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    LA NEMESI DELLO SPILORCIO – MA SORDI NON FACEVA MEJO A MAGNARSELI TUTTI I ‘SORDI’? ORA SARÀ UNA PERIZIA MEDICO-LEGALE A STABILIRE SE 95ENNE SORELLA AURELIA, EREDE DELL’IMMENSO PATRIMONIO, È IN GRADO DI INTENDERE E DI VOLERE - GOVERNANTE, AVVOCATI E UFFICIO STAMPA DIFENDONO ARTURO, L’AUTISTA PERUVIANO CHE ACCUDISCE LA “SIGNORINA” DA 10 ANNI E CHE POTEVA ACCEDERE A TUTTI I CONTI, ORA SEQUESTRATI DAI PM…


     
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    1- TESORO DI ALBERTO SORDI, PERIZIA SULLA SORELLA
    Arianna Finos per "la Repubblica"

    Alberto Sordi la sua casa mostrata da Carlo VerdoneAlberto Sordi la sua casa mostrata da Carlo Verdone

    Sarà una perizia medico- legale a stabilire se Aurelia Sordi, la sorella 95enne di Alberto, è in grado di intendere e di volere. I vigili urbani della Capitale si sono presentati ieri mattina al cancello della celebre villa di piazzale Numa Pompilio, a due passi dalle Terme di Caracalla, per consegnare la richiesta dell'esame che stabilirà se la sorella maggiore e unica erede della fortuna del grande Alberto è in grado di intendere e di volere.

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    Il provvedimento è stato deciso dal pm Eugenio Albamonte nell'ambito di un'indagine partita dopo la segnalazione di due direttori di banca: a metà gennaio, l'autista di famiglia, Arturo Artadi, si era presentato negli istituti di credito con una procura generale che gli dava non solo il diritto di gestire le spese ordinarie da un conto corrente su cui confluiscono trentamila euro mensili di interessi da titoli e azioni, ma anche l'accesso a tutti gli altri conti di Aurelia.

    Alberto SordiAlberto Sordi

    «La signorina è molto sorpresa e offesa di essere considerata incapace di intendere e volere», ha fatto sapere l'avvocato della famiglia, Francesca Piccolella, che con il penalista Carlo Farina ha trascorso ieri un lungo pomeriggio nella casa dei Sordi, insieme ad Aurelia e all'autista. Impossibile parlare con la signorina - come tutti la chiamano affettuosamente - classe 1917, che del resto non rilascia interviste da quarant'anni.

    Squilla a vuoto anche il cellulare dell'autista. «Arturo è molto amareggiato. Ha passato la vita ad accudire la signora e non si aspettava ora questi sospetti sul suo conto », dice Paola Comin, storico ufficio stampa dell'attore romano e amica di famiglia. E irrintracciabile è anche il notaio Gabriele Sciumbata, che ha sottoscritto la procura generale, mentre il penalista Farina è impegnato a stilare una nota che puntualizza le ragioni e le motivazioni della signora Aurelia: «Mi considero in completo possesso delle sue facoltà mentali e totalmente fiduciosa nei confronti del fedele autista».

    STEFANIA BINETTI CON AURELIA SORDISTEFANIA BINETTI CON AURELIA SORDI

    Puntualizza invece per telefono l'avvocato Piccolello che «la signora Aurelia è l'unica intestataria del suo patrimonio e non ha dieci conti correnti». Piccolello, però, non è in grado di rispondere sul perché di quella procura generale che di fatto consegna l'intero patrimonio ad Artadi. Dice Paola Comin: «Aurelia da anni esce pochissimo di casa. La villa è grande e c'è molto personale. Lei si fida completamente di Arturo, che Sordi ha cresciuto da quando aveva sedici anni ed era appena arrivato dal Perù».

    Alberto il grande Aurelia Sordi Carlo e Luca Verdone Photomovie Claudio Porcarelli embeddedAlberto il grande Aurelia Sordi Carlo e Luca Verdone Photomovie Claudio Porcarelli embedded

    Un uomo semplice e solido, Arturo, come lo definisce l'amica di famiglia, cresciuto in un mondo ovattato e appartato che Sordi governava con regole ferree: «Alberto non voleva nessuno in casa e non mostrava la sua casa in pubblico. Ad Arturo aveva affidato il compito di accudire l'amata sorella Aurelia e lui da anni trascorre le giornate con l'anziana, cena con lei verso le nove e poi torna nella casa in cui vive con la moglie e le due figlie, non lontana dalla villa».

    PAOLA COMINPAOLA COMIN

    Aurelia aveva aperto di recente al pubblico la casa così gelosamente custodita dal fratello. Lo aveva fatto in occasione della celebrazione dei dieci anni della morte di Alberto e del documentario realizzato dai fratelli Verdone: «Carlo non poteva essere alla cena perché era malato e Luca non voleva venire senza di lui» racconta ancora Paola Comin. «Aurelia ha detto: "Da quarant'anni non facciamo una festa. La voglio fare lo stesso. È anche una dimostrazione d'affetto per mio fratello"».

    E ha invitato gli amici intimi, da Scola ai Vanzina. C'erano Mara Venier, Carlo Conti, Fabrizio Frizzi. Era tanto felice». A guastare le feste è arrivata ora l'indagine sollecitata dai direttori di banca. Il pm Eugenio Albamonte ascolterà tutti i collaboratori dell'anziana donna. Dopo il deposito della procura non è stata fatta alcuna operazione bancaria, gli inquirenti ne hanno comunque disposto il sequestro.


