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    LE VENDITE SULLE POPOLARI FRENANO MILANO (+0,2$) - TSIPRAS NON FA PAURA ALLA BORSA DI ATENE (+6%) - VISCO AL QUIRINALE? “STO BENE QUI” - EURO A PICCO: 1,11 $


     
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    1.BORSA: IL DIETROFONT DELLE POPOLARI FRENA MILANO, FTSE MIB +0,24%

    Radiocor - I realizzi sul settore bancario italiano e in particolare sulle Popolari hanno zavorrato Piazza Affari, che ha registrato una performance piu' debole rispetto al resto dell'Europa. A Milano, il Ftse Mib ha terminato l'ultima seduta della settimana guadagnando lo 0,24% e il Ftse All Share lo 0,23%, quando a Parigi il Cac40 e' salito dell'1,93% e a Francoforte il Dax30 del 2,05%. Piu' limitato il progresso di Londra, con il Ftse100 in rialzo dello 0,2%.

    BPM BANCA POPOLARE DI MILANO BPM BANCA POPOLARE DI MILANO

     

    Secondo molti analisti, da Fitch a Credit Suisse, la mossa di ieri della Banca centrale europea portera' meno vantaggio ai Paesi periferici rispetto a quelli dell'Europa centrale. L'Italia, invece, farebbe eccezione in questo contesto. Intanto, sul fronte dei cambi, la moneta unica resta debole e ha rotto anche la soglia di 1,13 sul biglietto verde e passa di mano a 1,1275 dollari (1,1359 ieri in chiusura), e 132,87 yen (134,64), con il dollaro che vale 117,86 yen (118, 52). Infine, il petrolio Wti scivola dello 0,5% a 46,09 dollari al barile.

    ignazio visco ignazio visco

     

    2.QUIRINALE: VISCO, 'STO BENE DOVE STO, MI PIACE IL MIO LAVORO'

    Radiocor - 'Sto bene dove sto. Mi piace il mio lavoro'. Cosi' il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, a margine del World Economic Forum, ha risposto ai giornalisti a proposito delle voci di una sua candidatura alla presidenza della Repubblica.

     

    3.BORSA ATENE: BALZA DEL 6% ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI POLITICHE

    Radiocor - All'indomani della mossa della Banca centrale europea sul quantitative easing e in attesa delle elezioni politiche, la Borsa di Atene ha chiuso la seduta di oggi con un progresso del 6,14%. Il mercato sembra dunque scontare il probabile risultato delle elezioni, i cui sondaggi danno in vantaggio il partito di sinistra radicale Syriza, che vuole porre un termine alla politica di austerita' e rinegoziare le scadenze del debito e gli interessi con Unione europea e Fondo monetario internazionale.

    TSIPRAS TSIPRAS

     

    Dallo scorso mese di dicembre, quando sono state annunciate le elezioni anticipate, la Borsa di Atene e' stata pesantemente colpita dalle vendite, con l'indice di riferimento sceso sotto la soglia degli 800 punti, riflettendo i timori per una possibile vittoria di Syriza. Nell'ultima settimana, invece, sono tornati gli acquisti, complice il massiccio piano di Quantitative Easing annunciato dalla Banca centrale europea.

     

    4.CAMBI: EURO SCIVOLA SOTTO 1,1166 EURO, MINIMI DA AGOSTO 2003

    Radiocor - Nuovi minimi per il cambio euro/dollaro che, sull'effetto del Quantitative Easing della Bce, torna ai livelli dell'estate 2003. Al momento la moneta unica incrocia il dollaro a 1,1166 (1,1359). Si tratta del livello minimo da agosto 2003. Decisa anche la correzione nei confronti dello yen: l'euro scivola a 131,67 yen (minimi da settembre 2013). L'euro/sterlina e' a 0,7460 (0,7565). Giu' anche l'euro/franco a 0,9791 da 0,9867.

