Cristiana Mangani per www.ilmessaggero.it
minniti haftar
Khalifa Haftar, il comandante dell'esercito nazionale libico, è arrivato nella Capitale ieri pomeriggio, poco dopo le 17, a bordo di un aereo del 31 Stormo dell'Aeronautica militare. Ha scelto un albergo ai Parioli per la sua permanenza in città, e ripartirà domani mattina. La visita era già stata annunciata, tanto che nei giorni scorsi il presidente della Commissione difesa del Senato Nicola Latorre era andato a Tobruk per caldeggiare il viaggio italiano.
All'inizio di settembre era stato il ministro Marco Minniti a recarsi a Bengasi per cercare di trovare, anche con il generale, una soluzione che potesse portare verso una più rapida stabilizzazione della Libia. Haftar cercava rassicurazioni riguardo alla missione italiana e al rispetto della sovranità nazionale libica, e le ha ottenute.
gentiloni pinotti minniti
E questo ha creato qualche malumore da parte del nostro referente ufficiale, il presidente riconosciuto dall'Onu, Fayez al Serraj, che proprio per affermare i rapporti che legano l'Italia al suo governo, sabato scorso ha inviato a Roma il generale Abdulrahman al Tawil, per un incontro con il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano.
GLI APPUNTAMENTI
La prima visita ufficiale di Haftar, comunque, sarà una visita importante, nonostante ieri nessun volesse confermare il suo arrivo a Ciampino. Si sa che avrà una giornata molto piena, a cominciare da questa mattina quando incontrerà i vertici dei nostri servizi segreti esterni, l'Aise. Nel primo pomeriggio, invece, vedrà due ministri, Roberta Pinotti e Marco Minniti, o qualcuno delegato da loro a incontrarlo: intorno alle 17 sarà alla Difesa, verso le 18 al Viminale.
HAFTAR
Colloqui che indicano la volontà dell'Italia di trattare a tutto campo per pianificare al meglio l'impegno militare in Libia: due missioni sono già in corso (l'ospedale da campo a Misurata e la nave officina della Marina Militare a Tripoli) e un'altra potrebbe essere attivata ai confini sud del Paese. In serata, poi, è prevista una cena al Circolo ufficiali delle Forze armate, mentre la partenza sarà nuovamente da Ciampino domani mattina.
Ma c'è di più, perché, secondo indiscrezioni riferite dal quotidiano panarabo edito a Londra, al Arab al Jadid, Italia potrebbe chiedere all'uomo forte di Tobruk di proteggere gli impianti di Mellitah, operati da Eni in joint-venture con la statale libica Noc. Impianti che si trovano molto vicino alla città di Sabrata, dove da giorni sono in corso scontri tra le milizie della cosiddetta Cabina di regia del contrasto allo Stato islamico contro la Brigata 48 composta dalle milizie che si occupavano della lotta all'immigrazione clandestina, guidate da Anas al Dabbashi.
eni libia
Una guerra che sembra aver lasciato 11 morti sul terreno. Per al Arab al Jadid, i colloqui dovrebbero concentrarsi sulla situazione di Mellitah, sulla quale Haftar sembra orientato a portare un messaggio rassicurante, sostenendo che gli interessi di Roma non saranno pregiudicati, soprattutto perché una delle due milizie, la cosiddetta Cabina di regia, è a lui fedele. Sempre secondo il quotidiano, poi, gli sarebbe stato chiesto di venire con una delegazione ridotta e composta da civili.
KHALIFA HAFTAR
Tutto ciò mentre al Serraj continua a chiedere al nostro governo un riconoscimento costante. E per questa ragione, con un anticipo di tre giorni rispetto all'arrivo di Haftar, ha voluto inviare a Roma il capo di Stato maggiore della difesa del Governo di accordo nazionale, il generale Abdulrahman al Tawil. Per affermare il suo ruolo, di partner principale del nostro paese, in vista della visita dell'uomo forte della Cirenaica, suo rivale.
LA FARNESINA
Sempre ieri si è svolta anche un'altra riunione importante alla Farnesina. Il ministro Angelino Alfano ha incontrato un'ampia rappresentanza di Ong potenzialmente interessate a operare in Libia.
«Ho voluto organizzare questo incontro per anticiparvi la presentazione di un primo bando per l'assistenza umanitaria nel paese nordafricano. E' cruciale definire un piano d'azione sempre più efficace con le Organizzazioni internazionali coinvolte: vogliamo che le Ong italiane, con esperienza nel settore e in grado di operare in aree di crisi, possano dare un contributo importante».
MINNITI HAFTAR
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