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    LECLERC AL BACIO - A MONZA E’ SBOCCIATO UN CAMPIONE, L’AD FERRARI CAMILLERI CITA ‘IL BACIO’ DI NERUDA: “VORREI FARE CON TE QUELLO/CHE LA PRIMAVERA FA CON I CILIEGI” – TERRUZZI: “A QUALCUNO, CHARLES RICORDA LAUDA. AD ALTRI PROST. LUI, HA CONFESSATO DI AVER AVUTO SENNA COME PRIMO E UNICO MODELLO…” – LA FESTA DELLA MAREA ROSSA E LAPO ELKANN SU DI GIRI – VIDEO


     
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    Alessandra Retico per la Repubblica

     

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    Persino Mattia Binotto, così misurato, parsimonioso e schivo, gira video col telefonino. E piange dietro i suoi occhialetti tondi e neri da intellettuale. L' ingegnere italo- svizzero, 49 anni, team principal della Ferrari, al primo anno nel ruolo ereditato da Maurizio Arrivabene, si mischia a questa folla rossa che invade il proprio campo appena riconquistato: 200 mila spettatori in tre giorni, record, ieri erano 93 mila. Sembra ancora di vedere le striature tricolori rilasciate dalle Frecce in cielo. Mameli suona 9 anni dopo l' ultima volta.

     

    Un ragazzino come Charles Leclerc, a 21 anni, alla sua prima stagione in rosso, ha compiuto il miracolo. «Alè, alè, alè, Leclè, Leclè, Leclè». Ma anche «Vai Carletto». L' Autodromo improvvisa cori e traduce dal francese la felicità per il piccolo principe di Monaco, nuovo eroe Ferrari. La Leclercmania è esplosa in fretta. Mercoledì a Milano, questa stessa folla aveva invaso piazza Duomo per la festa dei 90 anni della Scuderia. C' erano tutti sul palco, il passato, il presente e il futuro. Piloti, operai, manager.

     

    C' erano anche quelli che da Maranello erano usciti male dopo aver fatto tanto bene, a cominciare dall' ex presidente Luca Cordero di Montezemolo, 19 titoli mondiali col Cavallino, il più vincente, che la piazza ha generosamente invocato.

     

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    Assente quel giorno come pure ieri, il presidente John Elkann per impegni, che ha mandato un messaggio: «Vincere a Monza, a casa nostra davanti ai nostri tifosi, è un' emozione straordinaria. È il regalo più bello con cui possiamo festeggiare i nostri 90 anni. Bravissimo Charles, e complimenti a Mattia e a tutta la Scuderia per questa giornata indimenticabile. «Lo confesso, qualche lacrima all' inno mi è venuta. Leclerc è stato bravissimo: forse è presto per dire che è nata una stella, semmai è nata 21 anni fa, ma insieme potremo fare qualcosa di unico.

     

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    Abbiamo investito su di lui e lui su di noi» dice Binotto che a questo fenomeno di ragazzo ha dovuto tirare le orecchie dopo il caos nelle qualifiche (Vettel rimasto senza la sua scia) ma poi ha dovuto, inevitabilmente, perdonarlo. «Una gara che rimane nella memoria». Questo giorno se lo ricorderanno i bambini che sugli spalti avevano scritto in rosso, a scavalcare il naso, la scritta Leclerc.

     

    Se lo ricorderà lui, che a Monza sbarca in rosso per la prima volta e che in rosso ci rimarrà per contratto almeno fino al 2022. E che in classifica è ora 4° (scavalcato Vettel, 182 punti contro 169). Più di Spa, dove la sua prima vittoria fu dolce amara, conquistata il giorno dopo la morte dell' amico Anthoine Hubert, lui che tra gli amici cari ha perso già Jules Bianchi. Il predestinato ricuce proprio a Monza animi divisi: un anno fa qui fu comunicato a Raikkonen che la Ferrari non gli avrebbe rinnovato il contratto.

