EDIN DZEKO E LELE ADANI
Marco Guidi per "la Gazzetta dello Sport"
«Quando non ci sono soldi, l'unica alternativa è avere idee». Oggi all'Inter le seconde mancano quanto e più dei primi, secondo Lele Adani, ex difensore nerazzurro e noto volto televisivo, come spalla tecnica e opinionista. La manovra "out Lukaku, in Dzeko" ne sarebbe la prova. «Mi sembra che la priorità di tutti i componenti dei piani alti di Viale Liberazione sia stata scaricarsi le colpe per la cessione di Romelu, più che pensare a come sostituirlo al meglio».
Cosa non la convince dell'ingaggio del bosniaco?
«Innanzitutto il percorso con cui si è arrivati a lui. La mia impressione è che l'area tecnica dell'Inter si sia trovata completamente impreparata alla partenza di Lukaku e con il centravanti della Roma abbia fatto una scelta di comodo, quella più a portata di mano. Non la più logica o la migliore, anche con un budget ridotto».
adani
Insomma, una toppa cucita in fretta per coprire la falla?
«Esatto. E lo dico con tutto il rispetto per Dzeko, che è un campione, ma ha 35 anni. Può essere considerato ancora un titolare, non un investimento da società che pensa al futuro e di questo dovranno rispondere i dirigenti.
Purtroppo c'è ancora il pregiudizio che un ragazzo di 20 anni non possa reggere l'impatto con San Siro, ma quanti anni aveva Icardi quando arrivò all'Inter? Per Lukaku, poi, non si può nemmeno parlare di falla, quanto di cessione inevitabile e preventivabile: sei in un momento di difficoltà economica e non ti aspetti possa arrivare un'offerta per uno dei tuoi giocatori più forti?
Che poi a 115 milioni di euro sarebbe stato da vendere a prescindere, Romelu... È il dopo che non capisco. Guardiamo a come lavora l'Atalanta, per esempio: quando vende, ha già le idee chiare su come e da chi ripartire. E allora un club come l'Inter è possibile non abbia una lista di talenti emergenti su cui andare mesi prima, sapendo quello che sarebbe potuto accadere?»
Proviamo a farla noi, questa lista.
matheus cunha
«Bene, con un'area scouting specializzata nella ricerca, ti puoi muovere in anticipo sui giovani talenti. Il Monaco per 18 milioni ha preso dall'Az Boadu, che è un grandissimo prospetto. E poi penso a Isak della Real Sociedad, che prima dell'Europeo era più accessibile di oggi, o a Cunha dell'Hertha Berlino, grande protagonista all'Olimpiade con il Brasile. Nessuno pretende Haaland o Richarlison, che sono irraggiungibili, ovviamente. Ma con la cifra che si potrebbe spendere per un Duvan Zapata (30 anni, ndr), puoi permetterti giocatori futuribili e con margini di crescita enormi. È quello che a suo tempo ha fatto la stessa Inter con Lautaro Martinez».
romelu lukaku 6
Però il tifoso dell'Inter conosce Dzeko, Zapata e meno gli altri.
«E qui veniamo a un altro punto chiave: la chiarezza con i tifosi. Gli interisti lo meriterebbero più di tutti, sono stati i più presenti allo stadio, prima della pandemia.
Hanno passione e sono in grado di capire la situazione problematica, se vengono guidati da una comunicazione trasparente, sincera. Cedere alcuni big e ripartire con progettualità e idee è un conto. Vendere e muoversi a tentoni un altro. E questa sensazione fa male al tifoso...».
dzeko
Non sarà facile nemmeno per Simone Inzaghi ridisegnare la squadra con un Lukaku in meno e uno Dzeko in più.
«L'Inter di Conte poggiava moltissimo su Romelu e la stessa cosa non si potrà fare con Dzeko. Ma Inzaghi negli ultimi due anni alla Lazio ha fatto vedere di saper costruire la manovra offensiva in più modi e anche con un centravanti bravo nel ricevere palla spalle alla porta, come Caicedo.
Con Edin sarà costretto a farlo più spesso. Ma non è detto che non funzioni: agli inizi della sua carriera da allenatore Simone era fin troppo lineare, poi ha variato molto, dimostrando intelligenza tattica. Non mi riferisco solo alle caratteristiche dei calciatori impiegati, ma soprattutto ai tempi di gioco, che fanno la vera differenza nel calcio moderno, anche più della tecnica. E proprio Lukaku ne è un esempio: più veloce di pensiero che abile di piede».
atalanta muriel
Dzeko, Lautaro (ammesso che l'Inter resisti all'assalto dei club esteri), Sanchez... Con chi completerebbe il reparto?
«Di sicuro serve una punta in più, come serviva lo scorso anno, dato che Sanchez ha spesso problemi fisici. Leggo di Zapata o altri, ma dal punto di vista tecnico, andrei su Luis Muriel. Perché sa fare tutto e ti darebbe imprevedibilità, anche nelle combinazioni. Puoi giocare con il centravanti classico, quello con chili e centimetri, con un attacco mobile o interscambiabile. Muriel è il dodicesimo uomo perfetto ed emoziona anche il tifoso».
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