    EURO DOLLARO EURO DOLLARO

     

    5.TERNA: ORDINI PER BOND GIA' OLTRE 3,5 MLD, SPREAD SCENDE A 55 PT BASE

    Radiocor - Hanno gia' superato quota 3,5 miliardi di euro gli ordini per il nuovo bond a 7 anni lanciato questa mattina da Terna. Si tratta della prima operazione di un'emittente italiana dopo il lancio del Qe da parte della Bce ieri. Secondo quanto risulta a Radiocor, la solidita' della domanda ha permesso di far scendere la guidance di prezzo a 55 punti base sopra il midswap contro i 65 delle indicazioni iniziali. L'asta e' gestita in qualita' di joint bookrunner da Banca Imi, Unicredit, Bnp, Socgen e Bofa. L'emissione ha carattere benchmark, quindi con un obiettivo di raccolta di almeno 500 milioni di euro. Secondo indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore il lancio del bond servira' per finanziare l'acquisizione della rete delle Ferrovie dello Stato ma anche per rifinanziare un bond in scadenza nel 2015.

    TERNA TERNA

     

    6.DL BANCHE: FITCH, EFFETTO POSITIVO SU POPOLARI NEL MEDIO TERMINE

    Radiocor - Il Dl banche potrebbe avere un effetto positivo nel medio termine per i grandi istituti popolari italiani, rafforzando la loro governance e rendendo piu' semplice il consolidamento nel settore. E' quanto afferma un report di Fitch, in cui l'agenzia di rating, sottolineando che l'attuale struttura di governo delle popolari e' vulnerabile alle interferenze della politica e di lobby di vario genere, con decisioni cruciali spesso ostacolate dall'azionariato frammentato e da rigidi meccanismi di voto. Fitch fa inoltre notare che le banche italiane piu' in difficolta' durante l'ultima crisi sono state quelle con la corporate governance piu' debole, quali appunto le popolari, che hanno mostrato forti cali della redditivita'.

     

    fitch ratings fitch ratings

     La loro trasformazione in spa potrebbe ridurre queste inefficienze anche se, puntualizza Fitch, 'questi benefici di medio termine molto probabilmente non si rifletteran no in azioni sul rating nell'immediato'. Un'eccezione potrebbe tuttavia essere rappresentata dalla Bpm, dopo il Viability Rating (B+) e' diretta conseguenza della governance della banca, dove un piccolo gruppo di dipendenti ha gia' bloccato iniziative di ristrutturazione e ammodernamento della banca.

     

    7.BCE, QE - LORENZO BINI SMAGHI “LA MANOVRA DELLA BCE RAPPRESENTA L’AFFERMAZIONE DI LEADERSHIP DELLA BCE A LIVELLO EUROPEO”- “LA POLITICA MONETARIA DA SOLA NON BASTA”

    Da www.radio24.it

     

    lorenzo bini smaghi con veronica de romanis nozze carrai lorenzo bini smaghi con veronica de romanis nozze carrai

    Mario Platero in America 24 su Radio 24 ha discusso con Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del Comitato Esecutivo della BCE Oggi Presidente di Societe Generale e di Snam della decisione della BCE di procedere con una manovra di quantitative easing.

    Bini Smaghi non è preoccupato dalla decisione di ribaltare sui paesi membri una parte del rischio che anzi ha consentito alla BCE di fare di più in termini di manovra e ritiene che la decisione della BCE rappresenti un'affermazione della leadership della BCE nel contesto europeo: "Credo - dice Bini Smaghi  a Radio 24 - che la Bce negli anni abbia dimostrato di avere una sua indipendenza e di prendere delle scelte, poi queste possono essere criticate o meno ma non è indubbio il fatto che oggi è la BCE a cercare di trovare una soluzione condivisa per gli interessi dell’intera Europa, non di una parte piuttosto che dell’altra"

     

    Per la decisione di attribuire ai paesi membri una parte del rischio, cosa che in America non succede, Bini Smaghi in America 24 di Mario Platero su Radio 24 ha osservato: "In America comprano un titolo unico che è il titolo di stato americano, non comprano i titoli degli stati regionali. Dunque se c’è una perdita comunque è una perdita a livello globale dello stato che poi si va a ripercuotere sul bilancio della banca centrale americana che poi deve essere ripianato dallo stesso stato.

