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    "AMANDA KNOX? NON C'ERANO PROVE PER CONDANNARLA. E NEMMENO LA CERTEZZA DELLA SUA EVENTUALE RESPONSABILITÀ" - FRANCA LEOSINI EMETTE LE SUE SENTENZE: "ANNAMARIA FRANZONI? È UNA DONNA MALATA, NON UNA MENTE CRIMINALE. HA L'ERGASTOLO DENTRO - OLINDO E ROSA? COLPEVOLI" - E POI ERIKA E OMAR, SABRINA MISSERI E COSIMA SERRANO: "SONO CONVINTA CHE NON VOLESSERO…" - E SU ANGELO IZZO E LUCIA ANNIBALI... - VIDEO


     
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    Alessia Ardesi per “Libero Quotidiano”

    Ha un' immagine di papa Giovanni sul tavolino accanto al letto. Da più di vent' anni nella sua trasmissione frequenta il male e la morte; e per ogni storia che racconta studia con estrema accuratezza ogni atto processuale.

     

    leosini leosini

    Chiede di darle del tu - «sono Franca, non la Leosini» -, anche se io per rispetto non ci riesco. Ha fatto piangere più di uno dei "suoi" criminali, ma lei si commuove ricordando i morti di Covid. È finita sulla Treccani grazie al neologismo "Leosiner", che indica la comunità di appassionati del suo programma. Ora ne sta preparando uno nuovo: Che fine ha fatto baby Jane?, sul seguito delle vite degli assassini.

     

    Come ha cominciato a interessarsi di storie maledette?

    «Da giornalista, all' epoca del Tempo e dell' Espresso, seguivo in particolare i grandi processi. Sono stata contattata dalla Rai, da Telefono giallo, per costruire l' inchiesta sull' omicidio di Anna Grimaldi. Era una bellissima donna, moglie di un armatore, che avevo conosciuto perché amica dei miei genitori. Per questo delitto fu processata Elena Massa, giornalista del Mattino, accusata perché gelosa della passione del marito per l' incantevole Anna».

     

    E poi?

    «Poi, sono stata chiamata da Raitre, diretta da Angelo Guglielmi come autore delle più grandi inchieste della trasmissione Telefono giallo, condotta da Corrado Augias. Così iniziai ad andare in video. Proposi in seguito a Guglielmi un nuovo programma: Storie maledette. Lui mi rispose: "Il titolo è bellissimo, vediamo cosa ci metti dentro"».

     

    Perché questo genere la appassiona?

    «Perché nel noir scorrono tutte le grandi passioni della vita».

     

    Lei è credente?

    angelo izzo angelo izzo

    «Sono più credente che osservante. Non vado sempre a messa, ma so che il Signore è con me sempre. Essere credenti è un ancoraggio umano e psicologico molto forte».

     

    Ha paura di morire?

    «La chiami pure vigliaccheria, ma non penso alla morte. È un argomento da cui rifuggo, forse anche perché "penso positivo"».

     

    E del Covid?

    «Stiamo attraversando una immensa tragedia umana che richiede massima prudenza.

    Adotto doverosamente tutte le precauzioni. Non ne sono ossessionata. Certo (e qui le si rompe la voce per la commozione, nda), per le persone che hanno perso lavita, provo un dolore profondo».

     

    ANNAMARIA FRANZONI ANNAMARIA FRANZONI

    Crede nell' Aldilà?

    «Spero nell' Aldilà. Ma vivo serenamente la vita. Con il mio programma, la morte la frequento già abbastanza».

     

    La condizionano le storie che racconta?

    «Sono corazzata sul piano umano e quindi più forte dei drammi che mi attraversano».

     

    Come riesce a farsi confidare il male?

    «Con me le persone si aprono perché sanno che non le giudico. I verbi che mi appartengono sono: capire, dubitare, raccontare. Cerco di comprendere quale guasto nella vita, nella coscienza possa aver portato delle persone a precipitare da una normale quotidianità nel vuoto di una maledetta storia».

     

    Qual è la chiave per capire i delitti?

    «Non avere certezze. I delitti mai si giustificano, però si interpretano. Tutti i miei "intervistati" avevano vite non progettate al crimine».

     

    Dove vanno gli assassini dopo la morte?

    «Se siamo cattolici, dobbiamo credere che il sacramento della confessione, il pentimento vero e la richiesta di perdono, anche solo al momento dell' addio, dovrebbero dare un lasciapassare quantomeno per il Purgatorio».

    E le vittime? In Paradiso?

    tweet su franca leosini tweet su franca leosini

    «A loro, alle vittime, spettano già gli altari in vita, e la tutela della loro memoria. Avranno certo una linea diretta per il Paradiso. Come Gesù crocefisso».

     

    Il male è frutto di una devianza o è dentro ognuno di noi?

    «Un cuore di tenebra alberga in ognuno di noi. Chi non commette crimini è forse solo più fortunato, ha un sistema nervoso più solido. E la possibilità di vivere in luoghi e famiglie che condizionano positivamente i suoi comportamenti, le sue scelte».

     

    amanda knox amanda knox

    In molti chiamiamo mostri gli assassini che le hanno raccontato la loro storia. Lei come li definisce?

    «Io rifiuto la parola mostro. Mi sembra persino banale, uno slogan inclusivo del nulla. Sono persone che hanno sbagliato, segnate nel profondo da realtà negative, che spesso hanno forse assorbito i funesti miasmi dell' ambiente malato che li ha circondati».

     

    Il male le fa paura?

    «In qualche modo sì. Mi fa paura perché molto spesso è incontrollabile, e quasi sempre ingiustificato, supera l' immaginazione. E una persona per bene non ha strumenti per opporsi».