     

    Il finlandese fece la pole, Vettel si girò, Hamilton vinse. Un anno dopo il ragazzino che lo avrebbe sostituito e su cui pochi scommettevano, riaccende l' orgoglio rosso. Naturalmente twittano tutti e sul circuito c' è anche l' esordiente ministro delle Politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, che la prende sul personale: «Il successo a Monza è senza dubbio il miglior regalo per questo mio mandato. È un risultato che inorgoglisce non solo i tifosi della Ferrari ma tutti gli italiani».

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    Più da vicino al nuovo eroe patrio, con gli occhi lucidi, il manager di Leclerc, Nicolas Todt: «Un giorno molto speciale, un ferrarista che vince a Monza, sono felice per Charles, che è molto giovane. È un pilota con un pacchetto fantastico, ma una delle sue grandi forze è gestire la pressione. Capiterà di sbagliare perché è umano, ma la sua freddezza e la sua capacità di essere pronto nei momenti migliori è ciò che lo definisce campione». Sbocciato. «Come la primavera fa ai ciliegi»: cita Pablo Neruda, l' ad Louis Camilleri, precisamente la poesia Il bacio («Vorrei fare con te quello/che la primavera fa con i ciliegi. «È stato molto emozionante, sono felice per il team, i fan, l' Italia. Abbiamo aspettato così tanto ed è arrivato come un regalo per il 90° della Scuderia. Vogliamo molto di più di Spa e Monza e, come dice Binotto, stiamo concentrati, lavoriamo e investiamo sul futuro». Questo futuro qui.

     

     

    SENNA ORGOGLIOSO DI CHARLES

    Giorgio Terruzzi per il Corriere della Sera

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    Quando il suo sguardo dolce, il suo viso delicato, sono nascosti dal casco, si trasforma, diventa un mostro. Spietato nell' uso delle proprie armi: forza, intelligenza, determinazione. Nella festa memorabile, offerta da Charles Leclerc a se stesso e ad una marea rossa pazza di gioia, c' è il segno del grande campione, egoista al punto da commettere uno sgarbo nei confronti di Vettel in qualifica, sicuro di farsi perdonare da chiunque, compreso il suo boss, Mattia Binotto, nel giro di poche ore; c' è la percezione di aver già stretto un patto con la platea; c' è la sfrontatezza di chi evita gli esclamativi, parlando della propria impresa, mentre tutti lo trattano da fenomeno.

     

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    Non solo: Hamilton ha compreso in un paio di corse di avere a che fare con un avversario diverso da ogni altro, in grado di rendergli la vita più difficile, da qui alla fine della propria carriera; ogni giudice di gara avrà imparato da Derek Warwick (ex pilota generoso e spiritoso) come si fa ad arbitrare.

     

    Magari usando una manica più larga a vantaggio della bellezza assoluta di questo sport.

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    Leclerc: irresistibile. Ha sbagliato cercando di rintuzzare Hamilton, ma persino nell' errore - curiosamente simile a quello di Vettel in Canada - ha scovato un vantaggio decisivo che segna una profonda differenza del destino, nel giorno in cui Seb ha esposto una fragilità sconcertante soprattutto nella pericolosissima manovra di rientro in pista dopo il testacoda.

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    A qualcuno, Charles ricorda Lauda. Ad altri Prost. Avremo molti paragoni nel futuro prossimo e remoto mentre la Ferrari ha già la certezza di aver compiuto una scelta che ha cambiato il segno del presente: un orgoglio ritrovato e una speranza persino irrazionale per ogni domenica che verrà, alla faccia di ogni disquisizione tecnica. Lui, ha confessato di aver avuto Senna come primo e unico modello. Beh proprio Ayrton, dopo una gara simile, sarebbe orgoglioso di questo ragazzino così tenero, così implacabile. Anima per comunicare con chi guarda; carattere per mettere in riga chi lo insegue.

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