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    "OGGI VERREI MASSACRATO PER LA BATTUTA SU 'RIMINI E RICCHIONE' O L’IMITAZIONE DI LOUIS ARMSTRONG CON UNA CALZA NERA IN TESTA" - LINO BANFI MEMORIES: “SORDI MI CHIAMAVA A' NONNÈ...MA AVEVA 16 ANNI PIÙ DI ME. LE COMMEDIE SEXY? AIUTAVANO ANCHE ALCUNI SPETTATORI. SE UNO NON ERA BELLO, VEDENDO CHE UNO COME BANFI POTEVA CONQUISTARE DONNE COSÌ BELLE, SI TIRAVA SU IL MORALE" – "MOURINHO? MI FA RIDERE QUANDO SI “INCHEZZA...” - VIDEO


     
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    lino banfi lino banfi

     

    Estratto dell’intervista a Lino Banfi di Francesco D'Errico per “Panorama” pubblicato da “la Verità”

     

    «Qualcuno mi ha proposto di fare il dizionario Italiano-Banfiota: un compendio di tutte le mie battute celebri.

     

    Quella che viene citata di più?

    «Ti spezzo la noce del capocollo». Non vuol dire niente ma fa ridere, e io sono fiero di essere entrato con il mio linguaggio nei modi di dire della gente».

     

    Lino Banfi si gode quella popolarità che attraversa le generazioni regalatagli da quasi 60 anni di carriera, dagli esordi nell'avanspettacolo alle pellicole di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, passando per l'enorme successo delle commedie sexy anni Ottanta, la collaborazione con grandi registi come Steno e Dino Risi, le conduzioni e i tanti successi di film in tv, in cui si inseriscono i 18 anni di Un medico in famiglia.

     

    Nonostante i suoi 85 anni l'attore non pensa minimamente ad andare in pensione: «Ogni due o tre anni mi viene un'idea, forse perché a furia di tirarmi schiaffi sulla testa il cervello è ancora giovane». Ora arriva al cinema dal 5 maggio con Vecchie canaglie, commedia corale diretta e interpretata da Chiara Sani.

     

    lino banfi lino banfi

    «Racconta la storia», dice Banfi al telefono da Roma, «di un gruppo di anziani (gli altri sono Andy Luotto, Pippo Santonastaso, Gino Cogliandro, ndr) che vivono in una casa di riposo, un po' maltrattati dalla direzione e dal primario (Andrea Roncato). Quando vengono a sapere che la proprietaria (Chiara Sani) vuole vendere l'immobile per fare una speculazione edilizia e sbatterli fuori, decidono di ribellarsi. E il mio personaggio, Walter, un po' più cattivo degli altri, decide di chiedere aiuto al figlio Renny (Greg) che campa di traffici loschi e, come dico nel film, vive una vita che assomiglia al nome della presidente dell'Unione Europea: borderline».

     

    Il suo Walter è piuttosto incazzoso. Quanto le somiglia?

    «È vero che in vecchiaia si diventa più cattivi, anche se secondo me è stato il Covid a renderci tutti guardinghi nei confronti degli altri. Il personaggio l'ho fatto un po' mio: anch' io a volte mi inchezzo, soprattutto quando do fiducia a una persona e poi questa viene tradita. Anche se non arrivo a dare in escandescenze. Il vantaggio di essere vecchi è che puoi fare qualsiasi battuta e ti viene perdonato tutto».

    lino banfi lino banfi

     

    […] A proposito di grandi maestri, quali sono stati i suoi?

    «Sicuramente Alberto Sordi, con cui ho lavorato in Detenuto in attesa di giudizio. Vederlo recitare in quel film è stato come andare all'università. Siamo diventati amici e anni dopo mi prendeva in giro e mi chiamava a' nonnè..., perché facevo nonno Libero in Un medico in famiglia. Lui che aveva 16 anni più di me!».

     

     E le commedie sexy che le diedero tanto successo?

    «Fu un bel periodo e io mi godevo la nomea di essere l'uomo che aveva toccato le donne più amate in Italia: Edwige Fenech, Barbara Bouchet, Gloria Guida e molte altre».

     

    Come faceva a mantenere il sangue freddo?

    «Facevo tutto con garbo, non lasciavo trasparire nessuna emozione e mi ha fatto piacere il rispetto che ho sempre avuto da parte loro, perché sapevano che le toccavo solo perché lo prevedeva il copione. Ero professionale, ma mi veniva facile perché ero molto innamorato di mia moglie Lucia. Però secondo me quei film aiutavano anche alcuni spettatori».

     

    nadia cassini banfi nadia cassini banfi

    In che senso?

    «Se uno non era bello e si considerava sfortunato in amore, vedendo che uno come Banfi poteva conquistare donne così belle, si tirava su il morale. E poi capiva una cosa: che il primo potere di seduzione nei confronti di una donna è quello di farla ridere».

     

    Ho rivisto di recente Dio li fa e poi li accoppia, in cui lei interpretava un omosessuale. In una scena c'è una coppia gay straniera e lei chiede come mai parlino italiano. Uno dei due risponde: «Parlo italiano perché Ricchione». E lei: «Anch' io Ricchione ma non parlo olandese!». E l'altro dice: «No, io ogni anno vado a Ricchione, Rimini»

     

    L'equivoco fa ridere, ma oggi probabilmente quella battuta farebbe arrabbiare molte persone.

    BANFI RIZZOLI BANFI RIZZOLI

    «Penso che questa ossessione per la correttezza politica sia un po' esagerata. Certo, le cose sono cambiate tantissimo, se pensa che io ho iniziato a esibirmi facendo le imitazioni di Nat King Cole e Louis Armstrong. Mi mettevo una calza nera in testa e sembravo ancora più brutto di quel che sono. Se uno facesse una cosa simile oggi lo massacrerebbero».

     

    Che ricordi ha di quel film con Johnny Dorelli?

    «Ero orgoglioso di lavorare con Johnny e con Steno, il regista di film con Totò e Fabrizi, come lo sarei stato poi di girare Il commissario Lo Gatto con Dino Risi. Ricordo che chiesi a Steno e agli sceneggiatori di inserire una scena in cui mi confessavo da Dorelli e gli dicevo di volermi suicidare per il mal d'amore, chiedendogli di vestirmi da sposa nella cassa da morto. Quella pellicola ha 40 anni e penso fosse molto in anticipo sui tempi».

     

    Quali sono gli altri film di cui va fiero?

    lino banfi racconta la sua gioventu foto di bacco (4) lino banfi racconta la sua gioventu foto di bacco (4)

    «Il primo da protagonista, Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia. La gente si domandò chi fosse quel comico che parlava quel dialetto strano. Ed ebbe un gran successo. E poi Vieni avanti cretino: con Salce mi trovai benissimo, era un attore anche lui. Piazzava la cinepresa e io andavo a ruota libera».

     

    Lei è romanista. Dica la verità: le piace Mourinho?

    «Sì perché quando si inchezza mi fa sempre ridere. E poi Mou è un'espressione del dialetto pugliese che vuol dire "adesso". Infatti a volte dico a mia moglie: Mou vieni qua, che ti abbraccio!».

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