    Lorenzo Bini Smaghi Lorenzo Bini Smaghi

     

    In Europa è un po’ più complicato perché abbiamo 19 paesi, ognuno emette il proprio titolo di stato, se c’è una perdita su un titolo di stato, il problema che dobbiamo condividerlo tra tutti oppure ognuno si tiene le sue perdite? Alla fine abbiamo questa soluzione che forse non è ottimale ma è quella che poi ha permesso alla Bce di prendere questa decisione di fare un po’ di più di quello che si aspettava il mercato, 60 mld al mese invece che 50. L’impatto immediato è stato molto positivo. Certo se un giorno c’è un problema su un titolo di stato quel paese lì dovrà da solo far fronte, ci sono forse altri meccanismi in Europa per aiutare il paese, forse non deve essere la politica monetaria o non solo quella".

     

    La ripartizione dei rischi tuttavia riflette la prudenza sul fronte dell'Unione Fiscale che invece andrebbe perseguita aggressivamente: "Sicuramente il fatto che il rischio non viene condiviso dimostra che c’è ancora tanta esitazione a creare uno strumento unico fiscale, a condividere i rischi della finanza pubblica anche perché fin quando ognuno decide a casa propria e vuole utilizzare i margini di flessibilità e vuole espandere, è un  più difficile poi condividere il rischio. Per cui, per ora, non vedo una prospettiva di questo tipo. Ma  - continua Bini Smaghi a Radio 24 - occorre dare un segnale, sicuramente. Credo che l’Europa faccia passo per passo, intanto portiamo a casa questo e poi cerchiamo di lavorare su altri fronti. Sicuramente la politica monetaria da sola non basta".

    Draghi Renzi Draghi Renzi

     

    Infine Bini Smaghi auspica, a questo punto, riforme urgenti all'interno dei singoli paesi, Italia prima fra tutti e descrive l'impatto del QE che sarà legato di nuovo alle riforme: "L’impatto in parte già c’è stato, abbiamo il rapporto Euro/Dollaro che è sceso sotto 1,14, abbiamo i tassi di interesse a lungo termine che sono scesi. Quindi  - conclude in America24 di Mario Platero su Radio 24 - c’è già qualche effetto, poi l’impatto sull’economia reale dipenderà anche dallo stato di salute e dalle riforme che sono state fatte. Sicuramente questa manovra aiuterà di più i paesi che stanno bene, rispetto a quelli che hanno ancora delle difficoltà e che devono fare le riforme.

     

    Draghi lo ha detto, questa è una parte, ma i governi devono fare la loro. Senza riforme e senza investimenti la ripresa economica richiederà moltissimo tempo. Usciamo da una crisi di troppo debito, pubblico e privato, e l’aggiustamento di questa situazione di troppo debito tipicamente richiede molto tempo. Per questo sono necessarie riforme profonde, mi sembra che in Italia ci voglia, come dice il presidente del Consiglio ‘Ritmo ritmo’, cioè non dobbiamo pensare che la Bce risolva tutti i nostri problemi.

     

    draghi merkel renzi hollande draghi merkel renzi hollande

    Per l'Italia la riforma del mercato del lavoro è stata molto importante, però secondo me ci sono altre due o tre riforme che sono essenziali per cambiare l’immagine e la competitività del Paese per gli investitori internazionali. La riforma della giustizia e la riforma della pubblica amministrazione, che sono  gli ostacoli principali per gli investitori. Ecco una riforma nei prossimi 6/12 mesi sarebbe essenziale per cambiare l’immagine degli investitori internazionali sul Paese.”

     

     

     

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