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Stefania Cigarini per leggo.it
Il pilota della Mercedes, Lewis Hamilton, tra i più vincenti e ricchi del circuito di Formula Uno, è stato un bimbo bullizzato, perché nero. L'asso del volante - l'unico a criticare colleghi e scuderie per non aver preso posizione dopo la morte di George Floyd - è anche tra i personaggi famosi più attivi a sostegno del movimento "Black lives matter'"
E ha trovato il coraggio di svelare ai fan - attraverso Instagram - un ricordo molto doloroso della sua infanzia, come vittima di razzismo, e davvero differente rispetto all'immagine che abbiamo oggi di questo giovane uomo di 35 anni.
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«Ho letto molto ogni giorno per cercare di saper il più possibile di quello che è successo nella nostra lotta contro il razzismo, e questo ha riportato alla memoria tanti dolorosi ricordi della mia gioventù. Memorie intense delle sfide che ho affrontato quando ero bambino, come credo che molti di voi che abbiano sperimentato il razzismo o qualsiasi tipo di discriminazione abbiamo vissuto».
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Il post di Hamilton prosegue e spiega che il pilota non ha mai rivelato prima di essere stato bullizzato, perché "mi è stato insegnato a tenermi le cose dentro, non mostrare debolezze, uccidere gli altri con l'amore e poi batterli in pista".
«Ma lontano dai circuiti sono stato bullizzato, picchiato, e il solo modo per rispondere a questo è stato imparare a difendermi, così ho imparato il karate. Ma gli effetti psicologici negativi non possono essere misurati».
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