RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Alessandra Arachi per il Corriere della Sera - Estratti
C’è una cosa che sembrava impossibile e che l’approvazione della legge sulla Autonomia differenziata ha invece realizzato in una notte: la compattezza delle opposizioni. Ma proprio tutte le opposizioni, da Avs ad Azione. I democratici hanno preso in mano la guida.
Francesco Boccia, presidente dei senatori: «Il Pd, insieme alle altre opposizioni, ai movimenti e alla società civile, è pronto a raccogliere da subito le firme per un referendum contro lo “spacca-Italia”, un provvedimento che sicuramente verrà bocciato».
Subito dopo è Matteo Renzi (Italia viva), in una sorta di nemesi storica, a lanciare la sua sfida: «Chiederò alle oltre duecentomila persone che hanno messo il mio nome sulla scheda elettorale di firmare il referendum abrogativo contro l’Autonomia differenziata.
Un provvedimento che è una follia istituzionale».
Sono tutte d’accordo, le opposizioni: quel referendum si deve fare e la raccolta di firme deve essere il più veloce possibile. Hanno passato tutti una notte che si è trasformata in un incubo. Ma quando è arrivato il mattino erano già pronti sulle barricate.
Giuseppe Conte, parlando per il suo Movimento Cinque Stelle, ha lo stesso tono degli altri: «Spaccano l’Italia col favore delle tenebre. Ma noi continueremo a contrastarli in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze».
(...)
Tra le opposizioni c’è Riccardo Magi, segretario di +Europa, che in tema di referendum è forse il più esperto di tutti. È suo l’emendamento che fece rendere legale la firma digitale per i referendum.
E adesso rivendica: «Il governo deve finalmente rendere accessibile la piattaforma per la raccolta delle firme digitali, la legge lo prevede da oltre due anni».
Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, leader di Alleanza verdi-sinistra, parlano con una sola voce e rilanciano l’unità in difesa della Costituzione. Bonelli: «È urgente tenere l’estrema destra fuori dalla Ue e smascherare l’ipocrisia della destra italiana, che tollera riferimenti al nazifascismo.». Fratoianni: «Noi come opposizioni avremo altri strumenti per opporci allo “spacca-Italia”, lo faremo fuori dal Parlamento».
Da Azione non arriva la voce di Carlo Calenda, ma dichiarazioni, ufficiose ma decise, dei dirigenti: «Azione è pronta ad unirsi alla battaglia referendaria». Poi c’è una nota di Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna: «Sono stupito del silenzio assordante dei governatori del Sud della destra, ma anche di quello dei sindaci e dei parlamentari».
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