     

    Le propongo un gioco: colpevole o innocente?

    «Proviamo».

     

    Annamaria Franzoni?

    «È una donna malata, non una mente criminale. Ha vissuto un tragico momento di smarrimento e per questo avrebbero dovuto solo ricoverarla in un istituto di cura. La Franzoni ha l' ergastolo dentro».

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    Olindo e Rosa?

    «Colpevoli. E trovo inaccettabile che qualcuno continui a gettare manate di fango sulla famiglia delle vittime ipotizzando assurdamente che, per questioni economiche, siano altri gli autori della strage».

     

    Erika e Omar?

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    «Un vero dramma umano. Non li ho mai incontrati. Ma ho un grandissimo rispetto per il padre di Erika che ha sublimato la sofferenza. È riuscito a convertire il dolore in pietà e non ha mai abbandonato la figlia».

     

    Amanda Knox?

    «Sono d' accordo sull' assoluzione: non c' erano prove per condannarla. E nemmeno la certezza della sua eventuale responsabilità. Si condanna al di là di ogni ragionevole dubbio».

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    Sabrina Misseri e Cosima Serrano?

    «Le ho intervistate. Sono convinta che non volessero uccidere Sarah. Nei fatti, è stato un delitto preterintenzionale. Che meritava certo una sanzione grave, ma non l' ergastolo. Una sentenza discutibile perché il carcere a vita è condanna che prevede la premeditazione e il vilipendio del corpo: aggravanti che di sicuro mancano in questo caso».

     

    ERIKA E OMAR ERIKA E OMAR

    Lei è garantista?

    «Fino a quando non ci sono prove certe della colpevolezza delle persone, essere garantisti è doveroso».

     

    Perché voleva riproporre la sua intervista con l' uomo che sfregiò Lucia Annibali?

    «In occasione della giornata sulla violenza contro le donne avevo scelto due vicende dolorose che a mio avviso erano altamente emblematiche. Una era l' orrida vicenda del Circeo (avevo intervistato Angelo Izzo).

     

    franca leosini foto di bacco (2) franca leosini foto di bacco (2)

    L' altra era incentrata sull' intervista a Luca Varani, responsabile di aver dato mandato perché fosse sfigurato con l' acido il bellissimo volto dell' ex fidanzata Lucia Annibali. L' alfa e l' omega di una efferata violenza che, anche a distanza di oltre quarant' anni tra un caso e l' altro, continua a essere perpetrata con uguale ferocia e crudeltà».

     

    Angelo Izzo tolse orrendamente la vita a Rosaria Lopez e seviziò Donatella Colasanti. Era pazzo?

    olindo e rosa olindo e rosa

    «Indubbiamente in lui c' era, c' è anche una vena di follia, sommata a un quoziente di crudeltà talmente alto da superare forse la sua stessa volontà. Devo dire che Izzo, che ancor prima era riuscito a ingannare il magistrato di sorveglianza, ha ingannato anche me. Operazione - le assicuro - non facile».

     

    Come andò?

    LEOSINI ANNIBALI LEOSINI ANNIBALI

    «Conducevo su Rai 3 la mia trasmissione Ombre sul giallo. Con un permesso speciale Izzo doveva venire in studio. Così non fu. Appena uscito dal carcere commise un altro atto di indicibile ferocia: uccise la moglie e la figlia del suo ex compagno di cella.

     

    Devo dire che avevo creduto nella sua resipiscenza: oltre all' orrore per quell' ulteriore gesto di crudeltà mi sono sentita quasi tradita da lui. Izzo lo seppe e mi scrisse per dirmi che in lui era presente sia la parte in cui io avevo creduto, sia quella negativa, che ancora una volta aveva preso il sopravvento».

    franca leosini intervistata foto di bacco franca leosini intervistata foto di bacco

     

    Per quale motivo il male e i delitti attraggono più del bene?

    «Perché il bene può essere estremamente noioso, odorare di sacrestia. Purtroppo il male affascina. È la sintesi estrema di un percorso, di intrecci umani che intrigano e coinvolgono».

     

    Qualcuno dei suoi "intervistati" è crollato e ha pianto. Come si è sentita?

    «Come una persona che è riuscita a smuovere le corde della coscienza».

     

    A lei è successo di piangere?

    «Una volta, quando ho intervistato Mary Patrizio, la giovane donna che ha affogato il suo bambino di cinque mesi nella vasca da bagno.

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    Al processo non aveva detto neanche una parola. A me ha descritto nei dettagli come aveva annegato nella vasca da bagno suo figlio. Al termine della trasmissione sono crollata. Ho appoggiato la testa sul tavolo e ho pianto a lungo. A consolarmi è stata Mary Patrizio».

     

    Prova mai pietà per i suoi "intervistati"?

    «Per tutti, perché non sono professionisti del crimine, bensì persone che a un certo punto hanno commesso un crimine che non somiglia alla loro realtà umana. Hanno distrutto altre vite, ma anche la loro».

     

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    Dietro a un Leosiner non si potrebbe celare un maniaco?

    «Non dietro i Leosiners. Non temo che mi si possa far del male perché credo di essere protetta dall' onestà intellettuale e morale con cui lavoro. Non ho mai ricevuto minacce».

     

    Un condannato all' ergastolo come aspetta la morte?

    «Gli ergastolani non parlano mai della morte. L' impegno costante dei detenuti è contare i giorni: quelli che mancano per un permesso premio, per un articolo 21, per la semi libertà, per la speranza di ritornare alla vita».

     

    Perché mantiene rapporti con gli assassini che ha conosciuto?

    «Perché io non mi lascio usare, ma non li uso. Esiste anche un forma di reale gratitudine per avermi dato fiducia. Sono scesi con me nell' inferno del loro passato».

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