    2- "ARTURO NON HA MAI RUBATO IN CASA SORDI"
    Raffaella Troili per "Il Messaggero"

    Carlo VerdoneCarlo Verdone

    Offesa Aurelia, umiliato Arturo, indignata Pierina. In casa Sordi, lassù in alto, in via Druso non c'è voglia di parlare, le serrande sono abbassate, l'autista accusato di essersi intestato i conti della famiglia è dentro, come sempre vicino alla 95enne sorella di Alberto Sordi, come gli chiese il fratello dieci anni fa, prima di morire. «Mi prese la mano e mi guardò con affetto, come si fa con un figlio - ha raccontato Arturo Artadi - Poi mi disse: "so' stato bambino, uomo e ora anziano. Fra un po' me ne vado su. Pensa tu a mia sorella". Ed è quello che ho fatto».

    La governante Pierina Parenti, il personale che sta nella villa davanti a Caracalla, tutti difendono il peruviano, il tutto fare di Alberto Sordi e della signorina Aurelia. «E' un ragazzo limpido - dice ruvida la storica governante - lo conosco da trent'anni, non si è mai arricchito, noi siamo tutti come lui, ma ci vedete?» e mostra il grembiule colorato, come quelli delle nonne.

    Mara Venier Elsa Martinelli e Gianni DeiMara Venier Elsa Martinelli e Gianni Dei

    Poca voglia di chiacchierare, questa storia che offusca il decennale della morte di Sordi, non ha senso per gli inservienti e offende quanti da sempre si occupano della famiglia. La stessa sorella dell'attore, fa sapere attraverso l'avvocato che «nonostante l'età avanzata si trova in ottime condizioni di salute e ha sempre adottato ogni decisione in assoluta libertà, pienamente consapevole delle conseguenze derivante dalle proprie scelte».

    A CASA DI ARTURO
    A nove chilometri dalla villa di Sordi, in viale Giustiniano Imperatore, in un palazzone a due passi dalla metro San Paolo, la moglie di Arturo difende il marito sconvolta. «Non è un ladro, è una brava persona. E noi abitiamo da sempre nello stesso posto, facciamo la stessa vita, non abbiamo niente da nascondere, non abbiamo mai trattenuto niente per noi». Hanno due figli, sono sposati da venti anni, non sa bene quanto guadagna il marito, sa che «lavora dalla mattina alla sera»; mentre lei assiste una persona con handicap in casa.

    «Guarda che succede, a comportarsi sempre bene», dicono che abbia detto amaramente Arturo. Aveva diciotto anni quando, appena arrivato dal Perù, entrò in casa Sordi intimidito, affacciato alla cucina. Era molto alto e Albertone lo guardò perplesso: «Sei Arturo? Sicuro che sei peruviano?» E poi guardando l'orecchino «Che sei recchione?». Il fido Arturo lo tolse subito, rimediò un buffetto sulla guancia, un lavoro, una famiglia.

    CARLO CONTICARLO CONTI

    I RICORDI
    «Artù», sembra ancora di sentirlo Sordi che chiama Arturo per risolvere grandi e piccole incombenze domestiche. Il lavoro era quello di autista: «Ma non sapevo guidare» ammise il ragazzo alle soglie dei diciotto anni. «Ci penso io», rispose Sordi che per tre mesi gli diede lui lezioni di guida. «Mi sgridava se sbagliavo, pacche affettuose se facevo giusto». Non parlava ancora l'italiano, eppure una volta sbottò. «Lo mandai a quel paese, arrivò la signorina Aurelia preoccupata, chiese che era successo. E lui ridendo: è successo che Arturo ha imparato l'italiano».

    Nei confronti di Arturo dopo tanti anni la signorina Aurelia nutriva affetto come per un figlio oltre che una fiducia estrema: lo dimostra il fatto che abbia firmato davanti a un notaio la procura con cui lo autorizzava a operare a suo nome sul conto da cui Aurelia attinge per le spese ordinarie. Ora l'eredità milionaria di Sordi è stata sequestrata, tutti e dieci i conti ereditati dalla sorella e i cui interessi finiscono in un altro conto usato per le spese vive. Alla procura risulta sospetto che Artadi sia l'unico autorizzato a usare quei soldi. Sono stati i vigili di piazzale Clodio a informare la signorina Sordi ma lei a quanto pare crede sia solo un equivoco o una montatura. Ieri è stata in casa, come sempre accudita dal personale, Arturo compreso, assistita dall'avvocato. E' addolorata.

    FABRIZIO FRIZZIFABRIZIO FRIZZI

    SCONVOLTI
    Affezionatissima com'è all'autista peruviano che da trent'anni la porta in giro per la città, si occupa del giardino e di molto altro. Era stimato da Albertone, ha continuato a godere della fiducia fino ad ora. Non ci voleva questo esposto nato dal dubbio che si possa ipotizzare il reato di circonvenzione di incapace ai danni della signorina Aurelia. «E' sconvolta lei, è sconvolto lui», chiudono il discorso altri del personale.

    In una recente intervista Arturo aveva detto che la presenza di Sordi era ancora forte nella villa a due passi da porta Metronia, «lui mi ha cresciuto come un figlio, è rimasto qui con noi».

     

     

     

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