranza di trovare qualcosa di compromettente, ad esempio riguardo l’attacco al consolato di Bengasi. Se non lo troveranno, alimenteranno comunque il sospetto che fra i documenti personali cancellati ce ne fossero alcuni imbarazzanti. L’arbitro poi trascinerebbe a lungo l’indagine, tenendo ostaggio Hillary, che invece stava pianificando di annunciare la sua candidatura presidenziale nel giro di qualche settimana.
CONSOLATO USA A BENGASI IN FIAMME HILLARY CLINTON BENGASI